Nanotecnologie, l’Università di Udine nel network europeo di eccellenza
L’Unione Europea ha finanziato il progetto Sinano nel campo delle nanotecnologie al silicio. Quaranta i centri di ricerca del settore elettronico coinvolti. Dei tre italiani, uno è quello dell’ateneo friulano
L’Università di Udine entra a far parte della rete europea di eccellenza nel campo delle nanotecnologie al silicio (Sinano). Il progetto, di durata triennale e finanziato dall’Unione Europea con 9,9 milioni di euro, comprende una quarantina fra i principali atenei e centri di ricerca operanti nell’ambito della microelettronica.
Del progetto fanno parte, con una funzione di indirizzo, anche le più importanti aziende europee di semiconduttori (tra cui Infineon, Stm e Philips). Il silicio è infatti, fra tutti i materiali semiconduttori che si possono utilizzare per fabbricare oggetti di microelettronica, quello più diffuso e quello su cui insistono le tecnologie più consolidate, più versatili e complesse. Il contributo ita-liano al network verrà, oltre che dall’ateneo friulano, dalle Università di Bologna e Pisa. La rete di eccellenza europea permetterà di costruire una struttura di relazioni permanenti, in cui vengano condivisi scambi scientifici, ricerca, e attività progettuali nel campo delle nanotecnologie .
Responsabile scientifico del progetto per l’Università di Udine è Luca Selmi, docente di Elettronica, che coordina un gruppo di una decina fra docenti, ricercatori e dottorandi del dipartimento di Ingegneria elettrica, gestionale e meccanica. “Nel nostro laboratorio di elettronica spiega Selmi studieremo dispositivi a dimensione decananometrica che serviranno a realizzare circuiti elettronici ad alte prestazioni. In particolare, transistori e celle di memoria che formano i micro-processori e microcontrollori presenti in ogni apparecchio elettronico. Svilupperemo modelli e codici di simulazione in grado di prevedere con accuratezza le prestazioni elettriche dei componenti aggiunge il professore utilizzando questi codici per ottimizzare le strutture esistenti, studiando soluzioni innovative idonee ad aumentare la velocità dei dispositivi e a ridurre il consumo di potenza, in vista di applicazioni elettroniche portatili”. Uno degli obiettivi è quello di mettere in rete i laboratori che hanno la capacità di fabbricare dispositivi elettronici o loro parti. Mediante Sinano, l’Unione Europea vuole integrare, rafforzandole, le capacità di ricerca individuali e di gruppo di eccellenza già esistenti, portando l’Europa ad essere leader nel mondo nel campo dei dispositivi nanoelettronici con evidenti e positive ricadute economiche nei prossimi decenni. Le attività previste dal progetto prevedono il coordinamento delle attività dei partner per aumentare la specializzazione, un programma di ricerca condiviso nel quale ogni gruppo contribuisce con la propria eccellenza, piattaforme comuni di fabbricazione e caratterizzazione, scambi di ricercatori fra i laboratori, attività di diffusione dell’eccellenza (workshop aperti per “disseminare” i risultati; training per ricercatori, studenti di dottorato e post dottorato), scuole estive, attivazione di siti internet ad hoc.
Sinano rientra nel sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione volto a contribuire alla realizzazione dello spazio europeo della ricerca e dell’innovazione. Il centro di coordinamento amministrativo è a Grenoble, in Francia. L’ambito delle nanotecnologie, cioè l’insieme di quegli approcci sperimentali che consentono di costruire oggetti, dispositivi e materiali che hanno le dimensioni del miliardesimo di metro, è assai vasto e comprende una notevole varietà di campi di studio e di possibili applicazioni, primo fra tutti quello elettronico.
Stefano Govetto