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UN AUSTRALIANO A UDINE

Intervista a Nigel Hordern
Grazie alle convenzioni internazionali, gli studenti dell’Ateneo udinese hanno la possibilità di fare un’esperienza di studio in diversi paesi del mondo. E viceversa. Sono sempre più numerosi, infatti,i giovani stranieri che arrivano a Udine. Anche da molto lontano.   Poteva scegliere tra molte università, ma ha attraversato mezzo mondo per arrivare proprio a Udine. Galeotti furono i racconti degli studenti dell’ateneo friulano che trascorrevano un periodo di studi a La Trobe University di Melbourne. Ha scoperto che i friulani sono molto più espansivi di quanto gli avevano detto e che Udine e il Friuli sono ben meglio di quanto si aspettasse. Apprezza l’organizzazione degli studi, ma è rimasto deluso dal rapporto con i docenti. È Nigel Hordern, quarantunenne di Melbourne, già laureato, fisioterapista, iscritto a La Trobe University al Bachelor of Arts in Italian Studies (un corso di laurea personalizzato, costruito secondo un curriculum basato sulla scelta, da parte dello studente, delle materie da seguire). È arrivato all’ateneo udinese nell’ottobre dell’anno scorso e ci rimarrà fino al 4 luglio. Grazie ad una convenzionebilaterale tra Udine e La Trobe University di Melbourne.   Nigel, cosa ti ha spinto a venire proprio a Udine? "Perché a La Trobe ho conosciuto alcuni studenti friulani. Con i loro racconti la curiosità per il Friuli è cresciuta. Giunto qui la mia impressione è stata più positiva di quanto immaginassi. Per esempio, si dice che qui piove sempre e che le persone sono chiuse. Non è vero! Siete aperti, caldissimi nei miei confronti e non soltanto all’università. Quattro anni fa ho seguito un corso di lingua italiana all’università per stranieri di Perugia. Ma non sono mai riuscito ad instaurare amicizie così forti".   Di cosa ti occupi in Australia? "Sono massaggiatore e studio all’università. Da noi molti lavoratori si iscrivono all’università. Non si va all’università solo in vista di un’occupazione futura. Ho iniziato gli studi a La Trobe seguendo un corso di musica e tecnologia della musica. Poi ho scoperto l’italiano! Ho iniziato a studiare la lingua, la cultura, la letteratura, la storia. A Udine frequento Lettere e seguo un paio di corsi di lingua e musica. Al Dams di Gorizia sto scrivendo una tesi, un melodramma basato su "Sei personaggi in cerca d’autore" di Pirandello".   Cosa ti aspetti da questa esperienza? "Sono arrivato "con gli occhi aperti". Mi sono reso conto che le differenze ci sono. Ma la cosa più importante è capire queste differenze e abbracciarle, adattandosi. Ho incontrato una cultura diversa e potrò tornare a casa più ricco di prima, portando qualcosa in più anche alla mia università. Magari nella mia comunità potrò far crescere la curiosità per il Friuli". Ti piace Udine? "È bella. Melburne ha 4 milioni di persone: un bel contrasto! Eppure Udine ha tutto. È affascinate la storia di questa terra. Per non parlare del cibo, del vino, del caffè, che costa la metà rispetto all’Australia!".   Quali sono gli aspetti positivi e negativi del Friuli? "La cosa più bella è il calore della gente. Negativo il costo della vita. Rispetto a quattro anni fa, a Perugia, è aumentato tutto di quasi l’80%! È fastidiosa la chiusura dei negozi lunedì e mercoledì. Se devo fare la spesa... non posso!"   L’Università corrisponde alle tue aspettative? "Ci ho messo un po’ ad abituarmi. Il sistema è del tutto diverso dal nostro. Da noi è tutto prefissato: con tre mesi di anticipo, sai quali e quanti esami farai e quando. Qui, invece, ti puoi iscrivere quando vuoi all’esame che vuoi. Il sistema italiano ti permette di essere più libero. Bisogna essere un elastici, ma questa è una regola generale, anche di vita. Ovunque vai, ti imbatti in un sistema con regole diverse. Ti trovi bene se sei disposto a capire e adeguarti. E qui mi trovo decisamente bene. Anche con le strutture dell’università. Ho regalato al Centro rapporti internazionali il Succo di Cangûr, un limoncello speciale di cui ho raccontato la storia sull’etichetta della bottiglia: il cangûr è un animale selvaggio di questa regione, dove esiste un paese molto conosciuto, fuori Udine, che si chiama Australia ,da non confondersi con quell’altro paese che ha lo stesso nome, ma non così famoso quanto l’Australia del Friuli...".   Cosa ti ha stupito di più dell’Ateneo? "Il rapporto con i docenti. In Australia studenti e professori si pongono sullo stesso livello, si chiamano per nome. Non significa che non ci sia rispetto. Qui c’è differenza di livello. In Australia ci incontriamo con i docenti anche fuori dalle lezioni, per prendere un caffè, o a pranzo".
Silvia Pusiol