Archimede in Friuli. Aumentano gli inventori dell’Università
Attualmente sono 30 i brevetti depositati e attivi dell’Ateneo friulano. Di essi, 13 sono già stati commercializzati o lo saranno entro breve: ben sette invenzioni, infatti, sono stati avviate negli ultimi due mesi e quindi ancora coperte da segretezza.
C’è quello che valuta la percentuale di coloranti nei succhi di frutta e quello che utilizza il vino per ottenere preparati ad uso farmacologico, come sciroppi, pomate, creme e pastiglie. E c’è quello che, grazie a particolari algoritmi, permette di effettuare la triangolazione aerea in maniera semplice ed efficace. Ma anche quello che, grazie ad un metodo speciale, permette di conservare i libri antichi, eliminando l’acidità che col tempo rende la carta molto fragile. Spaziano in tutti i campi del sapere le invenzioni brevettate all’Università di Udine. Fino ad oggi sono stati depositati ben 30 brevetti, la maggior parte dei quali nell’arco degli ultimi tre anni. Di essi oltre una decina sono già commercializzati. Una fucina di creatività che non ha sosta. Le ultime sette invenzioni, infatti, sono recentissime e quindi ancora coperte da segretezza.
Cos'è un brevetto. Si tratta dello strumento giuridico che consente di ottenere il diritto esecutivo, anche se temporaneo, di produrre, commerciare, vendere e utilizzare quanto scoperto. Per essere considerato tale, un brevetto deve avere tre caratteristiche: la novità (un’invenzione sconosciuta in Italia e all’estero), l’originalità (la soluzione presentata dall’innovazione non deve essere ovvia agli esperti di quel settore), l’industrialità (l’invenzione deve avere un’applicazione industriale).
Dall'industria alle nuove varietà vegetali. Ma quali sono i settori preferiti dagli Archimede friulani? Sono tre le tipologie che possono essere oggetto di brevetto: l’invenzione, ovvero una soluzione originale di un problema tecnico irrisolto, adatta ad essere realizzata ed applicata in campo industriale; il modello di utilità, cioè un trovato che fornisce a macchine o a strumenti particolare efficacia di impiego; la nuova varietà vegetale, ovvero diversa da quelle esistenti, omogenea e stabile. Gli inventori possono essere sia dipendenti dell’Università, sia soggetti non strutturati (cioè che hanno un rapporto temporaneo con l’università), inclusi studenti, assegnisti di ricerca e dottorandi. Ma le invenzioni possono anche essere realizzate nell’ambito di contratti di prestazione di servizio svolti a favore di terzi: in questi casi, solitamente, la titolarità dell’eventuale brevetto resta all’impresa a fronte, comunque, del pagamento di un adeguato compenso.