Boncinelli, primo laureato ad honorem in Medicina a Udine
Per i meriti acquisiti nel campo delle neuroscienze e, in particolare, per i fondamentali contributi dati alla comprensione dei meccanismi biologici dello sviluppo embrionale degli animali superiori e dell’uomo, Edoardo Boncinelli ha ricevuto la prima laurea honoris causa in Medicina e chirurgia conferita dall’Università di Udine. La cerimonia si è tenuta lo scorso 27 ottobre. Giuseppe Damante, docente di Genetica medica ha pronunciato la laudatio, mentre la lectio doctoralis di Edoardo Boncinelli era intitolata “ L’origine della forma vivente”.
"Il riconoscimento che l’Università di Udine conferisce a Boncinelli ha spiegato Damante vuole esprimere un grazie non solo per i progressi che ha determinato a livello della conoscenza, cioè non solo per cosa ha fatto ma anche per come lo ha fatto". Tutte le sue scoperte sono molto importanti per la medicina. In particolare, "il contributo fondamentale che ha dato per la comprensione di come in ognuno di noi si generi la parte più nobile del cervello. Il gruppo di Boncinelli continua l’autore della laudatio è tra i primi a ottenere dati che indicano come gli stessi geni che sono importanti per lo sviluppo, possono avere un ruolo in molte patologie, come il cancro".
Per il rettore Furio Honsell celebrare Edoardo Boncinelli, biologo di fama internazionale e primo laureato ad honorem della facoltà di Medicina dell’ateneo friulano, significa portare il migliore esempio di "“studente” modello di una facoltà modello".
Fisico di formazione, Boncinelli si è dedicato allo studio della genetica e della biologia molecolare degli animali superiori e dell’uomo, contribuendo in modo fondamentale alla comprensione dei meccanismi biologici dello sviluppo embrionale degli animali superiori e dell’uomo. Con la sua equipe ha individuato e caratterizzato molti geni che controllano il corretto sviluppo del corpo, dalla testa al coccige. "Una nazione moderna ha detto Boncinelli vale in proporzione al proprio potenziale tecnico-scientifico. Quindi un Paese non può trascurare la ricerca scientifica. In Italia però si investe poco, abbiamo pochi spazi e, soprattutto, non abbiamo una mentalità meritocratica.
Fare ricerca è il mestiere più bello che ci sia. Si gode di una libertà pressoché assoluta e si soddisfa anche la propria curiosità. Da non trascurare poi il fatto che si viaggia molto e si parla un linguaggio comune incontrando persone di tutto il mondo. Qualcuno può pensare che si sia già scoperto tutto, ma non è vero. In biologia, In particolare, c’è ancora tutto da scoprire".