Le lauree del futuro? Multidisciplinari e specialistiche
L’offerta didattica non si “legge” più come una volta: oltre ai titoli dei corsi di laurea, oggi conta anche andare tenere d’occhio quanti “curricula” offre ogni corso. All’ateneo friulano esistono ben 95 percorsi diversi, suddivisi in lauree triennali e biennali. Ecco a cosa servono.
I corsi di studio cambiano. E lo fanno per garantire allo studente non soltanto l’acquisizione di saperi, ma anche di un metodo: “imparare ad imparare”. Perché è quello che serve di più per inserirsi nel mercato del lavoro.
Chi pensa che imparare voglia dire acquisire quante più nozioni possibili, è meglio che cambi idea. I tempi dei modelli educativo di tipo “trasmissivo-enciclopedico” sono finiti. I percorsi di studio per arrivare alla laurea sono cambiati. E non soltanto per effetto della riforma (del 3+2 prima e del 2+2+1 poi), ma anche del modo di intendere il sistema del sapere. I laureati di domani si trovano di fronte così ad una nuova sfida: sono chiamati non soltanto ad imparare, ma ad “imparare ad imparare”. Ad acquisire un metodo, dunque, e non soltanto conoscenze, per permettere loro di non far “invecchiare” il sapere acquisito.
Dai contenuti alle competenze. Le discipline non si possono ridurre ad un archivio di conoscenze. I giovani devono essere produttori critici e consapevoli di sapere e non puri ricettori. Le conoscenze oggi sono in così rapida trasformazione che non basta soltanto sapere, ma anche apprendere le strategie per acquisire nuove conoscenze. L’approccio interdisciplinare alle diverse aree del sapere diventa un aspetto essenziale della formazione dello studente. Nella sostanza, questo obiettivo si è tradotto nella nascita di corsi di studio sempre più multidisciplinari e specialistici. Si realizzano corsi di laurea in cui più discipline, anche apparentemente distanti fra di loro, sono collegate in quanto affrontano da prospettive diverse il tema in questione. Attorno ad un problema, dunque, si organizzano conoscenze e metodi di origine diversa, in alcuni casi dando origine anche a nuove aree disciplinari. Si affronta il problema della professionalizzazione attraverso un percorso più coerente e specifico rispetto al passato, anche se, all’apparenza, meno libero. In realtà, attraverso percorsi costituiti di moduli, percorsi, orientamenti, piani di studio e curricula, gli obiettivi formativi sono meno caotici e le competenze più garantite. Mutamenti forse passati inosservati, rispetto ai cambiamenti più espliciti della laurea triennale (o “breve” come viene ancora oggi comunemente chiamata dai non addetti ai lavori) o del sistema dei crediti. Mutamenti ben visibili nell’offerta didattica dell’università di Udine, dove sono attivi sette corsi di laurea interfacoltà, dei quali cinque triennali e due biennali. Complessivamente sono presenti ben 95 curricula e percorsi diversi, suddivisi in 39 corsi di laurea, su un totale di 88 corsi attivati: 21 triennali (con complessivi 56 curricula) e 18 magistrali (con 39 curricula). Con le dovute eccezioni, come la facoltà di Medicina, che, da sempre, prevede la scelta della specializzazione dopo la laurea.
Sette corsi pluridisciplinari. Una delle lauree multidisciplinari più amate dagli studenti è quella in Biotecnologie, un corso attivato con la collaborazione di quattro facoltà (Agraria, Medicina, Veterinaria e Scienze) e che presenta 3 curricula: agrario, medico-veterinario e fisico computazionale. Medicina e Scienze della Formazione hanno attivato insieme ben due corsi: la laurea sanitaria in Educazione professionale e il corso in Scienze motorie. Statistica ed informatica per le imprese è stata invece attivata dalle facoltà di Economia e Scienze e a sua volta prevede la scelta fra tre piani di studio (statistica ed informatica per la gestione delle imprese, statistica per l’analisi dei mercati finanziari, statistico e informatico). L’ultima sperimentazione riguarda la laurea in Filosofia e teoria delle forme, nata dalla sinergia delle facoltà di Lettere, Lingue e Scienze della formazione e che permette al suo interno la scelta fra tre diversi percorsi: forme psicologiche e cognitive, forme linguistiche e testuali, forme antropologiche e religiose. Inoltre, è cominciata la sperimentazione dei corsi multidisciplinari anche per le lauree di secondo livello: sono state attivate quella in Statistica ed informatica per le imprese e quella in Biotecnologie sanitarie.
Passante o professionalizzante? La facoltà di Ingegneria è sicuramente quella che ha scelto il maggior numero di percorsi (34 in tutto, 18 per le 7 lauree triennali e 16 per le 6 biennali). Ogni percorso di studio triennale è diviso in due curricula, denominati “passante” e “professionalizzante”. Il primo è indicato per chi ha già le idee chiare e sa di volersi iscrivere al biennio specialistico. Seguendo questo curriculum, lo studente potrà farlo senza alcun debito formativo, purché abbia ottenuto la laurea triennale con un punteggio non inferiore a 90/100. In particolare, poi, per fare solo qualche esempio, chi si iscrive a Ingegneria civile può scegliere fra il curricula costruzioni, edilizia o tecniche costruttive, mentre l’ultima novità è il curriculum di ingegneria del legno. Un’ulteriore peculiarità riguarda la laurea in Scienze dell’architettura che prevede quattro curricula: disegno industriale, progettazione e restauro del paesaggio, progettazione e recupero dell’architettura, tecnica dell’edilizia. I primi tre consentono il passaggio alla laurea specialistica in Architettura con il totale riconoscimento dei crediti acquisiti, mentre il curriculum Tecnica dell’edilizia consente di accedere all’esame di stato per geometra senza ulteriori attività di tirocinio.
Meglio il foro o l’impresa? C’è quello forense, quello internazionale e comunitario o economico e delle imprese: anche la giovane laurea in Giurisprudenza si è già dotata di un’ampia diversificazione dei suoi corsi in Scienze giuridiche. Tre su cinque corsi triennali della facoltà di Economia prevedono una scelta fra più piani di studio, mentre delle quattro lauree triennali della facoltà di Lingue, ben tre presentano una vasta offerta di curricula. Anche le lauree considerate tradizionali, infatti, sono cambiate: il corso triennale in Lettere, per fare solo un esempio, prevede ben sei curricula, dalle lettere classiche alla geografia. L’elenco sarebbe lungo. Ora servirà monitorare i risultati che questi cambiamenti produrranno fra qualche anno sul titolo di studio e il conseguente inserimento nel mercato del lavoro.
Simonetta Di Zanutto