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Le Università lanciano l’Sos

I fondi aggiuntivi stanziati dal Governo non risolvono i problemi delle Università. Dopo la protesta dei Rettori, cominciata lo scorso settembre e culminata con le “dimissioni” di massa dei vertici delle 77 università italiane, è iniziato il 2003, l’anno in cui gli atenei saranno costretti a “sopravvivere”, e in cui si richiederà straordinaria inventiva finanziaria per continuare nello sviluppo e nei progetti. Va registrata una nota positiva: per la prima volta i Rettori, in una sola seduta, hanno raggiunto una posizione unanime su un tema di carattere finanziario. I fondi nel fumo . Gli oltre tre mesi di incontri e scontri fra la Conferenza dei Rettori e Moratti da un lato e Tremonti dall’altro hanno determinato l’inserimento, all’interno del maxiemendamento della Finanziaria 2003, di ulteriori fondi a favore degli Atenei. La soluzione della protesta è arrivata con la “tassa sul fumo”, che prevede un gettito di 435 milioni di Euro destinati anche ad incrementare gli stanziamenti alla ricerca, e l’impegno del Governo “all’approvazione di un’idonea soluzione normativa per la revisione del vigente meccanismo” (come si legge nell’emendamento Valditara-Greco del 20 dicembre 2002, accolto dal Governo) da verificarsi in un tavolo tra Università, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Non bastano 195 milioni di Euro . In particolare, è prevista la costituzione di uno stanziamento speciale per la ricerca pari a 225 milioni di Euro, mentre il Fondo di funzionamento ordinario sarà aumentato di 195 milioni di Euro, che si andrebbero a sommare ai 6.030 milioni di Euro previsti nella bozza della Finanziaria. La cifra riporta il Fondo ai valori del 2002, ma mancano ancora 274 milioni di Euro. I Rettori, infatti, avevano chiesto un incremento di 469 milioni di Euro, in modo da portare il fondo Ffo a quota 6.499: una differenza indispensabile per coprire i fondi necessari per raggiungere il bilancio consolidato del 2002 (179 milioni di Euro), l’incremento degli stipendi dei docenti nel 2002 (145) e nel 2003 (altri 145). Il problema degli stipendi. I finanziamenti aggiuntivi, dunque, non permettono di superare l’emergenza. Resta ancora irrisolto il problema principale del dissesto finanziario degli atenei, ovvero quello legato agli oneri derivanti dagli aumenti stipendiali del personale sia contrattualizzato che non. Nella prima lettera che Piero Tosi, presidente della Crui, scrisse al Presidente del Consiglio, erano già elencati tutti i punti critici delle università. Gli incrementi stipendiali per i professori e ricercatori (cioè il personale non contrattualizzato) sono calcolati dall’Istat sulla base della media degli incrementi stipendiali realizzati nei contratti nazionali dei pubblici dipendenti nell’anno precedente, come da art.5 d.l. 89/95. Delle varie categorie di non contrattualizzati (tra cui diplomatici, prefetti, professori, etc.), l’unica il cui incremento stipendiale non è attualmente a carico dello Stato è quella dei docenti. Infatti, a seguito dell’art.19 comma 4 della legge 488/99 (Finanziaria 2000), tali incrementi sono totalmente a carico dei bilanci universitari. Un meccanismo perverso che rischia di soffocare le università. Le alternative sono due: o viene modificata la norma del ’99 oppure lo Stato deve incrementare il Fondo Ffo di ulteriori fondi. La Crui ha anche chiesto al Governo, di annullare i tagli previsti per l’edilizia (100 milioni di Euro in meno nel 2003), e di garantire norme apposite per sostenere il reclutamento di giovani. Tra gli ultimi . È sufficiente considerare qualche numero per comprendere quanto l’alta formazione e la ricerca italiane siano agli ultimi posti nell’Unione Europea. Le spese per la ricerca sono al di sotto della media europea: in Italia si spendono 11.500 milioni di Euro, in Francia oltre 28 milioni, in Germania addirittura 47 milioni. Il rapporto tra il numero di docenti e quello degli studenti vede l’Italia agli ultimi posti: da noi c’è un professore ogni 32 alunni, in Francia uno ogni 16, in Germania uno ogni 12. I laureati italiani sono soltanto l’8,7% della popolazione attiva (tra i 25 e i 64 anni), mentre in Francia rappresentano il 20,6% e in Germania il 23%. La formazione universitaria rappresenta lo 0,63% del Pil, mentre supera l’1% nella maggior parte degli altri paesi europei. E l’elenco, tutto in negativo per il sistema universitario italiano, potrebbe continuare a lungo. Unica nota positiva è il solido terzo posto dell’Università italiana, dopo Germania e Regno Unito, per il “tiraggio” di finanziamenti europei. Le tappe della protesta     • 26 settembre 2002 La Conferenza dei Rettori (Crui), presieduta da Piero Tosi, rettore dell’Università di Siena, indirizza un comunicato al Governo in cui si evidenzia la preoccupazione per la Finanziaria in discussione in quel periodo. • 18 ottobre. La Crui viene ricevuta da Berlusconi - presente anche il Ministro Moratti - per illustrare la situazione di difficoltà dell’Università italiana. • 23 ottobre I contenuti della lettera che Tosi invia a Berlusconi sono resi pubblici. È richiesto un intervento del Governo sia di natura finanziaria che normativa. • 25 ottobre Il Governo promette 350 milioni di Euro alle università. Ma non c’è nulla di scritto. • 11 novembre Tosi scrive di nuovo a Berlusconi, sollecitando un intervento del Governo. • 21 novembre Nuova presa di posizione della Crui sulla Finanziaria, di cui segue attentamente i lavori al Senato. • 2 dicembre I vertici delle Università del Friuli-Venezia Giulia (Boncinelli, Delcaro e Honsell), come quelli di tante altre regioni italiane, lanciano un appello congiunto contro l’inadeguatezza della Finanziaria. • 9 dicembre I Senati accademici e i Cda di tutte le università italiane approvano un documento congiunto a sostegno dei Rettori. • 10 dicembre Tutti i Rettori rimettono il loro mandato nelle mani del Ministro Moratti. Mezz’ora dopo, il ministro Tremonti si impegna a ripristinare il fondo Ffo ai livelli precedenti. La Crui apprezza l’apertura, ma rimane in attesa di un impegno preciso. • 11 dicembre Eric Froment, presidente dell’Eua (European University Association), esprime solidarietà ai Rettori italiani. • 12 dicembre Il Senato accademico dell’Università di Udine approva una delibera di appoggio e di solidarietà verso i Rettori. • 16 dicembre Il presidente del Senato, Marcello Pera, promette un finanziamento di 435 milioni di Euro per gli Atenei nella Finanziaria. • 20 dicembre Viene accolto dal Governo l’emendamento Valditara-Greco che lo impegna “all’approvazione di un’idonea soluzione normativa per la revisione del vigente meccanismo” degli aumenti stipendiali, privi di sostegno economico dalla Finanziaria del ‘99. • 23 dicembre La Camera approva in via definitiva la Finanziaria 2003: 195 milioni di Euro per il Fondo Ffo degli atenei e 225 per la ricerca. • 8 gennaio 2003 Rientrano le dimissioni dei Rettori, comunque in vigile attesa delle prossime mosse del Governo.