Tutti i segreti del colpo di frusta
Il colpo di frusta, evento lesivo del rachide cervicale causato da un brusco avanzamento del busto rispetto alla testa, è tuttora un fenomeno non completamente compreso; eppure esso è estesamente studiato dalle industrie automobilistiche, è all’origine di buona parte delle controversie legali attivate a seguito di incidenti stradali ed è oggetto di attente valutazioni mediche. Il problema si presenta come particolarmente complesso in virtù dei molteplici modi di deformazione dell’autoveicolo, della natura dell’interazione tra sedile ed occupante, della con-formazione anatomica del rachide, della risposta fisiologica dei tessuti biologici e del livello di attenzione o di premonizione. In generale, l’assenza di una visione univoca dei rapporti di causa ed effetto nel fenomeno del colpo di frusta risulta in interpretazioni che possono disorientare l’analista; in aggiunta, il problema abbraccia discipline molto diverse tra loro ed i contributi disponibili in letteratura, pure importanti, raramente sono integrati in un approccio unificatore,capace di fornire delle linee guida applicabili anche al di fuori degli istituti di ricerca.
Con la raccolta di contributi inseriti ne “Il colpo di frusta cervicale”, curato da Paolo Pascolo, si propone di colmare, almeno in parte, la lacuna.
Nel manuale c’è un promettente approccio per la comprensione della dinamica del rachide, ovvero quello basato sulla sua simulazione numerica. Sono presentati contributi che tengono conto del tono muscolare e dei tempi di reazione del soggetto al momento dell’impatto. Il testo si propone anche di delineare una strategia per la diagnosi clinica della lesione del colpo di frusta, tenuto conto che i sintomi avvertiti sono generalmente blandi al momento del ricovero in pronto soccorso. In questo senso, la natura soggettiva della sintomatologia e la non unicità del tipo di lesione suggeriscono un approccio multidisciplinare.
Sul piano dell’inquadramento teorico del fenomeno lesivo sono stati compiuti notevoli sforzi, in particolare a partire dagli anni sessanta, quando il colpo di frusta venne inizialmente associato ad un eccesso di ipertensione del collo a seguito degli impatti da tergo. Fu solo negli anni novanta che venne introdotta una teoria alternativa, basata sull’individuazione di un’altra configurazione anomala del collo caratterizzata da ipertensione nel tratto inferiore del rachide cervicale ed iperflessione del tratto superiore (la cosiddetta configurazione ad “S”, confermata anche da riprese video ad alta velocità). In ambito legale-assicurativo il problema consiste nell’accettazione o meno di pretesi sintomi da colpo di frusta. Spesso, però, in questo settore si avverte un uso disinvolto dei risultati acquisiti in altre discipline. In aggiunta, spesso le perizie sono affette da veri e propri luoghi comuni come quello che vuole l’entità del trauma correlato sempre e comunque al danno permanente impresso all’autoveicolo, mentre è opportuno che le ricostruzioni cinematiche del sinistro stradale restino nell’ambito investigativo, dove possono fornire un prezioso inquadramento ambientale al giudice e al medico legale.
Numerosi i contributi di docenti dell’Università di Udine. Il testo contiene, fra gli altri, i testi di Antonutto, Bazzocchi, Campailla, Causero, Cautero, Gennari, Mallardi e Moreschi.