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Un polo universitario senza confini

Intervista al nuovo sindaco di Gorizia, Ettore Romoli. Che svela i programmi futuri per potenziare il polo universitario. Tra le priorità l'apertura europea e i rapporti con la Slovenia.
Ettore Romoli
Dottore commercialista, fiorentino di nascita, Ettore Romoli risiede a Gorizia dall’età di 16 anni e ha alle spalle una lunga carriera politica nelle file del centrodestra. È stato consigliere e assessore regionale, deputato e senatore. A coronamento di una lunga carriera è arrivata l’elezione a sindaco di Gorizia, con 10.855 voti pari al 51,13%, esperienza che egli stesso ha definito “straordinaria”. Al neo-sindaco abbiamo rivolto alcune domande sui programmi futuri come primo cittadino del capoluogo isontino. Sindaco Romoli, nel suo programma lei ha sottolineato che è necessario potenziare il polo universitario di Gorizia, impegnandosi per dare attuazione concreta all’idea che esso diventi una vera università europea. Quali i passi da compiere in questa direzione? “Gorizia ha giustamente investito con ampiezza di mezzi sugli insediamenti universitari degli atenei di Udine e Trieste, con i quali sarà opportuno trattare per ottenere che Gorizia diventi sede effettiva di alcune facoltà o di nuove facoltà, sia dall’Università di Trieste che da quella di Udine. Sarà quindi necessario promuovere il master post laurea in ingegneria idraulica per la sicurezza ambientale che avrà sede in Villa Ritter. Gorizia, secondo me, ha bisogno di potenziare il suo polo universitario e riqualificarlo con nuove scuole di specializzazione, master e facoltà innovative, tale da attrarre studenti da province, regioni e stati vicini e fornire loro una formazione di eccellenza”. Quali interventi prevede l’amministrazione comunale per migliorare i servizi a disposizione degli studenti? “Potenziare il Punto Giovani, sito nel centro Lenassi, favorire l’uso della bicicletta con la prossima realizzazione di piste ciclabili, realizzare una rete wireless per la trasmissione dati e per il più banale ma importante accesso ad internet, interloquire con le associazioni giovanili e studentesche e con i consorzi che le rappresentano. Penso anche ad una “card” che dia diritto a sconti significativi non solo sui generi di prima necessità, ma anche sulle spese per lo sport, per i momenti di svago”. Rendere più gradevole e funzionale il centro storico sarà un’altra delle priorità? “Certo, entro l’anno partiranno molti lavori, sia per la riqualificazione di piazza Vittoria sia per altre vie del centro storico, quali via Mazzini, via Garibaldi e via Rastello. La pedonalizzazione di alcune aree renderà più vivibile e godibile il centro storico, cosa che gli studenti apprezzeranno sicuramente e che probabilmente favorirà la nascita di nuovi locali per i giovani”. Negli ultimi anni si è avuto un forte consolidamento dell’ateneo friulano a Gorizia. Come affronterà la crescente esigenza residenziale che, finora, non è stata mai veramente soddisfatta? “La Casa dello studente realizzata nel Palazzo Kalister-de Bassa è stata già un primo significativo passo per venire incontro alle esigenze abitative degli studenti. Il Comune ha alcuni progetti diretti, ma studieremo a breve delle forme indirette per stimolare investimenti privati e per contenere il costo degli affitti”. Quali iniziative concrete nella gestione dei rapporti transfrontalieri? “I rapporti internazionali con la Slovenia devono diventare, in tutti i settori, più concreti ed efficaci. Un polo universitario “senza confini” potrebbe essere il risultato di una collaborazione che stiamo già impostando con Nuova Gorizia, per risolvere problemi ambientali, per rilanciare un turismo basato anche su percorsi e sapori che coinvolgano entrambi i territori. A Gorizia già c’è una sede distaccata di un Ateneo sloveno, che però non è inserito nel tessuto universitario Goriziano. So che c’è anche un altro progetto nel settore del cinema, ma in entrambi i casi si dovrebbe pensare all’insegnamento in lingua inglese, altrimenti non si crea la giusta osmosi di studenti”.   Come si potrà attuare lo sviluppo di un Polo Tecnologico di Gorizia, integrandolo nel sistema regionale dei Parchi Scientifici? “Gorizia è l’unico capoluogo nella nostra regione ad essere sprovvisto di un Centro di ricerca avanzata: un gap che deve essere assolutamente colmato in collaborazione con la Regione e gli Atenei di Trieste e di Udine. Ciò in particolare per quanto riguarda la produzione di energia da fonti alternative e rinnovabili, con l’utilizzo di biomasse liquide o solide, di vegetali. Si cercherà di far divenire Gorizia un centro di studi per l’innovazione applicata con il coinvolgimento dell’università e poi chiederemo alla Regione un Parco scientifico”. L’Università di Udine intende porsi come motore di crescita del territorio isontino, promuovendo la ricerca e l’innovazione. Quali le azioni da perseguire per consolidare il rapporto con il sistema industriale locale? “Gli atenei devono essere un efficace strumento per elevare ed arricchire il livello culturale della nostra città. Ma impegno della nuova amministrazione sarà di dare attuazione concreta all’idea di fare del polo universitario goriziano una vera Università europea. Gorizia non ha grandi industrie, quindi credo che vadano potenziati i rapporti fra l’Università ed il settore terziario, artigiano e delle piccole industrie, fra l’Università e quegli enti pubblici (nel settore turistico, economico, amministrativo) che possano offrire allo studente una concreta possibilità di crescita personale e professionale”. Facciamo un passo indietro. Quale ricordo ha della sua esperienza universitaria? “Ho un ricordo piacevole, nonostante per mantenermi agli studi fossi costretto ad insegnare. Quindi gli anni dell’Università non sono stati un divertimento ma, anzi, un vero impegno, perché la  mattina insegnavo e nel  pomeriggio studiavo. Infatti, rimpiango di aver fatto poca vita goliardica…” Quale consiglio darebbe agli studenti di oggi? “Di studiare molto bene una o meglio due lingue straniere, fondamentali per muoversi in un mercato che è diventato mondiale, e di sfruttare i progetti di mobilità studentesca che permettono di trascorre un periodo all’estero presso altre università”. Pochi giorni prima della sua elezione a sindaco, il rettore Furio Honsell è stato rieletto per il terzo mandato alla guida dell’Ateneo friulano. Cosa si sente di augurargli? “Buon lavoro!”
Francesca Pelessoni