A Pordenone ateneo è modello per il territorio
Sembra ieri e invece sono passati 15 anni da quando l’Università di Udine ha bussato alle porte di Pordenone. E ora anche il capoluogo della Destra Tagliamento può vantare di essere a tutti gli effetti una città universitaria, dove accanto alla didattica si intravedono percorsi maturi di ricerca. Le fabbriche a Pordenone sono diventate fabbriche della conoscenza, proprio in virtù di una forte presenza accademica che va intesa come motore dello sviluppo territoriale. Dietro a queste parole si cela l’essenza dell’anima scientifica e un centro, il Cepo che è diventato un punto di riferimento per gli studenti e le famiglie, poiché qui lavorano docenti, ricercatori, personale amministrativo e tecnico che ha davvero a cuore l’alta formazione dei giovani. E i tanti studenti che scelgono i corsi di laurea che l’Università di Udine pensa per il territorio danno un segno forte e chiaro del gradimento dell’ateneo friulano. Come? Attraverso la partecipazione. Che non è cosa di poco conto in un momento in cui l’adesione agli appuntamenti della vita sociale è pressoché boicottata dai giovani friulani. Durante l’apertura dei corsi di laurea del campus di via Prasecco, invece, l’auditorium della Regione, sede storica per la cerimonia annuale, è stato preso d’assalto dai ragazzi che si sono mescolati ai tanti rappresentanti del territorio, il sindaco Sergio Bolzonello, il Presidente della Provincia Elio De Anna, la rappresentante del Consorzio universitario, Cinzia Palazzetti, il direttore Enrico Sartor, il presidente del Comitato tecnico scientifico, Dino Baggio, il politico Manlio Contento, il prefetto Vittorio Capocelli e i presidi delle scuole superiori.
Il calore degli studenti, la passione di docenti e ricercatori e di quanti operano al Centro polifunzionale di Pordenone, è giunto al magnifico rettore Furio Honsell, soddisfatto di aver creato “un modello nuovo di rapporto Università-territorio”.
E se c’è da fissare una data di nascita del modello, non può che essere quel 22 giugno, un momento memorabile quello in cui è stato siglato l’accordo di programma tra l’Università e il Consorzio Universitario di Pordenone che ha dato vita al corso di laurea specialistica in Ingegneria dell’innovazione industriale per la formazione delle professionalità necessarie allo sviluppo del distretto della componentistica integrata.
Il momento che ci si appresta a vivere è quello dell’aquila. Da bruco, l’università a Pordenone è diventata farfalla, ma ora deve volare in alto. Non è un caso che questo rapace sia nello stemma dell’ateneo. “E’ un simbolo – spiega il rettore – di visione ampia ma al tempo stesso acutissima, di azione rapida ma efficace”. E con la Finanziaria che corre (che farà presumibilmente slittare di un anno la laurea magistrale in Economia aziendale, ndr.) è bene essere rapaci piuttosto che prede inermi a rischio di rimetterci le penne, ed entrare in una logica di sostenibilità.
“Alla ricerca – lancia un messaggio ai tanti presenti, Honsell – sono necessari ricercatori, ma affinché costoro possano sentire veramente Pordenone come la loro università, e rimanervi ancorati bisogna creare strutture dipartimentali con adeguati piani viluppo. Mi dichiaro dunque disponibile a siglare accordi paritetici e tangibili sul piano finanziario con il Consorzio per l’avvio del Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione, e per quello di Scienze multimediali. Prevedo che entrambi possano partire amministrativamente già dall’aprile 2007”. Sì amministrativamente, poiché il Palazzo Badini, ha annunciato la Palazzetti, non sarà disponibile prima del 2009.
E allora se il vento che soffia ci ricorda che il tempo delle vacche grasse è ben lontano, l’Università di Udine può stare con la coscienza a posto per aver in questi anni fatto la sua parte, scrivendo le pagine di una “success story”. Il magnifico rettore che con la matematica ha una certa familiarità ammette che “il nostro ateneo pesa per l’1,27% sul valore globale di sistema universitario se valutato secondo parametri di risultato, ma riceve finanziamenti solo per l’1%. Mica male come efficienza! Che è un altro modo di dire quanto siamo sottofinanziati”.
Più di 2 studenti su 3 in via Prasecco sono iscritti all’Università di Udine, alla chiusura delle iscrizioni, gli iscritti potrebbero arrivare a 1200 e ciò significa un incremento del 20%. Non possiamo scordare che Scienze e tecnologie Multimediali con 112 studenti ha avuto un incremento di quasi il 50%. Eh sì, da quel lontano 1992, quando una cinquantina erano gli studenti, di passi in avanti ne sono stati fatti, eccome. E con il primo gennaio partirà il primo dottorato di ricerca a Pordenone, in Comunicazione multimediale. E l’aquila potrà dopo aver raggiunto questi traguardi, volare ancora più in su per diffonde i valori universali della conoscenza.
Sara Carnelos