Unione artigiani, da 60 anni a fianco della piccola impresa
Nata per iniziativa di 53 soci con il nome di Unione Artigiani del Friuli, nell’agosto del 1945, oggi l’Unione artigiani e piccole imprese conta ottomila associati e rappresenta l’organizzazione di gran lunga più rappresentativa di questo tessuto imprenditoriale.
Nata per iniziativa di 53 soci con il nome di Unione Artigiani del Friuli, nell’agosto del 1945, l’associazione è andata gradualmente sviluppando ed ampliando le proprie competenze, strutture ed attività. Oggi è al centro di un sistema composto da numerosi soggetti e qualificato da molteplici relazioni con enti, istituti ed amministrazioni.
La mission dell’organizzazione di categoria - strettamente intesa - è scandita da tre impegni basilari: rappresentare, salvaguardare e promuovere gli interessi del comparto artigiano, della piccola e media impresa e più in generale delle espressioni del lavoro autonomo che incarnano il paradigma del “capitalismo personale”. Il territorio di riferimento è costituito dalla provincia di Udine, in cui è capillarmente presente attraverso una rete di 27 tra uffici e recapiti, diffusi dalla montagna al mare. Nel quadro della propria azione sindacale, l’Unione presta inoltre una gamma di servizi, consulenze, assistenza a favore dei propri associati erogati principalmente tramite la società Confartigianato Udine Servizi a cui si affiancano altre realtà, quali ad esempio il patronato Inapa e l’associazione che rappresenta gli imprenditori non più in attività (Anap). Ottomila associati fanno dell’Unione l’organizzazione di gran lunga più rappresentativa del tessuto imprenditoriale di cui è portavoce. La prestazione dei servizi e delle consulenze è improntata a un principio di miglioramento continuo dell’efficacia e dell’efficienza, anche grazie ad un innovativo sistema per il controllo di gestione. Proprio recentemente, il 27 gennaio per la precisione, il presidente dell’Uapi, Carlo Faleschini, al termine di un lungo processo di rinnovo delle cariche associative, è stato riconfermato assieme ai tre vicepresidente uscenti (Pietro Botti, Graziano Tilatti e Sergio Zanirato). Il mandato 2004-2007 è quindi nella sua fase di avvio. Tra i progetti del nuovo quadriennio, particolare attenzione sarà dedicata al tema dell’innovazione, tanto tecnologica quanto organizzativa, nelle microimprese oltre che nelle aziende più strutturate. La politica regionale, interpretando in chiave autonoma ed amplificando gli indirizzi tanto europei quanto nazionali, sta concentrando risorse ed impegno a questo obiettivo. Come evidenziato anche dal recente “documento strategico” presentato dall’Amministrazione regionale in materia di politica a favore delle imprese manifatturiere, l’offerta di ricerca applicata è già significativa grazie a centri di ricerca e alle Università, come quella di Udine, in cui sono presenti competenze avanzate e qualificate; sta aumentando l’entità delle risorse e la varietà di strumenti destinati ad incentivare gli investimenti delle imprese, anche micro, in innovazione, ma esiste un fabbisogno in larga parte inespresso da parte del tessuto produttivo. In questo settore l’Uapi si impegnerà per stimolare la trasformazione di queste generiche esigenze in una vera e propria domanda di innovazione, capace di attivare concretamente le potenzialità del mondo della ricerca. Naturalmente una sfida di questa portata non potrà che essere affrontata attraverso un rapporto di collaborazione con l’Ateneo friulano che, da parte sua, sta dimostrando un’apertura crescente al mondo dell’impresa. Il nostro sistema produttivo deve evolvere, puntando a fondare e difendere il proprio vantaggio competitivo non più sulla riserva di flessibilità insita in un ambiente imprenditoriale costellato di microaziende, quanto sulle risorse immateriali e sulla capacità di differenziare continuamente l’offerta grazie ad innovazioni continue, di prodotto, di processo e “di relazione” interorganizzativa. Il contributo che l’Unione può fornire, con l’aiuto dell’Università di Udine, coincide con la sensibilizzazione degli imprenditori, la loro formazione preliminare, l’informazione sulle opportunità e le agevolazioni accessibili e soprattutto l’aggregazione di molte aziende, anche di pic-colissima dimensione, accomunate ad esempio da uno stesso problema tecnologico, per commissionare proprio all’Ateneo indagini, ricerche e sperimentazioni da cui ricavare risultati concreti di miglioramento della propria performance. Va ricordato che l’Unione rappresenta ed opera, oltre che a favore della propria base associativa anche dell’intero comparto artigiano provinciale, ricco di oltre 15mila imprese attive ed alimentato ogni anno da circa un migliaio di nuove imprese a cui si contrappone un numero leggermente inferiore di cessazioni o di fuoriuscite.