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Contatti - I segreti di Dickens Diciotto tesi di laurea in Muse polifile Come comunicare il sociale

Contatti   Prima rivista italiana a carattere interdisciplinare dedicata alle relazioni pubbliche e alle modalità comunicative attraverso cui esse si concretizzano, Contatti nasce dalla filosofia del dialogo e del contatto interculturale e interlinguistico che ispira il corso di laurea in Relazioni pubbliche della facoltà di Lingue e letterature straniere dell’università di Udine. La rivista ha periodicità annuale e procede per temi monografici. Si propone di contribuire all’elaborazione teorica di una disciplina relativamente giovane, quantomeno in Italia. Allo stesso tempo, offre spunti di carattere applicativo e accoglie contributi nelle maggiori lingue europee di studenti e professionisti, italiani e stranieri, delle relazioni pubbliche. Aperta ai più vari approcci teorico-metodologici, Contatti mira alla costruzione di una precisa identità professionale. Sono oggetto di interesse tutte le tematiche incentrate sulla comunicazione integrata, sulle pratiche discorsive e le dinamiche interazionali in ambito aziendale e istituzionale, sugli aspetti etico-professionali delle azioni di relazioni pubbliche, sulle strategie di manipolazione e di creazione del consenso, nonché sulla gestione di situazioni conflittuali e/o di crisi. La rivista, disponibile in libreria, è acquistabile anche on-line all’indirizzo www.forumeditrice.it . Il primo numero, doppio, verte sul tema “Paura e paure”. Curato dal direttore responsabile, Nicoletta Vasta, e Iris Jammernegg, entrambe docenti presso il corso di laurea in Relazioni Pubbliche, si propone di analizzare il bisogno, più o meno latente e diffuso nella società odierna, di strategie di rassicurazione e di orientamenti valoriali dinanzi alle molteplici declinazioni della paura, anche nei confronti delle stesse attività di relazioni pubbliche, che spesso vengono erroneamente percepite come una forma di manipolazione. Il tema del secondo numero, a cura di Bernardo Cattarinussi e Luca Brusati, è “Pubblici, intrecci e attese”.   NICOLETTA VASTA, IRIS JAMMERNEGG (a cura di) CONTATTI, n. 1, “PAURA E PAURE” PAG. 336 FORUM, UDINE SETTEMBRE 2005     I segreti di Dickens   Charles Dickens, relegato a lungo per i lettori italiani nella sfera innocua e un po’ noiosa dei poveri orfanelli e della benevolenza strappalacrime, negli ultimi decenni, grazie a critici e traduttori, si è insediato nel posto che gli compete tra i grandi della letteratura, non solo inglese e non solo ottocentesca. Incrinando la magnificenza della metropoli moderna attraverso vicoli fetidi e infetti, contraddicendo le sicurezze della ragione attraverso le lacerazioni della psiche, Dickens smentisce il mito del progresso che l’Inghilterra celebra nell’Esposizione universale, e apre la via ai perturbanti “doppi” vittoriani, Jekyll e Hyde, Dorian Gray, Dracula. Eleva a dignità artistica figure sinora escluse o emarginate, la città, l’infanzia, l’idea del Natale di cui appunto qui si tratta. Il Natale, identificato come pausa di quiete nel turbine della modernità, come ottimistica esaltazione di buoni sentimenti, ricorre spesso nei testi, da Boz e Pickwick fino all’incompiuto Edwin Drood – dove esso perde la solare bonomia per divenire il tempo dell’omicidio. Soprattutto, il Natale diviene protagonista indiscusso dei Christmas Books che Dickens scrive negli anni quaranta, aprendo la serie con Un canto di Natale, il più noto di tutti i racconti, tradotto un’infinità di volte, chiudendola con L’invasato e il patto del fantasma, quasi sconosciuto e tradotto sporadicamente. Il testo sorprende per l’interpretazione ambigua del reale, per la sapienza di una prosa che penetra nelle pieghe dell’ossessione e insieme coglie gli aspetti più esilaranti della quotidianità. Configurandosi come snodo tra giovinezza e maturità, riprende temi passati e si apre ai percorsi perturbanti del futuro: nei grandi romanzi successivi risuoneranno gli echi della sordida realtà urbana; dell’infanzia rapace e ripugnante, figlia dell’ingiustizia sociale; dell’io diviso dell’alchimista, novello Faust perseguitato dallo spettro della memoria.     