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Nella nuova fattoria: cambia il rapporto fra uomini e animali

Non solo sfruttamento economico. C’è una rinnovata sensibilità verso l’ambiente che fa avvicinare i giovani al mondo animale. E che li fa iscrivere a facoltà come Medicina veterinaria che a Udine si occupa sia di animali domestici che di fauna selvatica.
L’uomo e gli animali. Un rapporto antico, e non sempre facile, che solo recentemente sta evolvendo grazie al cambiamento dei sistemi di allevamento: da intensivi a più rispettosi dell’ambiente e del benessere animale. In un clima di rinnovata sensibilità verso queste tematiche si inseriscono i corsi di laurea proposti da Medicina veterinaria. «La facoltà giusta – spiega il preside, Marco Galeotti – per chi vuole studiare gli animali da diversi punti di vista: da quello biologico puro a come questi vivono in natura, da come si allevano a come si riproducono, dal perché si ammalano a come si possono prevenire, studiare e diagnosticare le malattie. Ma anche per chi vuole imparare a lavorare per una produzione e trasformazione dei prodotti di origine animale inserita in un corretto contesto ambientale, sanitario e di mercato, garantendo la qualità degli alimenti e un tipo di allevamento rispettoso dell’animale». Offerta formativa promossa. Da un’indagine effettuata in collaborazione con il dipartimento di Scienze statistiche dell’ateneo friulano sugli iscritti ai vari corsi di laurea di Medicina veterinaria, emerge che oltre il 50% degli interpellati hanno scelto questa facoltà perché interessati alla sua proposta formativa, mentre più del 40% si sono iscritti per una grande attenzione personale verso il mondo animale. «I nostri studenti – commenta Galeotti – hanno innanzitutto una notevole passione per gli animali. In loro prevale l’interesse per la natura e la volontà di sviluppare le proprie attitudini che poi possono indirizzare verso il settore produttivo o quello sanitario». Grazie al binomio passione-specializzazione e al forte radicamento della facoltà sul territorio, i laureati a Udine possono trovare impiego negli allevamenti, nelle aziende mangimistiche, nei parchi e riserve naturali, nelle aziende faunistiche e venatorie, nelle cliniche veterinarie, nelle aziende sanitarie o presso gli istituti zooprofilattici. Ricerca al top. La ricerca prodotta dal settore agrario-veterinario dell’università di Udine è al primo posto fra gli atenei italiani di medie dimensioni. È quanto emerge dal primo rapporto di valutazione della ricerca, relativo al triennio 2001-2003, realizzato dal Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca (Civr) istituito dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca che ha promosso a pieni voti l’attività di ricerca dell’ateneo friulano. Dagli allevamenti domestici alla fauna selvatica. Medicina veterinaria propone quattro corsi di laurea triennali, Scienze della produzione animale, Igiene e sanità animale, Biotecnologie e il corso di laurea internazionale in Biotecnologie orientate alla creazione d’impresa, e le lauree specialistiche in Acquacoltura, Biotecnologie sanitarie e Nutrizione, allevamento e benessere animale. Scienze della produzione animale è caratterizzato da due orientamenti. Quello dedicato all’allevamento animale si occupa della gestione tecnica ed economica delle aziende agro-zootecniche, dei metodi di alimentazione e nutrizione, del miglioramento della qualità delle carni e della produzione dei mangimi. L’altro, invece, uno dei pochi nel suo genere in Italia, fornisce una adeguata preparazione ecologico-gestionale che permette al laureato di operare nella programmazione e nel controllo ecologico dell’ambiente e nella gestione faunistica. Verso le “professioni sanitarie veterinarie”. Tutti i settori della medicina veterinaria ormai necessitano di ulteriori profili professionali che sappiano lavorare con e per il medico veterinario. Inaugurando un filone innovativo, che risponde a reali esigenze provenienti dal mercato del lavoro, la facoltà udinese ha puntato fin dall’inizio sulla formazione di “ausiliari veterinari”. Dal 1999 è attivo il corso in Igiene e sanità animale che forma laureati in grado di collaborare con il medico veterinario nella gestione igienico-sanitaria degli allevamenti, di operare nel controllo sanitario dei prodotti di origine animale, e come infermieri o tecnici biomedico-veterinari negli ambulatori veterinari. Detective