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Aquileia, uno scrigno da riscoprire.Tornano alla luce i mosaici delle Grandi Terme

Mettere in luce e studiare una nuova parte dell’antica città di Aquileia, rendendo l’area visitabile al pubblico, fruibile da parte del turismo archeologico e scolastico. Realizzare percorsi guidati, con la possibilità di ammirare splendidi pavimenti riportati in superficie, restaurati e protetti. A questo mira il progetto scientifico congiunto e pluriennale realizzato dall’Ateneo di Udine con la Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, direttori Frederick Mario Fales, per conto dell’Università friulana, e Franca Maselli Scotti, soprintendente regionale per i Beni archeologici. “L’obiettivo – spiega Fales – è di rimettere in luce l’intero edificio delle Grandi terme, con uno scavo stratigrafico che individui i meccanismi del suo crollo e abbandono nella fase finale della vita della città e le strutture più antiche del manufatto”. Alla prima campagna di scavi, condotta tra maggio e luglio 2002, hanno partecipato settanta studenti dell’Università di Udine. Ottanta quelli che tra giugno e luglio di quest’anno saranno coinvolti nello scavo didattico. Ad Aquileia, infatti, i lavori sono organizzati come un grande campo scuola, in cui tutti gli studenti del curriculum archeologico del corso in Conservazione dei beni culturali possono imparare e applicare i metodi dello scavo archeologico, le procedure di documentazione e rilievo dei resti messi in luce, lo studio e la catalogazione dei reperti, acquisendo i crediti di tirocinio previsti dal corso di laurea e apprendendo le competenze necessarie per il futuro ingresso nel mondo del lavoro. Ogni anno gli studenti partecipano allo scavo-scuola di Aquileia in turni bisettimanali, divisi in squadre che lavorano a rotazione, seguendo tutto il ciclo delle attività correlate ad un’indagine archeologica, sia sul campo (scavo, documentazione, rilievo), sia in laboratorio (lavaggio, selezione, inventariazione, disegno, schedatura e stoccaggio dei reperti). Nella campagna del 2002, gli scavi sulle Grandi terme si sono organizzati in quattro trincee, a partire dal Frigidarium centrale, e hanno portato alla luce 440 metri quadri del grandioso edificio termale. Sono riemersi resti di altri ambienti termali, abbelliti da pavimenti decorati con mosaici policromi e figurati, alcuni dei quali di notevole qualità. Verso sud est, mentre si andava alla ricerca della piscina natatoria, è stato individuato un tratto di vasca che, dopo la parziale demolizione dell’edificio, fu utilizzata come discarica a cielo aperto. In essa sono stati recuperati numerosi pezzi statuari. Ad ovest, nella zona degli ambienti riscaldati, gli archeologi dell’Università di Udine hanno rinvenuto cospicui resti di volte architettoniche, tracce di poderose strutture murarie e numerosi esemplari di caratteristici pilastrini in laterizio che sorreggevano ad intervalli i pavimenti, favorendo così la diffusione del calore. Infine, nel 2002 si è iniziato a rimettere in luce alcune delle suggestive scene musive già scoperte negli scavi del passato e successivamente reinterrate (tappeti a varie trame geometriche e floreali, medaglioni con personaggi illustri, ecc.). Nel corso della campagna 2003, iniziata il 3 giugno “amplieremo lo scavo in superficie e in profondità - spiga Marina Rubinich, direttrice dei lavori - per mettere in luce i limiti del complesso e l’articolazione degli ambienti termali. Senza dubbio scopriremo per la prima volta nuovi mosaici, sui quali interverremo con un’opera di consolidamento in attesa della loro messa in luce definitiva”. Contatti e info sugli scavi e il campo-scuola: http://web.uniud.it/aquileia/
Silvia Pusiol