Rassegna stampa | qui.uniud | Uniud
Copertina numero 27
27
NUMERO 27
mar - apr 2008
Copertina numero 26
26
NUMERO 26
gen-feb 2008
Copertina numero 25
25
NUMERO 25
nov - dic 2007
Copertina numero 24
24
NUMERO 24
sett - ott 2007
Copertina numero 23
23
NUMERO 23
mag - giu 2007
Copertina numero 22
22
NUMERO 22
mar - apr 2007
Copertina numero 21
21
NUMERO 21
gen - feb 2007
Copertina numero 20
20
NUMERO 20
nov - dic 2006
Copertina numero 19
19
NUMERO 19
lug - ott 2006
Copertina numero 18
18
NUMERO 18
mag-giu 2006
Archivio di tutte le riviste Archivio di tutte le riviste
Ricerca nell'archivio Cerca

ufficio.stampa@amm.uniud.it

Per tutto il 2006 in mostra a Damasco i tesori degli Indiana Jones friulani

Grande successo per la prima mostra sulla città di Qatna. Dopo sette anni di scavi, esposti al pubblico 300 reperti. Cominciato il restauro del Palazzo reale. Fra un anno l’inaugurazione del Parco archeologico.
Una statua in basalto di un re siriano del 1700-1600 a.C. seduto sul trono con il caratteristico “mantello siriano” a bordi rigonfi, 50 tavolette cuneiformi del 1400-1300, oltre 500 intarsi di avorio di elefante e corno di cervo che decoravano mobili pregiati. E poi ancora più di 200 cretule (ovvero sigillature in argilla) di cui circa 60 con impronte di sigillo cilindrico o di scarabeo, armi in bronzo, ceramica dipinta. Ma non solo. C’è anche lo scheletro che documenta un omicidio di quasi quattromila anni fa insieme ai preziosi reperti ritrovati dagli archeologi dell’università di Udine, diretti da Daniele Morandi Bonacossi, ed esposti nella mostra archeologica “La metropoli dell’Oronte. Arte e archeologia dell’antico regno di Qatna”, ospitata, dopo l’inaugurazione ad Homs lo scorso settembre, al museo nazionale di Damasco, dove rimarrà per tutto il 2006. Un grande successo per la prima esposizione sulla città di Qatna, che sancisce la conclusione dei primi sette anni di scavi a Tell Mishrifeh, l’antica Qatna, che, proprio la sua ubicazione geografica, fu, insieme a Mari e ad Aleppo, una delle tre più importanti capitali della Siria fra II e I millennio a. C. Oggetto di campagne di scavo da parte dell’ateneo friulano a partire dal 1999 che hanno portato alla luce oggetti di straordinario valore scientifico e culturale, il sito di Tell Mishrifeh è oggi il più grande cantiere archeologico aperto in Siria e uno dei maggiori dell’intero Vicino Oriente: l’insediamento urbano è esteso su 110 ettari, circondato da un imponente sistema di terrapieni di fortificazione di un chilometro per lato che raggiunge ancora oggi un’altezza di 20 metri. All’inaugurazione della mostra, che ha avuto un grande successo di pubblico, ha partecipato anche una delegazione dell’università di Udine formata dal rettore Furio Honsell, dal delegato agli Scavi archeologici Mario Fales. Numerose le autorità che non hanno voluto mancare al taglio del nastro: Francesco Cerulli, Ambasciatore d’Italia in Siria, Mahmud Sayed, Ministro della Cultura siriano, Bassam Jamous, direttore generale delle Antichità e dei Musei di Siria. Nell’esposizione sono esposti circa 300 oggetti che abbracciano l’intera storia del sito di Tell Mishrifeh dalla fondazione attorno al 2.600 a.C. al suo abbandono nel 700 a.C.: ben 150 reperti sono stati ritrovati dall’équipe scientifica dell’università di Udine, con il contributo di oltre 50 studenti e dottorandi del corso di laurea in Conservazione dei beni culturali. Alcuni di questi reperti saranno esposti nel 2008 al Metropolitan Museum di New York nella grande mostra archeologica dedicata