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Reumatologia assiste 10 mila malati Intervista al direttore De Vita

La clinica del Policlinico universitario è l’unico punto di riferimento in Friuli - Venezia Giulia. E non solo: oltre 20% dei pazienti arriva da fuori regione.
Nato a Udine, laureato all’università di Trieste, specializzato in reumatologia, immunologia clinica e allergologia, Salvatore De Vita, 41 anni, lavora a Udine dal 1998, ricercatore, professore associato e direttore della scuola di specializzazione in Reumatologia all’ateneo friulano. Dal dicembre 2003 De Vita è direttore, erede di Gianfranco Ferraccioli, della clinica di Reumatologia del Policlinico universitario di Udine. Due i suoi principali obiettivi: continuare a coniugare e potenziare l’attività assistenziale e la ricerca di eccellenza, e rendere operativo il programma per la creazione di una rete assistenziale reumatologica in regione, "di cui – annuncia De Vita – esiste un progetto scritto, visionato e accolto con totale convergenza da medici, malati ed esponenti della sanità regionale". Professor De Vita, di che cosa si occupa la reumatologia? "Cura le malattie dell’apparato locomotore e dei tessuti connettivi, che sono la prima causa in assoluto di disabilità nei paesi industrializzati. Si tratta di malattie che possono interessare l’apparato scheletrico, causando dolore, deformità e riducendo la qualità della vita, ma anche di malattie sistemiche, per cui qualunque organo può esserne interessato in qualsiasi fascia d’età. Quando sono coinvolti organi vitali come il cuore, i polmoni il sistema nervoso, il rene, tali malattie possono essere mortali. Si tratta, in sostanza di malattie molto complesse, per cui serve una preparazione altamente specialistica e ampie competenze cliniche " . Quali sono le principali cause di queste patologie? "Una componente infiammatoria è presente in molte patologie. È presente un’attivazione abnorme del sistema immunitario, che si attiva contro componenti propri dell’organismo generando una malattia autoimmune, o innescando, in genere, un processo infiammatorio cronico, anche molto severo, e   localizzazione sistemica". Quanta parte della popolazione è interessata da queste patologie? "Una grande percentuale. I pazienti seguiti dalla clinica sono circa 10 mila: un numero elevatissimo di malati, per di più cronici, che hanno costantemente bisogno di cure. Di questi, circa la metà presentano malattie in forma severa. Le malattie reumatiche a più elevata prevalenza (più del 50% della popolazione anziana) sono l’osteoartrosi e l’osteoporosi, che, tuttavia, possono essere gestite più facilmente. Le patologie severe sono le artriti croniche, le connettiviti sistemiche quali il lupus eritematoso, la sclerodermia, la sindrome di Sjögren, e le vasculiti sistemiche. Queste patologie sono meno frequenti (1-2% della popolazione), ma, per la loro complessità, hanno bisogno di assistenza continua, di farmaci con molti possibili effetti collaterali. Per queste patologie serve, dunque, un follow up specialistico di eccellenza". La clinica è un punto di riferimento in regione? "Sì, è l’unico centro di riferimento di alta specialità per le malattie reumatiche. Inoltre è l’unica sede regionale per la scuola di specializzazione in Reumatologia. Circa il 20% del totale dei ricoveri è costituito da pazienti che arrivano extra regione. La richiesta per assistenza di eccellenza è in rapido aumento e supera di molto la ricettività della clinica: molti malati devono purtroppo rivolgersi altrove". Esiste un progetto per la creazione di una rete assistenziale reumatologica? "Sì, il progetto è stato discusso a vari livelli e poi proposto dalla clinica. È stato quindi accolto dal presidente del Policlinico, dal direttore sanitario, dal preside della facoltà e dal rettore, dai colleghi dell’Azienda sanitaria S. Maria della Misericordia