Due possibilità per chi inventa
Gli aspiranti inventori hanno due possibilità di scelta. In base al regolamento in materia di brevetti, infatti, gli inventori sono sempre riconosciuti titolari esclusivi dei diritti derivanti dall’invenzione brevettabile di cui sono autori. Ma, quando si trovano di fronte ad una nuova scoperta,hanno due possibilità: presentare domanda di brevetto a proprio nome, accollandosi anche tutti gli oneri, oppure chiedere all’amministrazione di depositare la domanda a nome dell’università. Nel primo caso, all’università spetterà il 40% della quota dei proventi derivanti dall’uso dell’invenzione. La proprietà delle invenzioni realizzate all’interno dell’ateneo sarà degli inventori, professori e ricercatori, che avranno così il diritto di registrare le invenzioni a loro nome e attivare il capitale finanziario necessario per svilupparle. All’università competerà comunque una quota significativa dei guadagni ottenuti dagli inventori, in quanto le ricerche che hanno portato all’invenzione sono il frutto della struttura accademica, mediante l’utilizzo delle attrezzature. Nel secondo caso, l’università paga tutte le spese di deposito e di mantenimento, diventa titolare del brevetto e riconosce al dipendente il 50% dei proventi derivanti dall’uso dell’invenzione. Con questa possibilità, si evita di perdere brevetti. Gli alti costi di brevettazione, infatti, potrebbero disincentivarne il deposito da parte dei ricercatori. Quanti intendono richiedere un deposito a nome dell’università devono presentare apposita domanda alla Commissione Te c n i c a Brevetti, costituita con decreto rettorale del 12 settembre 2003 proprio per valutare le domande di brevettazione e definire linee guida e procedure in materia di tutela della proprietà intellettuale. Per informazioni si può scrivere all’indirizzo e-mail:brevetti@amm.uniud.it