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È nata Multiverso

Il panorama editoriale si è arricchito di una nuova rivista pensata per approfondire temi e argomenti ritenuti rilevanti per il nostro presente. Si chiama “Multiverso” e si colloca in una dimensione multiculturale e multidisciplinare, che allarga all’universale dell’uomo le ottiche del discorso corrente. Il suo nome rimanda alla molteplicità dei linguaggi utilizzati. Le stesse forme di espressione, al suo interno, sono molteplici e diversi sono gli stili narrativi: alcune parti sono riservate al trattamento del tema attraverso immagini, in altre, invece, viene ospitato il contributo di osservatori speciali. Proposta dall’università di Udine ed edita dalla Forum editrice universitaria, Multiverso è una rivista di interesse generale, non di settore, ma di alta qualità scientifica e culturale: uno spazio libero e aperto di dibattito in cui discutere i problemi che inquietano la contemporaneità per cercare risposte o nuove domande non scontate. “Multiverso non perché l’universo non basta più o si vuole salpare per improbabili odissee negli spazi ultrasiderali, presi da un delirio di onnipotenza intellettuale – scrive Andrea Csillaghy nell’editoriale del primo numero -. Semmai è vero il contrario: non credere più nell’universale del fare, del dire e del sapere. E non credere nei saperi affidabili, unidirezionali, unidisciplinari, ancorati a solide competenze tradizionali. Tutto, o molto, oggi è diffidabile. Perciò la diversità dei saperi, dei punti di partenza, degli approcci esplorativi, è il metodo prescelto”. Un fascicolo reversibile, dalla grafica particolarmente raffinata, arricchito di illustrazioni, testi letterari, citazioni e suggerimenti bibliografici che moltiplicano concretamente e virtualmente i contenuti degli articoli e del portfolio fotografico centrale. Il tema del primo numero si presta alla trattazione multidisciplinare: la fenomenologia dello scarto e dell'abbandono è amplissima - migrazioni, dismissioni, dimenticanze, rifiuti, emarginazioni, esclusioni, soppresioni, mutazioni, mode, modelli, recuperi, riciclaggi, delocalizzazioni, omologazioni, discariche, collezioni, musei, ghetti - e non di rado di doppia, o multipla connnotazione morale o economica o estetica o culturale. La rivista (che ha periodicità semestrale ed è in vendita nelle librerie) ha carattere monotematico: il primo numero affronta il delicato tema degli Scarti e abbandoni ed è stato curato da Gian Paolo Gri e Mauro Pascolini, entrambi docenti dell’ateneo udinese. Oltre ai loro interventi, vi si possono leggere gli scritti di Marco Aime, Roberta Altin, Tiziana Nicoletta Beltrame, Nicola Borgo, Liza Candidi T. C., Paolo Castelnovi, Andrea Csillaghy, Concetta Giannangeli, Magda Guarin, Ugo Leone, Francesco Messina, Ettore Mo, Giorgio Osti, Pietro Pissi, Donatella Ruttar, Sabrina Tonutti, Roberta Valtorta, Loris Vescovo, Elisabetta Visalberghi, Alex Zanotelli. Multiverso è stata presentata lo scorso ottobre in un contesto che rappresenta esso stesso un caso di abbandono, a cui è seguito un riuscito recupero strutturale ed è ora luogo d’incontro e di cultura: il Cinema Visionario a Udine. Alla presentazione è seguito un recital inedito di David Riondino, il noto cabarettista che si è cimentato nella semiseria “Fermata provvisoria”. Anche il suo spettacolo ha tratto i temi dell’abbandono, seppur con la leggerezza di chi sa scherzare e sdrammatizzare. Il tema del secondo numero sarà “Flessibilità e plasticità” trattato da molteplici approcci. Tra questi anche il testo inedito di Frityof Capra titolato 'Living networks'. Capra è uno dei fondatori del Center for Ecoliteracy di Berkeley, autore de 'Il Tao della fisica' e 'La rete della vita'. L'articolo che apparirà su Multiverso riprende alcuni concetti del suo ultimo libro 'La scienza della vita'.