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Il 75% dei laureati si iscriverebbe di nuovo a Giurisprudenza

Indagine Almalaurea. I neo-dottori della più giovane facoltà dell'Ateneo friulano frequantno molti stage e si laureano in breve tempo. La preside D'Adezio: "Gli studenti sono seri e impegnati"
L’appeal del caso Cogne, il fascino del magistrato-personaggio leggi Di Pietro, le laute parcelle delle professioni forensi non bastano a giustificare l’attrazione costante e continua per la Facoltà di Giurisprudenza. A Udine oltre a queste concause va a incidere la buona organizzazione della didattica e la vasta gamma di attività che l’ateneo friulano propone a supporto di un ciclo completo di studi apprezzato dagli studenti che in misura del 74,8% senza alcun dubbio ripercorrerebbero la strada accademica scelta. Da nove anni al timone della Facoltà, Mariarita D’Addezio con quella punta di umiltà e ironia spesso  tipica delle donne affermate, non si sbilancia in un elogio interessato ai corsi di laurea, ma ne elenca lucidamente le caratteristiche. “La facoltà – chiarisce – cerca di mantenere un livello buono di studenti che confermano nel tempo il loro gradimento all’organizzazione, alla didattica e a tutte quelle attività integrative, che arricchiscono il bagaglio di ogni giovane”. In questo modo la preside commenta l’età media della laurea di 23,6 molto vicina al dato nazionale del 24,5, come del resto il voto agli esami del 25,1 contro il 26 nazionale. All’ateneo friulano, in fin dei conti non si regala nulla, la laurea deve essere a tutti gli effetti sudata, poiché i giovani andranno a costituire le classi dirigenti e professionali del futuro . D’Addezio non è friulana, proviene dall'Università di Pisa e ha insegnato nel corso della sua carriera in diversi atenei, dunque, è in grado di tracciare un identikit dello studente a Udine. “Gli studenti friulani sono interessati, seri nell’affrontare lo studio e impegnati”, pennella il ritratto dell’allievo doc che varca le aule dell’Università. Il 59,3% degli studenti iscritti a Giurisprudenza, difatti segue regolarmente le lezioni, contro una media nazionale più bassa, del 51,2%. Balza all’occhio quel 95,1% relativo agli studenti che hanno svolto lo stage. Duecentotrentotto sono le convenzioni che vengono stipulate con le realtà esterne all’università, e, quindi, molteplici le opportunità per uno studente che già può contare su docenti con esperienze diverse anche qualificate professionalmente (alcuni esercitano altresì le attività di avvocato, magistrato, notaio), le cui formazioni scientifiche e didattiche provengono dalle università di Padova, Bologna, Pisa, Genova, Trieste, Roma.
Sara Carnelos