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Clinica di Pediatria: bambini sempre più obesi

Al Policlinico universitario si cura anche l’eccessivo aumento di peso che coinvolge il 25% dei minor ed è in aumento. Oltre al pronto soccorso che visita ogni anno 16 mila piccoli pazienti. Affetti soprattutto da asma e allergie.
La clinica di Pediatria del Policlinico Universitario di Udine, specializzata nelle maggiori aree in cui sono distribuite le patologie pediatriche, è diretta dal 1991 da Alfred Tenore, nato ad Avellino 64 anni fa, laureato in Biologia negli Stati Uniti nel 1962 e in Medicina e chirurgia a Napoli nel 1970. Specializzatosi in Pediatria e in Endocrinologia pediatrica al Children’s Hospital di Philadelphia, dipartimento di Pediatria dell’Università della Pennsylvania, dal 1988 al 1990 Tenore è professore, vice direttore del dipartimento di Pediatria e direttore della Scuola di specializzazione in pediatria alla Louisiana State University di New Orleans. Nel 1990 si trasferisce a Udine, ricoprendo il ruolo di professore ordinario e direttore della Clinica di Pediatria. Dal 1993 è presidente della Commissione didattica della facoltà di Medicina, dal 1994 è direttore della Scuola di specializzazione in Pediatria e dal 1999 del dipartimento di Patologia e medicina sperimentale e clinica dell’ateneo friulano. Professor Tenore, cosa si intende per età pediatrica? “La pediatria si occupa dei bambini dal mese di vita ai 18 anni di età. Il bambino, dalla nascita ai primi 28 giorni di vita, viene, infatti, seguito dalla Neonatologia. Questo avviene nella maggioranza dei Paesi europei. Dunque si capisce come la pediatria sia un settore della medicina di vitale importanza, occupandosi della salute dei lattanti, dei bambini e degli adolescenti. In particolare, l’età adolescenziale, costituisce un periodo molto delicato della vita dell’individuo, tanto che oggi è oggetto di uno specifico indirizzo specialistico della pediatria”. Quando e com’è nata la Clinica di Pediatria del Policlinico Universitario? “Prima della nascita della clinica universitaria esisteva un reparto ospedaliero di pediatria. Con la costituzione della facoltà di Medicina dell’università di Udine e, quindi, delle cliniche universitarie, si decise la separazione dell’Unità operativa di Neonatologia, comprendente il Nido e la Terapia intensiva neonatale, rimasta all’Azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia, dalla Pediatria, passata all’università. Tutto ciò avvenne il 1 ottobre 1991. Allora si costituì la pediatria del polo sanitario udinese”. Come si è sviluppata negli anni la clinica? “Quando sono arrivato esisteva già il pronto soccorso, che ancora oggi non è riconosciuto a livello regionale, ed il reparto. I medici erano tutti pediatri di pediatria generale, non vi erano indirizzi specifici. Uno dei primi obiettivi da raggiungere fu quello di indirizzare i medici verso una sub-specializzazione. Oggi abbiamo sette aree specifiche che coprono i settori in cui sono statisticamente più numerose le patologie pediatriche”. Quali le specializzazioni presenti? “L’endocrinologia, con particolare attenzione all’obesità. La diabetologia. La nefrologia, che segue le patologie renali e delle vie urinarie. La neurologia, che segue i pazienti con patologie neurologiche acute o croniche, quali l’epilessia e la cefalea. La bronco-pneumologia si occupa delle problematiche allergologiche e pneumologiche, che sono le più diffuse patologie del bambino e sono in continuo aumento. L’emato-oncologia si occupa dei bambini con tumori di varia natura e patologie ematologiche. La gastroenterologia si dedica ai problemi di reflusso gastroesofageo, stipsi funzionale e organica, malassorbimento, allergie alimentari e infiammatorie intestinali”. Senza dimenticare la fondamentale attività di pronto soccorso… “Certamente. Il numero di pazienti che visitiamo all’anno va gradualmente e costantemente aumentando. L’anno scorso le visite sono state circa 16 mila, un numero vicino a quello dell’ospedale Burlo Garofolo di Trieste, dove, però, opera un’equipe dedicata di medici e infermieri. Da noi, invece, tutta l’attività ricade sugli 8 medici strutturati del reparto e sugli specializzandi. Per il futuro non possiamo che augurarci di poter contare su maggiore personale, vista la mole di lavoro che ricade sulla clinica”. Un’importante novità è la creazione del dipartimento unico materno-infantile. “Il dipartimento Materno-Infantile, il cui atto istitutivo è stato firmato il 2 agosto scorso, è costituito dalla Neonatologia dell’Azienda ospedaliera, dalla Pediatria e dall’Ostetricia e Ginecologia del Pliclinico. Uno degli obiettivi primari del dipartimento