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Restaurata la musica di Luigi Nono

Dal Friuli la musica elettronica di Luigi Nono ri-suonerà in tutta la sua prepotente bellezza attraverso le armonie restaurate con lavoro certosino dal Laboratorio Mirage dell’Ateneo di Udine. Il progetto di conservazione e restauro delle opere del celebre compositore veneziano è stato, infatti, affidato al laboratorio di eccellenza del corso di laurea in Discipline delle arti della musica e dello spettacolo dell’Università friulana a Gorizia, punto di riferimento europeo per il restauro del suono, da Casa Ricordi, divisione di BMG Music Publishing Italy, in collaborazione con lo Studio di fonologia musicale della Rai di Milano, con uno storico accordo che è stato recentemente presentato dal direttore di Mirage, prof. Angelo Orcalli, e dal managing editor di Casa Ricordi, Marco Mazzolini in uno scenario più che prestigioso, al XLIX Festival internazionale di musica contemporanea alla Biennale di Venezia, a Palazzo Querini Dubois. La musica di Nono restaurata da Mirage ha addirittura aperto l’edizione 2005 della blasonata rassegna musicale internazionale, con i suoni di Y entonces comprendió, un lavoro composto da Nono nel 1969 su cinque poesie del poeta rivoluzionario cubano Carlos Franqui e su alcuni testi di “Che” Guevara, nella nuova versione riportata all’antico splendore dal Laboratorio dell’Ateneo friulano. La ripresa di questo brano - per la sua natura, per le particolarità della sua genesi, per i modi in cui ci è stato trasmesso - solleva importanti questioni filologiche e interpretative, sulle quali si sono confrontati anche Nuria Schönberg Nono (Archivio Nono), Marinella Ramazzotti (Università di Cagliari), Roberto Calabretto (Università di Udine), Stefan Litwin e Alvise Vidolin (Conservatorio di Venezia). Questo accordo siglato con la Ricordi si aggiunge al già sfolgorante palmarès di Mirage, che annovera, fra le altre partnership, la prestigiosa collaborazione con la Fondazione Benetton Iniziative culturali di Treviso che l’anno scorso trasformò il capoluogo isontino nella capitale internazionale del restauro audio, la  culla delle ricerche più innovative sulla conservazione del sonoro attraverso le nuove tecnologie, raccontate dalla viva voce dei massimi esperti internazionali del settore, grazie  alla quarta edizione della Biennale internazionale sul restauro audio, organizzata dal laboratorio di eccellenza del Dams dell’Ateneo friulano a Gorizia. E la feconda collaborazione con la Fondazione trevigiana aveva già portato al restauro del poderoso archivio audio di Fernanda Pivano, che contiene conversazioni, conferenze e momenti di lavoro con scrittori, musicisti e poeti, da Hemingway a Kerouac, da Edgar Lee Masters a Ginsberg e Ungaretti. Un capitolo audio di inestimabile valore della storia della letteratura mondiale che, riversato da Mirage su supporto digitale in copie d’archivio, è finito in mostra a Palazzo Bomben a Treviso nella mostra "Voci-Voices", che ha riscosso un notevole successo. Grazie all’accordo con Ricordi, con un lavoro iniziato a gennaio scorso il laboratorio Mirage ha sinora riversato una quarantina di bobine di vari formati conservate negli archivi Rai (i nastri erano stati realizzati negli studi Rai dai tecnici dell’emittente di Stato guidati da figure storiche come Marino Zuccheri), trasferendo così dal supporto analogico a quello digitale 14 fra le più conosciute opere di Nono, create negli anni ’60 e ’70. Pezzi della storia della musica come "Sofferte onde serene", "Ricorda cosa ti hanno fatto ad Auschwitz", "La fabbrica illuminata", "Contrappunto dialettico alla mente", "Al gran sole carico d’amore" e molte altre ancora. Come spiega il professor Orcalli, «adesso il lavoro continuerà. Dopo il riversamento da analogico a digitale, ora per ogni opera prepareremo una copia conservativa d’archivio, corredata da una scheda critica e catalografica che conterrà tutte le informazioni sulla nuova copia e sul documento originale. È un passaggio cruciale perché Nono era uso segnare tutto sui supporti originali: per non perdere queste importanti informazioni, trasferiremo con scrittura diplomatica tutto quello che il compositore aveva annotato. Non solo: abbiamo addirittura filmato tutto lo scorrimento del nastro in fase di riversamento e allegheremo il filmato alla copia d’archivio in modo che chi prenderà in mano le nostre copie riuscirà a capire anche dove sono state fatte le giunte e in che stato si presentava il nastro».
Camilla De Mori