CHARLES DICKENS “L’INVASATO E IL PATTO DEL FANTASMA” A CURA DI MARISA SESTITO PP. 281, MARSILIO EDITORI OTTOBRE 2005     Diciotto tesi di laurea in Muse polifile   L’elaborazione della tesi è stata, per generazioni di studenti, il momento più alto dell’esperienza universitaria. Per generazioni di docenti seguire i laureandi è stato uno degli aspetti più gratificanti della professione accademica. Ma qual era il destino delle tesi di laurea? Per una piccola minoranza sono state l’inizio di una carriera scientifica. Un’altra piccola parte sono confluite nelle ricerche dei relatori. Per gran parte, invece, sono rimaste inutilizzate negli archivi delle università e degli autori. Raimondo Strassoldo, ordinario di Sociologia dell’arte all’università di Udine, ha ritenuto che quasi la metà delle tesi in Sociologia dell’arte da lui seguite a partire dal 1996, costituissero contributi originali alla disciplina e alla conoscenza in generale, e ha voluto metterle a disposizione del pubblico. Dopo Muse demotiche (2001) e Muse neotecniche (2002) è uscito il terzo volume della serie Ricerche di sociologia arte edita dalla Forum. Il titolo, Muse polifile, suggerito dal celebre testo quattrocentesco, si riferisce al rapporto tra arte e natura, il nucleo caratterizzante del volume che, complessivamente, contiene 18 saggi. Un secondo gruppo di saggi evidenzia, con un taglio storico-sociale, i rapporti tra l’arte e altri grandi complessi istituzionali, quali lo sport, la moda e la pubblicità. Una terza sezione traccia il profilo attuale di una figura professionale centrale nel sistema dell’arte, quella del critico, e presenta alcune indagini sugli artisti in Friuli e a Padova. L’ultima parte dell’opera, pubblicata con il sostegno dell’università di Udine e del Consorzio universitario del Friuli, presenta una miscellanea di studi, tra i quali un’analisi sulle riviste specializzate in arte e sul ruolo delle fondazioni culturali nella sua promozione.     RAIMONDO STRASSOLDO (A CURA DI) “MUSE POLIFILE” PAGG. 376, FORUM, UDINE     Come comunicare il sociale   La comunicazione sociale si occupa di quell’insieme di valori e orientamenti largamente condivisi da società e opinione pubblica, come libertà, democrazia, salvaguardia dei diritti civili, tutela della salute, dell’ambiente e delle fasce economicamente disagiate della popolazione. Al di là della definizione, però, è necessario fare chiarezza su contenuti, finalità e destinatari della comunicazione sociale. Chi opera in questo settore dovrebbe innanzitutto conoscere le tecniche della comunicazione. È necessario, insomma, che gli operatori del sociale diventino essi stessi “professionisti” della comunicazione sociale. Il saggio “Come comunicare il sociale” di Francesco Pira, giornalista e docente al corso di laurea in Relazioni pubbliche dell’università di Udine, illustra strumenti e funzioni della comunicazione sociale, dandone una traccia interpretativa e ponendosi come strumento di lavoro per gli operatori del no-profit. In particolare, il volume esamina i principi guida e gli attori principali della comunicazione sociale (enti pubblici e organizzazioni no profit), analizza il rapporto tra comunicazione sociale e comunicazione pubblica, studia le evoluzioni derivanti dall’introduzione del principio di responsabilità sociale d’impresa, illustra le principali novità nel campo del giornalismo sociale, affronta il tema delle nuove tecnologie e di come queste stanno cambiando il modo di comunicare. Il libro, introdotto dal sociologo Antonio La Spina, contiene anche le interviste al giornalista di Rai 3, Giovanni Anversa, autore e conduttore di “Racconti di vita”, a John Bird, fondatore di “The big issue”, e a Sri Sri Ravi Shankar, animatore della Fondazione “Art of living”.   FRANCESCO PIRA “COME COMUNICARE IL SOCIALE” PAGG. 144, FRANCOANGELI, MILANO OTTOBRE 2005