Gli scavi in un convegno e in un libro
I risultati scientifici finora conseguiti dalla Missione archeologica italo-siro-tedesca a Tell Mishrifeh, l’antica capitale Qatna, sono stati presentati dal 9 all’11 dicembre a Udine nel corso del convegno internazionale, promosso dal dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’ateneo di Udine, “Urban and natural landscapes of an ancient syrian capital.
Settlement and environment at Tell Mishrifeh/Qatna and in central-western Syria ”. I risultati del convegno saranno raccolti nel quarto volume della serie monografica Excaving Qatna, pubblicato dalla Missione congiunta, il cui primo volume, apparso recentemente, è dedicato alla presentazione dei risultati conseguiti nelle campagne 1999 e 2000. Il secondo volume, in preparazione, conterrà un vasto rapporto preliminare di scavo sulle campagne 2001-2004. Il convegno, cui hanno partecipato una trentina di relatori, ha fatto il punto dei lavori svolti dal 1999 ad oggi. In particolare, gli studiosi si sono concentrati sulla ricostruzione dell’ambiente antico e della sua evoluzione, per cause naturali e antropiche, fra il tardo Pleistocene e il tardo Olocene (40.000-700 a.C. ca.). Sono stati presentati i risultati delle indagini archeologiche, geoarcheologiche, palinologiche, archeobotaniche, archeozoologiche, antropologiche, filologiche, e gli argomenti trattati hanno da una parte contestualizzato il sito di Mishrifeh da un punto di vista archeologico e ambientale (vegetazione, fauna, idrologia, acqua e altre risorse), dall’altra hanno esaminato l’interazione fra ambiente naturale e insediamento umano e strategie di sussistenza. Oltre agli archeologi impegnati sul sito, al convegno sono intervenuti gli studiosi operanti nelle regioni adiacenti della Siria centro-occidentale, che hanno illustrato le loro ricerche sulla fascia costiera, sulla valle dell’Oronte e sulla steppa semiarida della Palmirena, con l’obiettivo di delineare una ricostruzione generale dell’insediamento e dell’ambiente nella vasta regione compresa fra la costa mediterranea e la steppa della Shamiyah, basata sulle evidenze archeologiche e paleoambientali e sui dati forniti dalle fonti cuneiformi.