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La matricola che non ti aspetti

Identikit della matricola. Aumentano le donne e gli studenti degli istituti tecnici, ma anche gli stranieri e gli over-30. Ecco l’inaspettata fotografia dei 4 mila nuovi iscritti all’università di Udine nello scorso anno accademico.
Non sempre matricola fa rima con diciannovenne. Perlomeno all’ateneo friulano, come dimostra la fotografia delle oltre 4 mila matricole iscritte nell’anno accademico 2004-2005 a Udine. Se, com’è ovvio, prevalgono gli immatricolati di 19 anni (il 47,75%) e provenienti dalla provincia di Udine (il 50,79%), nell’identikit della matricola dell’ateneo friulano non mancano le sorprese, segnale del cambiamento che sta attraversando il modo stesso di intendere l’università e che va a sfatare numerosi luoghi comuni. Non è vero, ad esempio, che all’università si iscrivono soprattutto liceali: a Udine il 37,5% delle matricole è rappresentato da ragazzi provenienti dagli istituti tecnici, a cui seguono gli iscritti ad un liceo scientifico (28,4%) e agli istituti professionali (8,4%) e ad altri istituti (7,9%). Ma non solo. All’università non ci si iscrive soltanto a 19 anni. Gli over 30, infatti, rappresentano ben il 7,2% del totale delle matricole. Merito dei corsi di laurea triennale, grazie ai quali è più agevole completare studi precedentemente interrotti e che invogliano persone di tutte le età a ricominciare a studiare. Qualche esempio? L’anno scorso la matricola più “matura” aveva 76 anni. Ed era in buona compagnia di 4 studenti con più di 60 anni e ben 13 con più di 50. A parte le curiosità, dall’analisi condotta dal Centro sviluppo e valutazione dell’ateneo sulle 4.046 matricole dello scorso anno accademico, emerge che sono in aumento le matricole donne (52,6% del totale). Un altro dato per nulla scontato emerge dalla provenienza geografica delle matricole dell’ateneo friulano. Se, com’è naturale, la maggior parte dei nuovi studenti proviene dal Friuli Venezia Giulia e dal Veneto, sorprende trovare al terzo posto gli studenti stranieri, così come al quarto e al quinto rispettivamente quelli provenienti da Sicilia e Campania. Si scopre poi che oltre il 60% dei neo-iscritti era convinto della scelta, mentre il 17% era indeciso se andare a lavorare o continuare a studiare e il 13% ha risolto il dubbio continuando comunque a lavorare durante gli anni universitari. Il 5%, infine, ha smesso di lavorare per iscriversi all’università. Gli indecisi si sono convinti da soli, grazie soprattutto dalle informazioni che hanno acquisito (17%), e non tanto sotto la spinta dei genitori (3,2%) o degli amici (2,5%). Ma per quale motivo questi ragazzi hanno deciso di iscriversi all’università? Il 57,8% per conoscere uno specifico settore di interesse, ma anche la prospettiva di un lavoro è in cima ai pensieri dei giovani: il 32% si è iscritto con l’intenzione di svolgere un’attività per la quale è necessaria la laurea, il 29,5% ritiene che con la laurea sia più facile trovare lavoro.