La stagione delle iscrizioni: vecchie domande, nuove risposte
Domande che verranno poste con sempre maggiore frequenza da tanti giovani e dalle loro famiglie nelle settimane e nei mesi a venire saranno: "Perché iscriversi all'università?", "A cosa iscriversi ?", e, per quanto più direttamente ci riguarda, "Perché iscriversi proprio a Udine?" Si andranno così ad aggiungere ai molti cittadini e più o meno autorevoli opinionisti che allargheranno la questione ponendo dubbi epocali: "È vero che il livello della preparazione universitaria si è abbassato rispetto al passato?", presentando le loro personali esperienze del tipo "Non ho mai utilizzato nel lavoro quanto studiato all'Università", per chiedersi infine: "Non c'è forse disoccupazione intellettuale?".
Le 5 domande non sono oziose o mal poste. Riassumono, nella loro penetrante elementarità, percezioni diffuse alle quali chi opera all'università deve rispondere.
Il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 decise che l'Europa, per rimanere potenza economica mondiale, doveva darsi una strategia forte: diventare, entro il 2010, la più competitiva economia basata sulla conoscenza e dichiarò come bene strategico l'accumulo di risorse umane con capacità di creazione e acquisizione di conoscenze innovative.
Venne stimato nell'ordine di alcuni milioni il numero di addetti con queste caratteristiche, da formare al più presto.
L'Università viene così proiettata al centro delle strategie di sviluppo e di competitività dell'Europa.
E l'Italia deve accelerare il passo più degli altri: attualmente la sua percentuale di cittadini in possesso di diplomi di Educazione Superiore è drammaticamente al di sotto della media europea (la metà per la laurea, e un decimo per il dottorato).
Il cittadino dell'Europa della Conoscenza dovrà essere almeno laureato, ma la sua formazione universitaria non potrà più essere meramente quella delle vecchie lauree. Ricche di nozioni, ma statiche. La vera new-economy è quella della mobilità. Il talento da coltivare sta nella miscela di capacità critica, lucidità e originalità con la quale affrontare il nuovo senza venirne travolti. Quale corso scegliere è quasi secondario. C'è posto per tutti e c'è bisogno di tutte le competenze. Non è necessario che tutti diventino tecnologi. Anzi, proprio coloro che sapranno sviluppare competenze multi-disciplinari erediteranno l'Europa della conoscenza nel Mondo della Complessità.
L'università di Udine cerca incessantemente di cogliere nei suoi corsi, nella nuova mentalità che anima i suoi docenti, ricercatori e studenti questo spirito che è il nuovo marchio, il "brand", "made in Europe".
Rettore prof. Furio Honsell