a Siria, Libano e Palestina nel II millennio a.C. Accanto ai lavori di scavo archeologico, inoltre, è stato iniziato un ampio programma di restauro e valorizzazione in chiave turistica dei resti del monumentale palazzo reale di Qatna. Fra un anno questo progetto sfocerà nella creazione di un grande parco archeologico, che renderà le rovine della città fruibili ai turisti. Per l’inaugurazione è stata approntata la prima parte del restauro del Palazzo, per il quale sono stati prodotti 150 mila mattoni crudi. Il monumentale palazzo fu costruito verso il XVII-XVI sec. a.C. e il suo gigantesco sistema di fondazione, spesso, in alcuni settori, fino a quasi 10 m e profondo fra i 5 e i 7 metri, distrusse in maniera estensiva la sottostante e più antica necropoli. I lavori sono caratterizzati da un approccio scientifico interdisciplinare, che ricostruiscee la storia, le relazioni culturali e il contesto ambientale dell’antica metropoli. Anche la specificità della mostra, dunque, è quella di illustrare la vita di questo grande centro urbano in tutti i suoi aspetti: economia (attività tessile, agricoltura, produzione e conservazione del cibo, produzione di intarsi in avorio, manifattura di ceramica), commercio (ceramiche importate da Cipro, Micene, dalla Mesopotamia, Levante meridionale, vasi in calcite egiziani), amministrazione (tavolette cuneiformi con testi di carattere amministrativo, sigilli e cretule con impronte di sigilli), culto dei morti (tombe di adulti e bambini con corredi), arte (intagli in avorio, corno e osso, gioielli, metallurgia, sigilli, statue).       Accordi con le università siriane e scavi sulla via carovaniera     L’università di Udine continuerà a scavare fino al 2010 a Tell Mishrifeh, in quello che rappresenta oggi il più grande cantiere archeologico aperto in Siria e uno dei maggiori dell’intero Vicino Oriente, per riportare alla luce, dopo Tremila anni, l’antica Qatna, la grande capitale della Siria centrale, sorta in un’ansa del fiume Oronte, a 18 chilometri dalla città di Homs, in una posizione strategicamente cruciale, nel punto di incontro delle vie carovaniere attraverso il deserto siro-arabico tra la Mesopotamia e il Levante. Ma non basta. A partire dal 2006 prenderà avvio anche un nuovo ambizioso progetto. Gli archeologici dell’università di Udine effettueranno per la prima volta la ricognizione delle vie carovaniere che attraversavano la Mesopotamia, passando per Palmira, e arrivando a Qatna e al Mediterraneo. È quanto prevede l’accordo firmato dal rettore dell’università di Udine, Furio Honsell e dal Ministro della Cultura della Siria, Mahmud Sayed, alla presenza di Francesco Cerulli, Ambasciatore d’Italia in Siria, Bassam Jamous direttore generale delle Antichità e dei Musei di Siria, nonché della delegazione dell’università di Udine formata da Daniele Morandi Bonacossi, direttore degli scavi di Qatna, Mario Fales, delegato del Rettore agli scavi archeologici e Angelo Marzollo, delegato del Rettore per gli scambi con il Vicino Oriente. Nel corso dell’incontro il rettore Honsell ha consegnato alla Direzione Generale delle Antichità e dei Musei di Siria una borsa di studio triennale del valore di 35 mila euro affinché uno studente siriano svolga il dottorato di ricerca in Archeologia del Vicino Oriente all’università di Udine. L’ateneo friulano ha anche dato il via a tre importanti partnership di ricerca con le università di Damasco, Homs e Aleppo, non soltanto nel settore dell’archeologia, ma anche in quelli dell’ingegneria sismica e dell’agricoltura.