DISABILI, I SITI WEB SARANNO ACCESSIBILI
Navigare in Internet diventa più facile per i portatori di handicap
Pochi forse lo sanno, ma il telecomando fu inventato per consentire anche a chi è su una sedia a rotelle di cambiare i canali della T v. Proprio come l’ascensore, nato per facilitare la vita alle persone diversamente abili. Di entrambi gli strumenti ben pochi oggi riuscirebbero a fare a meno. La stessa sorte toccherà anche ai siti internet: attualmente il 99% non è accessibile ai portatori di handicap. Le cose, però, dovranno cambiare. Negli Stati Uniti è stata promulgata una legge (chiamata Section 508 of the American Disability Act) che obbliga i gestori dei siti governativi ad adeguarli in modo che soddisfino una serie di linee guida. Il Canada, la Gran Bretagna, l’Australia e la Nuova Zelanda hanno seguito questa direzione. In Italia la strada è ancora lunga, ma il percorso verso l’accessibilità è cominciato. Il 16 dicembre 2002 due parlamentari hanno presentato una proposta di legge (n. 3486) che, se approvata, vincolerà i gestori di siti pubblici o di utilizzo pubblico a rendere accessibili i siti. L’Università di Udine ha voluto anticipare i tempi, organizzando un corso - il primo in Europa - per i web designer che vogliono imparare le regole giuste.Ma che cos’è l’accessibilità di un sito web? È la caratteristica che fa riferimento alla sua capacità di essere fruibile da persone disabili spiega Giorgio Brajnik, docente di Progettazione di siti web nell’ambito del corso di laurea in Informatica. In particolare un sito accessibile deve poter essere percepibile, comprensibile e utilizzabile indipendentemente da limitazioni tecnologiche, psicologiche o fisiche dei visitatori. L’essenziale è che una persona disabile possa fruire del sito ottenendo gli stessi risultati di una persona non disabile, anche se il percorso seguito ossia l’esperienza dell’utente può differire. Ma perché preoccuparsi dell’accessibilità? Come spiega Brajnik, che è anche membro di un gruppo di lavoro del W3C, (World Wide Web Consortium, il consorzio mondiale del web), internet, e in particolare il web, è una finestra aperta verso il mondo per la persona disabile: è possibile leggere il giornale, partecipare a gruppi di discussione, ordinare la spesa, fissare un appuntamento con l’ospedale, acquistare beni e servizi. La prima ragione per costruire un sito accessibile è quindi di carattere morale, etico. Considerando poi che il numero dei disabili in Italia già nel 2000 si aggirava sui 2 milioni e mezzo e che l’età media degli utilizzatori del web cresce anno dopo anno, il rischio, sottovalutando l’accessibilità, è di tagliare fuori un numero molto elevato dai potenziali visitatori e utilizzatori di un sito web. L’accessibilità, infatti, rappresenta un vantaggio non soltanto per i portatori di handicap (in particolare per ciechi, sordi e disabili motori), ma per tutti i visitatori e per i gestori/proprietari dei siti stessi. Un esempio? La possibilità di navigare all’interno di un sito senza per forza dover usare la vista può essere fondamentale per una persona cieca (che ha quindi limitazioni personali) ma anche per chi deve visualizzare un sito su un cellulare con schermo ridotto e in bianco e nero (limitazione tecnologica). Allo stesso modo, un sito in cui le interviste realizzate in un formato audio sono anche trascritte come testo può essere utilizzato sia da chi ha problemi di udito, sia da chi si trova ad usare il pc in una biblioteca dove il canale audio non può essere attivato (limitazione contestuale). Infine, è fondamentale, che il sito sia navigabile utilizzando soltanto la tastiera. Può capitare, infatti, che un punto internet non sia dotato di mouse: in questo caso l’utente normodotato si trova con la stessa difficoltà di un utente con disabilità motoria alle mani.È ovvio sottolinea Brajnik - che non si può aiutare tutti, come viene detto anche nella definizione di accessibilità del W3C ( http://www.w3.org/TR/WCAG10 ). Per questo la definizione del W3C menziona il concetto di degrado della qualità: maggiore è il grado di disabilità mostrata dal visitatore e più approssimato e meno adeguato risulterà il sito. È comunque importante che il degrado sia il più limitato possibile. Tutte le informazioni sono disponibili su: http://www.dimi.uniud.it/wq/ .
Simonetta Di Zanutto