di Udine, dall’Associazione malati reumatici del Friuli Ve n e z i a Giulia, dai medici di medicina generale e specialisti reumatologi della regione, e dai rappresentanti regionali per la sanità, consci, tutti, del ruolo peculiare e unico che ha questa clinica". Qual è l’obiettivo del progetto? "Organizzare e incrementare l’assistenza specialistica in reumatologia per garantire, di conseguenza, il livello di eccellenza nell’assistenza per i malati. Il programma si dovrebbe svolgere sostanzialmente su tre livelli: l’aggiornamento e la migliore interazione con i medici di medicina generale, per migliorare il primo livello di gestione delle malattie; il potenziamento dell’attività specialistica reumatologica di degenza e ambulatoriale nelle strutture assistenziali già esistenti e in ambulatori sul territorio; il potenziamento dell’organico della clinica. Tutto ciò consentirebbe anche di non disperdere le preziose risorse dei medici specializzati in reumatologia dalla scuola di specializzazione del Policlinico universitario, a partire dallo scorso novembre". Sul fronte della ricerca, di che cosa vi occupate? "Siamo impegnanti sia nella ricerca clinica che biologica, in particolare nell’individuazione dei meccanismi patogenici delle malattie, ossia delle cause scatenanti e determinanti le malattie, attraverso attività di laboratorio. La possibilità di affrontare ambedue gli aspetti, clinico e biologico, è un elemento cruciale per la qualità della ricerca, fornisce molte idee nuove, e aumenta il livello della produzione scientifica. La ricerca clinica studia nuovi approcci diagnostici e terapeutici, lavorando sulle casistiche. Studiamo le malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide, la crioglobulinemia mista, che si associa in genere all’infezione da virus dell’epatite C, le connettiviti sistemiche in generale, la sindrome di Sjögren. In collaborazione con i colleghi fisiatri stiamo sviluppando nuovi protocolli di terapia riabilitativa associata alle nuove terapie farmacologiche". Dunque studiate le cause scatenanti le malattie e, di conseguenza, proponete cure innovative. "I risultato della ricerca di laboratorio sui tessuti e sulle cellule che innescano e sostengono queste malattie hanno permesso a loro volta di offrire ai nostri malati approcci diagnostici e terapeutici innovativi, e sull’argomento coordiniamo progetti di ricerca nazionali e internazionali. Siamo stati tra i primi al mondo a proporre delle cure nuove nell’artrite reumatoide, nella sindrome di Sjögren e nella crioglobulinemia mista. Osserviamo anche gli effetti delle nuove terapie a livello molecolare e cellulare, comprendendone meglio il meccanismo di azione, le migliori indicazioni e i possibili sviluppi".     Il Personale direttore                       Salvatore De Vita dirigenti medici             Giulio Romano                                       Emma Di Poi medico incaricato         Antonella Perin medici specializzandi    6 assegnisti di ricerca      2     Osteoartrosi     Osteoporosi              10-15% (<60), 30% (60-80 aa.) 10-15% (<60), 30% (60-80 aa.) Condrocalcinosi    4 % Fibromialgia 2 % Artrite reumatoide           0.4 - 1 % Spondiloartriti siero negative       0.4 - 1 % Sindrome di Sjögren                 0.6 % Gotta  0.4 % Lupus eritematoso sistemico              0.04 % Sclerodermia    0.03 % Vasculiti  sistemiche             0.02-0.2 %   Prevalenza malattie reumatiche     Attività assistenziale anno 2003 Ricoveri 230 (proiezione +30% anno 2004) pazienti regionali 169 pazienti extraregionali 61 (26.5 % ) Visite specialistiche e altre 4006 (proiezione +25% anno 2004) prestazioni ambulatoriali* *densitometria ossea, capillaroscopia, terapia infiltrativa, infusione farmaci, biopsie, ecografia articolare Consulenze 268 consulenze interne Pugd 149 (proiezione +73% anno 2004) consulenze altre aziende 119 (proiezione +143% anno 2004)