di laboratorio. Niente di più attuale in tempi di frodi alimentari e influenza aviaria. Il biotecnologo veterinario può operare nei laboratori che si occupano di diagnostica veterinaria e di messa a punto di vaccini per animali, lavorare sulla selezione genetica per quanto riguarda la trasmissione dei più importanti caratteri zootecnici (carne, latte e precocità ad esempio) oppure sulla selezione dei marcatori genetici. Il corso interfacoltà in Biotecnologie forma un super tecnico di laboratorio laureato che sa impostare quel lavoro di laboratorio che, grazie alla biologia molecolare, porta a identificare e studiare le patologie animali o verificare la sicurezza degli alimenti. Laurea europea. Una grande opportunità per studiare, e lavorare, anche all’estero, grazie ad un titolo riconosciuto in undici Paesi europei e a tre anni di attività didattica svolta in lingua inglese. Il corso di laurea internazionale in Biotecnologie orientate alla creazione d’impresa è organizzato da un consorzio del quale fanno parte, oltre all’università di Udine, il King’s College di Londra, la Charles University di Praga, e gli atenei di Bonn, Budapest, Gdanks, Lecce, Lisbona e Perugia. Al termine, il laureato, oltre ad essere diventato un ottimo biologo molecolare, avrà conosciuto direttamente il mondo delle imprese perchè l’ultimo semestre è dedicato esclusivamente allo svolgimento di un progetto di ricerca in aziende e laboratori di un Paese aderente al consorzio. Sono in pieno sviluppo, inoltre, i progetti di internazionalizzazione dei corsi di studio, soprattutto verso Est, grazie anche alle convenzioni con le facoltà di Veterinaria di Lubiana e Zagabria. Veterinari specializzati Si formano all’università di Udine i migliori veterinari italiani nel settore dell’acquacoltura. Punto di riferimento riconosciuto a livello nazionale, la Scuola di specializzazione in Allevamento, igiene, patologie delle specie acquatiche e controllo dei prodotti derivati, accoglie medici veterinari provenienti da tutto il Paese. «La scuola – spiega il prof. Galeotti – trasmette il migliore know how disponibile nel settore dell’acquacoltura e delle malattie delle specie ittiche, fornendo anche una preparazione specifica sull’ispezione e la vigilanza dei prodotti ittici, e sulle tecnologie impiegate nell’industria di trasformazione».       Sui pascoli della Carnia per tutelare gli allevamenti     Ha realizzato il suo grande sogno: lavorare per la sua terra, la Carnia. Simona Rainis, di Amaro, laureata in Scienze della produzione animale, è la coordinatrice della sede di Tolmezzo dell’Associazione allevatori del Friuli Venezia Giulia. «Ho scelto questo corso di laurea – spiega Simona – perchè sono sempre stata attratta dalla zootecnia, anche se non mi interessava l’aspetto prettamente sanitario e quindi diventare una veterinaria. Ho trovato un ambiente stimolante e vivace che mi ha permesso di laurearmi in modo brillante e con molta soddisfazione». La scelta dell’indirizzo in Acquacoltura per poter studiare un settore non tradizionale si è subito dimostrata vincente. «Le sinergie con i professori – racconta Rainis – hanno consentito a noi studenti di avere la possibilità di viaggiare, conoscere le realtà produttive e partecipare a vari progetti di studio». Così, per un mese, in Ungheria, grazie al progetto Copernicus, Simona ha potuto visitare i principali centri ittici del Paese, alcune università e centri di ricerca. Dopo la laurea, il dottorato di ricerca in Acquacoltura e qualità del prodotto. «Un passaggio naturale grazie al quale ho avuto la possibilità di lavorare a molti progetti, pubblicando i risultati su riviste internazionali, e tenere alcuni corsi didattici», precisa Simona Rainis che, per completare la sua formazione, ha trascorso sei mesi all’istituto di Biologia marina di Creta: «Un’esperienza fruttuosa sia dal punto di vista professionale, con la pubblicazione di alcuni articoli scientifici e l’approfondimento dell’inglese e dello spagnolo, sia dal punto di vista personale». Completato il dottorato, l’Associazione allevatori del Friuli Venezia Giulia non se l’è lasciata sfuggire e ora si occupa dell’assistenza tecnica alle aziende agricole montane e, in particolare, degli allevamenti bovini. «Sono molto soddisfatta – sottolinea Simona – di lavorare a contatto con gli allevatori, di interagire con le istituzioni e di impegnarmi per favorire e tutelare la zootecnia in Carnia».  
Stefano Govetto