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Studenti, basta essere passivi

Serve più partecipazione alla vita universitaria
In un momento così delicato e di passaggio per l’università italiana, rappresentare gli studenti di Udine mi ha dato la possibilità di rendermi conto di quanto sia importante “vivere” questi anni di preparazione nella piena consapevolezza di cosa ruota attorno a questo Ateneo. Noi studenti, spesso, non conosciamo le varie problematiche didattiche, organizzative, politiche che fanno da scenario alle normali ore di lezione e di studio; non siamo nemmeno consci delle piccole e grandi opportunità che ci vengono offerte. In parte, questa “ignoranza”, a mio parere, è frutto del nostro individualismo: siamo talmente concentrati (giustamente) sui nostri corsi e percorsi da non renderci conto che l’Università permette di formarti non solo perché ti offre delle lezioni, ma anche perché ti mette a contatto con realtà diverse, fatte di persone, situazioni, occasioni che difficilmente avremmo l’opportunità di cogliere e conoscere. Grazie a questo ruolo di rappresentante, ho potuto incontrare persone con esperienze e bagagli culturali diversi, non necessariamente studenti, e il mio punto di vista si è potuto ampliare aldilà del mio corso universitario (Giurisprudenza), dandomi sicuramente una ricchezza di scelte e di opinioni, che serviranno anche per il mio futuro lavoro. È stato molto interessante poter capire quali sono i diritti allo studio nelle Università europee, soprattutto dell’Est, e scoprire come Atenei, anche molto vicini, hanno un diverso modo di partecipare alla vita universitaria. I nostri colleghi stranieri costituiscono associazioni, si incontrano in meeting internazionali, organizzano eventi di diversa natura e hanno un’apertura più marcata verso l’internazionalizzazione. Anche da noi esistono le associazioni studentesche, i rappresentanti, i programmi di mobilità all’estero ma non esiste un coordinamento tra queste realtà, che in questo modo rimangono divise e disperdono le loro potenzialità in attività che non hanno una larga partecipazione degli studenti. D’altra parte, ritengo che si tenda a trascurare, da parte di chi dirige la nostra Università, la predisposizione di momenti di aggregazione o, spesso, la loro informazione agli studenti. Esistono moltissime iniziative, da culturali a sportive a ricreative, di cui sono a conoscenza pochissime persone e questo accade perché non si da la giusta importanza alla comunicazione. Come Consiglio degli studenti abbiamo cercato di privilegiare la collaborazione con le varie strutture accademiche, per migliorare i servizi resi agli studenti e per creare un contatto, normalmente quasi inesistente, tra la compagine studentesca e gli organi, gli uffici, i presidi, e i docenti. Ultimamente la nostra attenzione si è spostata sulla partecipazione congiunta di tutte le forme associative e organizzative composte da studenti, per raggiungere uno scopo comune: creare per lo studente un ambiente ottimale nel quale studiare, tessere relazioni, confrontarsi, formarsi e divertirsi. Ma tutto questo non ha significato se, come dicevo prima, non si rendono partecipi i diretti interessati: gli studenti. Per questo, in vista delle prossime elezioni dei loro rappresentanti (probabilmente in primavera) cercheremo di coinvolgere attraverso assemblee, volantini, banchetti d’informazione le varie facoltà. Noi cercheremo, testimoniando l’esperienza vissuta in due anni di mandato elettivo, di rendere evidenti i vantaggi e le difficoltà che si possono incontrare nel momento in cui si decide di essere rappresentanti. Crediamo che questo non sia risolutivo dei nostri problemi, ma sia comunque un passo importante e necessario per intraprendere qualsiasi altra attività.
Cecilia Di Bartolomeo Presidente del Consiglio degli Studenti