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“La cultura russa mi ha catturata”

Voglia di Russia. Lo stage di una studentessa di Venzone all’Istituto italiano di cultura a Mosca. Superando la burocrazia di un paese straniero.
Elisa Copetti a Mosca
Elisa Copetti, 24 anni di Venzone in provincia di Udine, è ora iscritta al primo anno di laurea specialistica in Traduzione e mediazione culturale a Udine. Con un diploma scientifico in tasca, ha scelto per sé la strada delle lingue, mossa dalla curiosità e una grande passione. Laureata di primo livello con il massimo dei voti e con una tesi sull’analisi e traduzione di testi di un'autrice croata contemporanea, dopo la laurea specialistica vorrebbe trovare lavoro nel settore delle traduzioni di film stranieri (curandone la sottotitolatura) oppure di testi teatrali. Non nasconde tuttavia il desiderio di lavorare in radio dove le piacerebbe occuparsi di una trasmissione culturale che possa far conoscere l’Europa dell’est. È l’amore per questo territorio che l’ha spinta a studiare, durante la laurea triennale, oltre al croato anche il russo, quest’ultima una lingua musicale e affascinante, a cui si sarebbe avvicinata, a suo dire, un po’ per curiosità e un po’ per l’attrattiva esercitata dalla grandezza della cultura russa. A felice coronamento degli anni di studio, dall’ottobre al gennaio del 2005, ha potuto recarsi nella capitale della Federazione Russa grazie al progetto di scambio con la prestigiosa Università statale di Mosca, la Moskovskij Gosudarstvennyj Universitet, dove ha potuto affinare la conoscenza della lingua rimasta fino ad allora solo sui libri. Anche se per poco tempo, Elisa è riuscita a inserirsi facilmente nell’ambiente e a lasciarsi catturare dalla cultura e dalla mentalità russe, che l’hanno colpita soprattutto per il calore e per la disponibilità che i suoi ospiti le hanno dimostrato. È riuscita anche a svolgere cinquanta ore di tirocinio nell’Istituto italiano di cultura a Mosca, malgrado non sia stato così facile prendere i contatti con gli enti locali e superare i tanti tranelli della famosa burocrazia russa. «A volte ho avuto la sensazione di tornare indietro di cinquant’anni e se la burocrazia italiana è complessa, quella russa lo è molto di più», ha commentato Elisa. Malgrado le difficoltà che si possono immaginare nel vivere in un paese così grande e diverso dal nostro, Elisa spezza una lancia in favore del popolo russo, sfatando il diffuso luogo comune che li dipinge come freddi e poco ospitali. «Inoltre sono molto acculturati e interessati alla realtà italiana, anzi, alcuni di loro sapevano collocare esattamente sulla carta geografica la nostra regione», ha aggiunto stupita. I Russi studiano molto, soprattutto le lingue, e poi si diplomano e si laureano molto presto, ma hanno difficoltà a spostarsi in Europa, come gli studenti europei che devono superare lunghe trafile burocratiche per ottenere permessi e il visto, in quanto la Federazione Russa non fa parte dell’Unione Europea. Ben vengano quindi progetti di scambio e accordi tra università, che permettono di svolgere esperienze fondamentali come quella che ha provato Elisa, la quale ha voluto aggiungere: «Ci vorrebbero almeno sei mesi per poter entrare nella mentalità linguistica del paese e per comprenderne appieno gli usi e i costumi». Per Elisa sarebbe quindi auspicabile l’aumento del numero di borse di studio per favorire gli scambi con la Russia, paese escluso dai classici progetti di mobilità internazionale studentesca perché fuori dell’Unione Europea.
Marco Bardus