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Scienza alla portata di tutti Toccare per credere

Oltre 200 bambini e ragazzi per quasi un mese hanno partecipato alle “Giornate di diffusione culturale”. Dove matematica e fisica non si guardano, ma si sperimentano.
“Si prega di non toccare” è un cartello che non avrebbe futuro alle “Giornate di diffusione culturale” promosse dall’ateneo di Udine. L’unico luogo, forse, in cui 2.300 tra ragazzini e adolescenti per quasi un mese non hanno ricevuto i classici divieti della buona educazione e i solleciti a frenare l’invincibile curiosità che caratterizza chi vuole scoprire il mondo e i suoi cambiamenti anche se questo vuol dire smontare la pendola della nonna o provare il potere di incenerimento di una lente d’ingrandimento. Una zona «franca», si direbbe parafrasando il rettore Furio Honsell, in cui sono stati, anzi, invitati a «fare e non solo guardare per esplorare idee nell’esplorare fenomeni». Certo, lasciando in pace il cucù di famiglia e anche le povere formichine. Ma vuoi mettere il guadagno a confrontarsi con il prototipo di un robot vedente? Piccoli scienziati crescono. Se a prenotarsi sono stati in 2.284, a partecipare effettivamente alle Giornate, organizzate dall’Università di Udine (in collaborazione con le sezioni udinesi dell’Aif e di “Mathesis”, i licei Copernico, Marinelli e Stellini di Udine, Canova di Treviso e il Ginnasio Carli di Capodistria) per avvicinare i più giovani alle discipline scientifiche, è stato un numero quasi doppio di studenti, di 90 scuole del Nordest. Lo stesso vale per i seminari, cui hanno preso parte quasi in 500 (contro i 252 prenotati). 831 alunni di elementari e medie hanno provato gli esperimenti, 60 ragazzi hanno preso parte alle tre gare di fisica, matematica e programmazione, ben 1.159 adolescenti si sono messi alla prova in laboratorio, vale a dire – per capire il tiro - quanti, all’università, fanno l’attività laboratoriale in un biennio.Una tale folla da convincere l’ateneo a prolungare la durata delle Giornate, che inizialmente dovevano chiudersi in una settimana. Per seguire una tale massa di giovanissimi curiosi, una ventina di persone – fra docenti, dottorandi, guide, supervisori della Ssis - è stata al lavoro ogni giorno, mentre oltre cento esperti si sono avvicendati per presentare casi di studio o ricerche. Ad attrarre l’attenzione degli studenti 23 laboratori, 4 mostre fra cui quella dedicata a giochi, esperimenti e idee con 250 attività, 55 fra seminari e tavole rotonde e due corsi di formazione per insegnanti, rivolti a 192 professori in servizio e ai 240 iscritti della Ssis. Come spiega la docente Marisa Michelini, organizzatrice dell’evento, «la manifestazione si è caratterizzata come momento di approfondimento per gli insegnanti, cui è sempre più indirizzata, accanto all’offerta di esperienza di apprendimento per la scuola di base. Non è una fiera, ma una scuola aperta per imparare a tutti i livelli in una collaborazione paritetica scuola-università». Robot vedenti. Addio ai robot “ciechi”. Alle Giornate sono stati gettonatissimi i prototipi di robot creati dalla Isomorph, dotati di “vista” e capaci di riconoscere e ordinare piccoli oggetti, di sistemare i Lego e le figure umane come un bimbo ai suoi primi passi. Con l’unica differenza che «il robot non pensa». Dei “giocattoli”, come li chiama affettuosamente Hans Grassmann del dipartimento di Fisica, che rappresentano il futuro della robotica. Il progetto che “illumina” gli occhi elettronici dei robot, infatti, non solo porta a nuove applicazioni, ma renderà questi «super-giocattoli» meno costosi, visto che la precisione visiva consente di dribblare la iper-precisione meccanica richiesta per i robot ciechi. Per i fisici in erba, durante la XVII edizione delle Giornate dedicata ad “Esplorare, descrivere e interpretare con modelli naturali, artificiali, formali” anche l’emozione di scoprire la collisione fra protoni e antiprotoni passo passo, attraverso le immagini degli eventi raccolti al collisionatore Tevatron dei laboratori Fermilab di Chicago. Master. Fra le novità di questa edizione, che ha visto un incremento esponenziale delle attività proposte, sicuramente gli esperimenti di fisica moderna offerti alle scuole del territorio. Il master Idifo (Innovazione didattica in fisica e orientamento), attivato con l’ateneo di Udine nel ruolo di capofila di 15 università cooperanti, ha messo a punto una serie di esperimenti originali sulla fisica relativistica e quantistica, che sono stati sperimentati dagli istituti del Nordest. Scienziati al cinema. L’evento più importante di questa edizione per gli addetti ai lavori è stato sicuramente la tavola rotonda sulla meccanica quantistica, che ha visto relatori di indiscutibile levatura, come Giancarlo Ghirardi, Gesche Pospiech dell’ateneo di Dresda, Jenaro Guisasola dell’università dei Paesi Baschi e Stefano Bordoni. Ma chi l’ha detto che la scienza fa a pugni con l’arte? Alle Giornate udinesi i più scettici hanno dovuto ricredersi. Hanno avuto il sapore della scoperta l’evento speciale dedicato a “musica, educazione ed emozioni” e l’inedito connubio scienza & cinema, con l’intervento di uno dei più alti esponenti di storia della fisica, il docente di Milano Pasquale Tucci, responsabile di due progetti scientifici europei e referente scientifico della Pinacoteca di Brera, che ha parlato degli stereotipi degli scienziati nei film.
Camilla De Mori