Visione artificiale: ecco le tecniche per dare più sicurezza ai cittadini
Nuovo laboratorio "misto" fra università di Udine e imprese Eidon e Kaires. Userà algoritmi "intelligenti" in grado di superare i limiti umani. Avrà sede nel Parco scientifico e tencologico.
Un sistema “intelligente” basato su modelli di reti neurali artificiali in grado di comprendere in tempo reale se ciò che accade in una scena, osservata ad esempio attraverso un video, è una normale immagine di vita cittadina o un flusso regolare di traffico o, al contrario, una situazione anomala o pericolosa come uno scippo, il danneggiamento di un monumento, un rallentamento del traffico, un bagaglio abbandonato in un aeroporto. Non si tratta della trama di un film di fantascienza, ma di una possibilità molto vicina ad essere realizzata e che permetterà numerose applicazioni pratiche per aumentare la sicurezza dei cittadini. È questo uno dei campi di ricerca del nuovo laboratorio “misto” università-impresa “VISIONe”, nato dalla collaborazione fra il laboratorio “Avires” di visione artificiale e sistemi real-time, coordinato dal professor Gianluca Foresti e composto dai ricercatori Christian Micheloni, Claudio Piciarelli e Lauro Snidero dell’università di Udine, la società di ingegneria e ricerca “Eidon” e il laboratorio privato “Kaires”, attivo nell’ambito del supporto organizzativo, amministrativo e gestionale per progetti di ricerca applicata ed innovazione.
La “homeland security si basa sui recenti studi dei sistemi real-time di visione artificiale, che hanno portato allo sviluppo di algoritmi “intelligenti” in grado di interpretare il contenuto semantico di una scena osservata con sensori eterogenei come video, infrarosso, sonar o laser. Questi sistemi sono utili in tutti i casi in cui è necessario effettuare un’interpretazione della realtà, in quanto il loro valore aggiunto rispetto a quelli tradizionali consiste nella capacità di superare i limiti umani, come il calo di attenzione dell’operatore preposto a controllare i dati provenienti da decine e decine di sensori. Il laboratorio, che avrà sede nel Parco scientifico e tecnologico di Udine, costituirà un’occasione di formazione “sul campo” per ricercatori e studenti e, oltre all’homeland security, avrà altre tre importanti aree di intervento.
La fusione dati ed informazioni consente di effettuare ricerche avanzate con l’obiettivo di trovare tecniche di fusione ed aggregazione dei “metadati” che permettano nuove possibilità di ricerca per contenuto semantico. L’“ambient intelligence” è un vastissimo insieme di metodi e tecniche che mirano a progettare un ambiente in grado di interagire attivamente con le persone migliorando la qualità della vita: l’ambiente diventa tecnologico grazie a sensori distribuiti ma “invisibili” che non interferiscono con le persone ma all’occorrenza forniscono loro dati e funzionalità. Una possibilità straordinaria sia per chi si trova in una stazione ferroviaria e può ricevere sul palmare le informazioni utili ma molto utile anche per semplificare la vita delle persone disabili. Infine la comunicazione multimediale può essere applicata in numerosi settori (medicina, videosorveglianza, telecontrollo, teledidattica) e può avere sviluppi interessanti soprattutto nelle aree montane e nelle zone che lamentano carenze di servizi.