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Spin-off, quando la ricerca accademica si trasforma in impresa

Intraprendenza, spirito imprenditoriale e un’idea vincente: sono le caratteristiche necessarie affinché un progetto d’azienda possa trasformarsi in realtà. Ma ora le imprese possono nascere anche dalla ricerca condotta nelle università. Grazie alle possibilità offerte dagli spin-off accademici. Cos'è uno spin-off . Si tratta di un’attività imprenditoriale formata da un gruppo di persone che si staccan   da un’altra organizzazione dando vita ad una nuova iniziativa imprenditoriale, valorizzando le esperienze maturate all’interno della società di partenza. Uno spin-off accademico, invece, è una società il cui socio proponente è un docente, un ricercatore o un dipendente dell’università. Oltre ai soci proponenti, possono partecipare al capitale sociale dello spin-off i titolari di assegni di ricerca, di borse di studio post-laurea e post-dottorato o di altre borse di studio destinate alla permanenza di giovani ricercatori nelle strutture di ricerca. Possono partecipare anche gli studenti, i laureandi, gli allievi dei corsi di specializzazione e di dottorato, i laureati, gli specializzati e i dottori di ricerca, nonché altre società, enti italiani e stranieri. La partecipazione dell’università nello spin-off di norma non potrà superare il 30% del capitale sociale. Le azioni dell'Ateneo friulano. Di recente, l’Università di Udine si è dotata di un regolamento che disciplina la costituzione di spin- off ed è stato costituito un comitato tecnico, presieduto da Cristiana Compagno, con il compito di programmare attività   divulgative e informative su questa materia, di esprimere parere in merito alle richieste di autorizzazione e formulando al consiglio di amministrazione le proposte di adesione a spin-off accademici. Dopo aver superato l’approvazione del Cda dell’ateneo, che valuta le potenzialità di business, la fattibilità economica e finanziaria del progetto, gli aspiranti imprenditori possono fondare la loro azienda e affrontare la sfida con il mercato. Marmax . Opera già da un anno con successo il primo spin- off dell’Università di Udine. Si chiama MarMax, ha sede ad Amaro (Ud) e i suoi soci, oltre all’Università, sono Agemont, Massimiliano Zanzero e Martina Felice, due laureati in Ingegneria meccanica. L’azienda opera nel settore della prototipazione rapida e rappresenta la continuazione del lavoro avviato nel laboratorio coordinato dal professor Camillo Bandiera. Ma altri quattro gruppi hanno avviato le procedure per la richiesta di creazione di spin-off dell’Università di Udine. Fedra Lab. Il primo è quello di Raffaella Benedetti e Federica Gazziola, due dottoresse attive al dipartimento   di Biologia applicata alla difesa delle piante che hanno ideato Fedra Lab, un laboratorio specializzato nella ricerca sulle patologie vegetali e nelle analisi dei prodotti apistici avvalendosi delle competenze, dell’aggiornamento e degli elevati standard di qualità di un laboratorio universitario. Un’azienda all’avanguardia, visto che sarà il primo soggetto privato in Italia ad offrire questo tipo di servizi. Optimus, InfoFactory e Tecnosniff. Sono i tre finalisti del Premio nazionale dell’innovazione Start Cup. “Optimus”, guidata da Paolo Lanzetta, ha vinto la finale nazionale grazie ad un’idea imprenditoriale basata sul brevetto di un dispositivo da applicare sul laser per migliorare i trattamenti sulla retina. Infofactory, guidata da Paolo Omero (vincitore della finale udinese) offre un servizio di ricerca e monitoraggio automatico di sorgenti informative on-line (siti e portali web, newsgroup, weblogs, riviste, quotidiani, ecc.) basato su tecnologie di intelligenza artificiale con alto grado di precisione rispetto ai motori di ricerca tradizionali. Tecnosniff, guidata da Silvia Rivilli, intende creare una società di consulenza in grado di quantificare gli odori sulla base della norma europea EN 13725 e caratterizzare la natura chimica delle sostanze presenti.
Simonetta Di Zanutto