Rassegna stampa | qui.uniud | Uniud
Copertina numero 27
27
NUMERO 27
mar - apr 2008
Copertina numero 26
26
NUMERO 26
gen-feb 2008
Copertina numero 25
25
NUMERO 25
nov - dic 2007
Copertina numero 24
24
NUMERO 24
sett - ott 2007
Copertina numero 23
23
NUMERO 23
mag - giu 2007
Copertina numero 22
22
NUMERO 22
mar - apr 2007
Copertina numero 21
21
NUMERO 21
gen - feb 2007
Copertina numero 20
20
NUMERO 20
nov - dic 2006
Copertina numero 19
19
NUMERO 19
lug - ott 2006
Copertina numero 18
18
NUMERO 18
mag-giu 2006
Archivio di tutte le riviste Archivio di tutte le riviste
Ricerca nell'archivio Cerca

ufficio.stampa@amm.uniud.it

La stagione delle iscrizioni: vecchie domande, nuove risposte

Domande che verranno poste con sempre maggiore frequenza da tanti giovani e dalle loro famiglie nelle settimane e nei mesi a venire saranno: "Perché iscriversi all'università?", "A cosa iscriversi ?", e, per quanto più direttamente ci riguarda, "Perché iscriversi proprio a Udine?" Si andranno così ad aggiungere ai molti cittadini e più o meno autorevoli opinionisti che allargheranno la questione ponendo dubbi epocali: "È vero che il livello della preparazione universitaria si è abbassato rispetto al passato?", presentando le loro personali esperienze del tipo "Non ho mai utilizzato nel lavoro quanto studiato all'Università", per chiedersi infine: "Non c'è forse disoccupazione intellettuale?". Le 5 domande non sono oziose o mal poste. Riassumono, nella loro penetrante elementarità, percezioni diffuse alle quali chi opera all'università deve rispondere. Il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 decise che l'Europa, per rimanere potenza economica mondiale, doveva darsi una strategia forte: diventare, entro il 2010, la più competitiva economia basata sulla conoscenza e dichiarò come bene strategico l'accumulo di risorse umane con capacità di creazione e acquisizione di conoscenze innovative. Venne stimato nell'ordine di alcuni milioni il numero di addetti con queste caratteristiche, da formare al più presto. L'Università viene così proiettata al centro delle strategie di sviluppo e di competitività dell'Europa. E l'Italia deve accelerare il passo più degli altri: attualmente la sua percentuale di cittadini in possesso di diplomi di Educazione Superiore è drammaticamente al di sotto della media europea (la metà per la laurea, e un decimo per il dottorato). Il cittadino dell'Europa della Conoscenza dovrà essere almeno laureato, ma la sua formazione universitaria non potrà più essere meramente quella delle vecchie lauree. Ricche di nozioni, ma statiche. La vera new-economy è quella della mobilità. Il talento da coltivare sta nella miscela di capacità critica, lucidità e originalità con la quale affrontare il nuovo senza venirne travolti. Quale corso scegliere è quasi secondario. C'è posto per tutti e c'è bisogno di tutte le competenze. Non è necessario che tutti diventino tecnologi. Anzi, proprio coloro che sapranno sviluppare competenze multi-disciplinari erediteranno l'Europa della conoscenza nel Mondo della Complessità. L'università di Udine cerca incessantemente di cogliere nei suoi corsi, nella nuova mentalità che anima i suoi docenti, ricercatori e studenti questo spirito che è il nuovo marchio, il "brand", "made in Europe".  
Rettore prof. Furio Honsell