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Parco Scientifico e Tecnologico a Udine: un nuovo attore o palcoscenico dell’innovazione?

Un distretto della conoscenza che diventi un vertice organico per sviluppare in rete le strategie e le azioni di innovazione e di ricerca regionali: il Parco Scientifico e Tecnologico di Udine avrà come attori principali l’Università, il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio e l’Assindustria di Udine, d’intesa, auspicabilmente, con l’Area Science Park di Trieste e l’Agemont di Amaro. Ma è sin dall’inizio previsto il coinvolgimento nella compagine di sociale di altri soggetti del mondo produttivo e della ricerca quali Confartigianato, Api, Friuli Innovazione, Cism e Cirmont. L’Università, in particolare, avrà un ruolo stra-tegico perché apportatrice di una miscela di know-why e know-how, in quanto è uno dei principali creatori sia di conoscenza di base sia di saper fare. È un primato del Friuli-Venezia Giulia la molteplicità degli attori dell’innovazione presenti in regione. Pertanto è precondizione al successo di questa iniziativa la sua precisa sincronizzazione con la progettualità di realtà esperte e consolidate come l’Area e l’Agemont. Il nuovo Parco tecnologico udinese rappresenta una ricchezza e non una mera duplicazione per il territorio in quanto concentrare le risorse in un unico luogo geografico non favorisce la diffusione capillare dell’innovazione, soprattutto in un territorio economico come quello friulano, costituito per lo più da piccole e medie imprese. Lungi dal rappresentare un rischio di frammentazione, questo nuovo luogo dell’innovazione permetterà al sistema economico friulano di trovare nuove modalità di sviluppo. Ma il Parco come dovrà configurarsi? Ci sono due possibilità. Che nasca un nuovo attore dell’innovazione oppure che sia creato uno spazio, un palcoscenico che favorisca l’efficacia dell’azione dei centri già esistenti. Finora l’area individuata come sede più probabile è quella dell’ex Daneco, nella zona industriale udinese, che presenta una disponibilità immediata pari a circa 2.400 metri quadri, con un terreno edificabile di 10.000 mq e possibilità di ampliamento fino a 40.000 mq per le attività di incubazione d’impresa. Ma ciò che conta non è tanto la fisicità del luogo, quanto il genius loci. Che cosa dovrà contenere il parco e che cosa ha realizzato l’Università in questi anni per realizzare la sua terza missione, quella di servizio al territorio? Ecco le principali iniziative avviate per incentivare lo sviluppo della collaborazione fra università e industria, promuovere la cultura imprenditoriale e la nuova imprenditorialità. Start cup, brevetti e spin-off. Esistono diverse azioni per favorire la nuova imprenditoria. Start Cup, a cui P quest’anno – per la prima volta – partecipa anche l’Università di Udine è una business-plan competition per valutare le migliori idee imprenditoriali di studenti e neo-laureati. E’ stata costituita una commissione tecnica brevetti per valorizzare la brevettazione e fornire una prima valutazione sulla sostenibilità e la commercializzazione dei brevetti. Gli spin off accademici sono le nuove azienda, nate a partire dalla ricerca realizzata nei laboratori universitari da professori o neo-laureati. L’Università di Udine ha deciso di incentivare e disciplinare queste iniziative attraverso l’attivazione di un comitato tecnico spin-off. Il primo spin off dell’Ateneo friulano si chiama “MarMax”, ha sede ad Amaro, presso il centro di innovazione tecnologica dell’Agemont, è stata fondata da due neo dottori in Ingegneria meccanica e opera nel settore della progettazione e della prototipazione rapida. "Inseminazione" e   "incubazione" di impresa. Si tratta di azioni a supporto dei primi anni di attività di un’impresa, in grado di fornire ai neolaureati assistenza per realizzare business-plan, consulenza a idee imprenditoriali, spazi dove poter lavorare e tutto il supporto necessario per favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro come portatori di innovazione. Oltre a diverse agenzie esterne (Friulia, Sviluppo Italia, società di gestione risparmio Galileo), l’Ateneo dispone di uno strumento interno: Technoseed, approvato dal ministero delle Attività produttive, che ha stanziato a favore dell’ateneo friulano due milioni e mezzo di euro per promuovere l’imprenditoria giovanile nel campo delle tecnologie digitali. Laboratori misti università-impresa e stage. Il trasferimento dell’innovazione tecnologica avviene sia attraverso le idee sia attraverso le persone. Nel primo caso si realizza attraverso laboratori “misti”, nel secondo con i tirocini e gli stage. All’Università di Udine le prime strutture miste sono state avviate grazie al supporto del Consorzio Friuli Innovazione, l’agenzia dell’Ateneo che favorisce il dialogo tra l’ambiente accademico ed il tessuto industriale della regione. Attualmente sono attivi il laboratorio di Olfattometria dinamica che permette l’analisi e lo studio degli odori su campioni d’aria prevalenti nelle più svariate condizioni ambientali e il laboratorio di Gestione ambientale che permette l’analisi delle emissioni industriali sull’ambiente e la loro gestione in una visione di ottimo economico. Il prossimo laboratorio ad essere attivato sarà quello in Metallurgia. L’ Ufficio e il Portale Tirocini si occupano della gestione centralizzata degli studenti e delle attività da loro svolte in azienda: attualmente esistono oltre 1.500 convenzioni per stage in azienda. Settori "caldi". L'Università potrà offrire stimoli ed essere volano per numerosi settori tecnologici innovativi e tradizionali mediante specifiche iniziative da insediare nel Parco. In campo biomedico. esiste il Centro di eccellenza M ATI (Microgravity, Aging, Training and Immobilità), uno dei 23 riconosciuti e cofinanziati dal ministero in Italia (servizio a pag. 7). È avviata anche   la creazione di un Centro di Medicina Rigenerativa (Banca dei tessuti) in grado di condurre un programma di proliferazione di cellule in coltura, capace di alleviare il problema dell’insufficienza di tessuti disponibili. Altre aree di studio. Numerose sono le altre aree scientifiche e tecnologiche su cui l’Università è attiva da molti anni: agroindustriale (in primis le tecnologie alimentari), logistica (strategia e gestione della produzione nelle reti di imprese), chimica dei catalizzatori, legno, biodepurazione, telecontrollo e telesorveglianza tecnologie web e digitali mobili, nanotecnologie e nanoscienze, ingegneria sismica, prototipazione rapida. IANO 5   Le commesse dell’Università di Udine   Anno   numero di commesse 1995 34 1996 54 1997 71 1998 75 1999 71 2000 86 2001 131 2002 151       Le commesse in Europa 2001 2002 Austria     65.296,22      20.000 Belgio      4.720       4.699,37 Francia ------   118.165,35 Italia 2.251.279 2.983.007,77 Olanda      30.000      30.000 Totale 2.351.295,35 3.155.872,49   Progetti Start Cup 2003 (83 gruppi e 250 partecipanti)   • sistemi di trasporto e sicurezza stradale • modalità di edificazione • produzione e risparmio energetico • enterteinment • sistemi di misurazione • tecnologie per l’agricoltura • prodotti di nuova generazione • e-learning • ecologia e ambiente • applicazioni di ICT • medicina e prevenzione • tecniche innovative di managment
Simonetta Di Zanutto