Educazione scientifica, il ministero finanzia un progetto dell'Ateneo
Sedicimila euro per laboratori, didattica innovativa della fisica e formazione degli insegnanti. L'iniziativa si rivolge alle scuola primarie e secondarie
Il ministero dell’Università e della ricerca ha finanziato con 16 mila euro il progetto “Laboratori esplorativi e modelli interpretativi per l’educazione scientifica e tecnologica” (Lemi_Est) promosso dal Centro interdipartimentale di ricerca didattica dell’Università di Udine.
Il progetto, di durata annuale, è destinato agli allievi delle scuole primarie e secondarie e ai loro insegnanti. Permetterà di valutare la ricaduta nelle scuole delle ricerche condotte in settori scientifici di punta e nella didattica della fisica, il ruolo di contesti informali basati sull’operatività pratica e concettuale e sull’apprendimento scientifico e tecnologico di base, nonché lo studio di azioni e strumenti che favoriscano il raccordo tra l’educazione informale e le attività d’aula.
Cinque gli obiettivi del progetto. Da un lato sviluppare nuove modalità di raccordo scuola-università basate sull’innovazione nella didattica della fisica, sull’orientamento formativo e sulla diffusione della cultura scientifica e tecnologica, dall’altro promuovere l’utilizzo del laboratorio e dell’operatività nella pratica scolastica utilizzando sia materiale povero, sia le nuove tecnologie informatiche e della comunicazione; promuovere una didattica in sintonia con i processi di apprendimento dei ragazzi che dia loro un visione moderna della fisica.
L’iniziativa vuole poi rispondere alla domanda di formazione in ambito scientifico e di proposte di educazione informale che si integrino con le attività scolastiche, anche per mezzo di occasioni di incontro tra scuola e università e favorire la formazione, iniziale e in servizio, degli insegnanti.
«Il progetto – spiega la responsabile dell’iniziativa, la professoressa Marisa Michelini, direttrice del dipartimento di Fisica dell’Ateneo friulano –, consente la ricaduta sul territorio delle ricerche didattiche svolte per l’innovazione, come fisica quantistica, relatività, superconduttività nella scuola, esperimenti di fisica moderna, oltre che della messa a punto di percorsi per l’apprendimento della fisica di base in una prospettiva di curriculum verticale rinnovato. La paritetica e congiunta presentazione delle ricerche e delle innovazioni da parte delle scuole - conclude Michelini -, fonda quella sinergia collaborativa costruita negli anni e alla base di uno sviluppo basato sul reciproco riconoscimento di competenze nel raccordo scuole-università».
Il progetto, di durata annuale, è destinato agli allievi delle scuole primarie e secondarie e ai loro insegnanti. Permetterà di valutare la ricaduta nelle scuole delle ricerche condotte in settori scientifici di punta e nella didattica della fisica, il ruolo di contesti informali basati sull’operatività pratica e concettuale e sull’apprendimento scientifico e tecnologico di base, nonché lo studio di azioni e strumenti che favoriscano il raccordo tra l’educazione informale e le attività d’aula.
Cinque gli obiettivi del progetto. Da un lato sviluppare nuove modalità di raccordo scuola-università basate sull’innovazione nella didattica della fisica, sull’orientamento formativo e sulla diffusione della cultura scientifica e tecnologica, dall’altro promuovere l’utilizzo del laboratorio e dell’operatività nella pratica scolastica utilizzando sia materiale povero, sia le nuove tecnologie informatiche e della comunicazione; promuovere una didattica in sintonia con i processi di apprendimento dei ragazzi che dia loro un visione moderna della fisica.
L’iniziativa vuole poi rispondere alla domanda di formazione in ambito scientifico e di proposte di educazione informale che si integrino con le attività scolastiche, anche per mezzo di occasioni di incontro tra scuola e università e favorire la formazione, iniziale e in servizio, degli insegnanti.
«Il progetto – spiega la responsabile dell’iniziativa, la professoressa Marisa Michelini, direttrice del dipartimento di Fisica dell’Ateneo friulano –, consente la ricaduta sul territorio delle ricerche didattiche svolte per l’innovazione, come fisica quantistica, relatività, superconduttività nella scuola, esperimenti di fisica moderna, oltre che della messa a punto di percorsi per l’apprendimento della fisica di base in una prospettiva di curriculum verticale rinnovato. La paritetica e congiunta presentazione delle ricerche e delle innovazioni da parte delle scuole - conclude Michelini -, fonda quella sinergia collaborativa costruita negli anni e alla base di uno sviluppo basato sul reciproco riconoscimento di competenze nel raccordo scuole-università».
Stefano Govetto