Come ti conquisto la Cina
Con un Pil che cresce almeno dell’8% l’anno, 71 miliardi di dollari di investimenti stranieri solo nel 2003, due milioni e mezzo di nuovi imprenditori, il “miracolo cinese” è una realtà economica con cui bisogna fare i conti.
Se americani, britannici e tedeschi se ne sono accorti da tempo, gli italiani se ne stanno accorgendo ora con un po’ di ritardo. A questo proposito i dati rivelano come solo nel 2003 l’import italiano dalla Cina abbia registrato un aumento del 38%. Il gigante asiatico che per molte imprese è certamente una minaccia, può tuttavia diventare anche una grande opportunità.
Per far luce sui problemi gestionali connessi all’attivazione di una base di produzione e approvvigionamento in Cina ha lavorato un progetto di ricerca co-finanziato dall’Unione europea e coordinato dal prof. Guido Nassimbeni dall’Università di Udine, in collaborazione con l’Università di Magdeburgo e il NCSTE di Pechino.
Il gruppo ricercatori friulani ha analizzato un campione di imprese (Asem, Black&Decker, Geox, Danieli, De-Ta , Safilo, Savio, Thun, Trudi) considerate esemplari nella loro capacità di fruttare le opportunità offerte dal mercato cinese. Dal progetto è nato il libro “Approvvigionamenti in Cina.
Strategie, metodi, esperienze” pubblicato da IlSole24ore, prefazione di Cesare Romiti. Il volume chiarisce come la costituzione di una base di approvvigionamento nel Paese del Dragone sia il punto di arrivo di un processo consapevole e pianificato.