sarà quello di assicurare, così come prevede la legge, che tutti i bambini, per qualunque patologia, vengano ricoverati in un unico reparto pediatrico, cosa che attualmente avviene soltanto in collaborazione con alcune cliniche. Il numero di pazienti, dunque, aumenterà, così come le spese, e dovrà necessariamente aumentare il personale. Spero che questo nuovo dipartimento materno-infantile, voluto dalla Regione e spinto dalle due aziende, possa portare dei risultati in questo senso”. Quali sono le patologie più diffuse in ambito pediatrico, ed esistono regole di prevenzione? “Le patologie più diffuse sono l’asma e le patologie allergologiche, con manifestazioni allergiche, ad esempio, ai cibi. Per l’asma esiste generalmente una predisposizione genetica, cui si associano fattori scatenanti, come il fumo. Lo svezzamento precoce potrebbe, invece, compromettere la salute del bambino dal punto di vista delle allergie. In generale, una buona regola di prevenzione è la normale igiene”. Negli ultimi anni quali patologie sono aumentate? “L’obesità. Si tratta di una malattia sociale che molti, purtroppo, non considerano una patologia e che coinvolge il 25% della popolazione pediatrica comportando molti problemi nell’età adulta. Non sempre è presa nella dovuta considerazione perché un bambino florido viene spesso considerato un bambino sano”. E i pazienti immigrati? “Riscontriamo alcuni rari casi, tra cui la malaria o le infezioni parassitologiche da vermi, che possono creare problemi cerebrali. Si tratta comunque di casi isolati. Uno dei principali problemi che riscontriamo nei bambini e, soprattutto, nelle bambine provenienti da altri Paesi, è la pubertà precoce, ossia uno sviluppo sessuale che si manifesti prima della norma. Non si conoscono ancora le cause di questo fenomeno, ma si stanno conducendo diversi studi in merito”. Quali sono le maggiori difficoltà della clinica pediatrica? “Non abbiamo medici a sufficienza, e nemmeno infermieri. Purtroppo la creazione del dipartimento materno-infantile non potrà sopperire a questa carenza, perché la pediatria è un campo specifico in cui può operare solo personale molto specializzato, non convertibile da altri settori”. Quale il suo auspicio per il futuro? “Per lavorare bene e fare una buona medicina è necessario che le persone non siano stressate, quindi serve più personale sia medico, sia infermieristico, e servono più soldi per acquistare gli strumenti adeguati per il bene dei pazienti. Occorre, infine, un ambiente accogliente, ma questo è sicuramente un obiettivo che stiamo ampiamente raggiungendo anche grazie all’Abio (Associazione del bambino in ospedale), i cui volontari svolgono attività ludica con i pazienti, supportando eventuali necessità delle famiglie durante la degenza”.         Asma Ko grazie a macchinari innovativi   Tra le diverse specializzazioni esistenti all’interno della clinica di Pediatria del Policlinico universitario, da segnalare il servizio di allergo-pneumologia, dedicato alla diagnosi precoce e alla cura delle patologie delle vie respiratorie, che sono in continuo aumento nei bambini. Il 27% dei bambini residenti in Friuli Venezia Giulia soffre di queste malattie, che costituiscono il 50% di tutte le patologie infantili, soprattutto sotto i 5 anni d’età. La causa principale di questo fenomeno è l’inquinamento atmosferico. L’ambulatorio, dotato dei migliori macchinari, è diventato punto di riferimento anche al di fuori del Friuli Venezia Giulia. In particolare, grazie al sostegno dell’università di Udine (65 mila euro), della Regione (35 mila euro), della Fondazione Crup (28 mila euro) e dell’Associazione allergie e pneumopatie infantili Alpi (5 mila euro), il laboratorio di Funzionalità respiratoria nel bambino si è dotato di quattro nuove apparecchiature all’avanguardia in Italia ed Europa. Il Masterscreen body, in particolare, consente di eseguire tutte le indagini polmonari nei bambini con più di 4 anni, e nei disabili anche restando nelle carrozzine. Il Masterscreen pediatrico baby body, uno dei primi sistemi spirometrici pneumatoecografici computerizzati in Europa, permette lo studio del respiro dei bambini dalla nascita fino ai 2 anni d’età. Il Modulo per la misurazione dei volumi e delle resistenze polmonari, uno dei pochi presenti in Italia, consente di fare prevenzione e diagnosi in modo molto più dettagliato e preciso. Il Dinamometro di ultima generazione permette la valutazione dei flussi nasali in condizioni basali e dopo aver assunto farmaci. Infine, il Rilevatore dell’ossido nitrico polmonare e nasale, uno dei 5 in Italia, è stato acquisito dalla clinica grazie al contributo di 35 mila euro dall’Unione europea.  
Silvia Pusiol