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Mensa, alloggi e linea bus daranno ali al polo universitario

Intervista al sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello. Che illustra tutti i progetti del Comune per migliorare i servizi agli studenti. E rafforzare il legame con l’ateneo.
Sergio Bolzonello, sindaco di Pordenone
Pordenone si conferma anno dopo anno una città a vocazione universitaria. Come ha sottolineato il rettore Honsell all’inaugurazione dell’anno accademico, il 2006 ha segnato una svolta fondamentale per l’ateneo friulano nel capoluogo della Destra Tagliamento, con il concepimento di un modello nuovo di rapporto Università-territorio. Il forte impegno dell’Amministrazione Comunale al fianco dell’ateneo in questo percorso è testimoniato dalle parole del sindaco Sergio Bolzonello. Sindaco Bolzonello, quali sono secondo lei le sfide da affrontare per dare risposte sempre più puntuali alle necessità degli studenti? “Siamo orientati da un lato a mantenere la didattica delle lauree triennali, dall’altro verso la qualità dell’offerta formativa, quindi principalmente lauree specialistiche, come Ingegneria dell’innovazione industriale e Linguaggi e tecnologie dei nuovi media. Vogliamo privilegiare percorsi scolastici che riteniamo siano al passo con i tempi e con le richieste degli studenti sempre più interessati a inediti orizzonti, insomma nuove vie in grado di offrire opportunità di impiego anche al di fuori dei tradizionali sbocchi lavorativi”. Quali progetti ha in programma l’Amministrazione Comunale per migliorare i servizi offerti agli studenti? “Due sono i progetti in itinere per sostenere i percorsi didattici degli studenti. La realizzazione della mensa universitaria che sorgerà a circa 200 metri dalla sede del Consorzio Universitario su una superficie di circa 430 mq e gli alloggi per studenti. Il complesso residenziale, che verrà realizzato in un’area limitrofa alla stessa mensa, è in fase di progettazione, seguita direttamente dal Consorzio stesso. Sorgerà su due piani per complessivi 81 alloggi, suddivisi in 65 camere singole, 4 camere per disabili e 12 camere ad uso foresteria. L’inizio dei lavori è previsto per la fine della prossima estate e richiederà poco più di un anno. Pur non essendo coinvolto direttamente, il Comune segue con interesse la modernizzazione e l’efficienza delle linee di trasporto pubblico urbano che sono gestite direttamente dalla Provincia. A tal proposito già esiste una linea preferenziale dedicata agli studenti che frequentano l’università”. Il Comune ha messo a disposizione dell’Università di Udine Palazzo Badini per l’insediamento del Dipartimento di Scienze e tecnologie della comunicazione multimediale. A che punto è il progetto? “In Giunta abbiamo recentemente approvato il progetto definitivo per la ristrutturazione di questo prestigioso palazzo. Distribuito su tre piani, lo storico edificio che si trova in centro città ospiterà laboratori, un’aula magna che potrà essere utilizzata dalla città per ospitare incontri e riunioni e una sala da destinare a sede di rappresentanza del Consorzio Universitario. Per il suo restauro sono stati impegnati circa un milione e mezzo di euro di contributo regionale che verrà speso appunto per opere di ristrutturazione. È un investimento sul futuro della città e la scelta di questo edificio, oltre che per il pregio architettonico, è stata dettata anche per la sua ubicazione. Oltretutto, da un punto di vista pratico, Palazzo Badini si trova a poca distanza dalla stazione ferroviaria, e questo è un fatto importante perché i due terzi degli studenti iscritti al corso provengono da fuori città”. La presenza di una sede universitaria nel centro cittadino rafforzerà il legame tra città e ateneo? “Uno degli obiettivi dell’Amministrazione è quello di creare sinergie di carattere culturale tra la città e il polo universitario. Palazzo Badini, che si trova proprio tra i due corsi storici della città, assumerà non solo idealmente questa funzione di raccordo, ma sarà anche un’istituzione fisicamente visibile, integrata nella vita cittadina, punto di aggregazione e riferimento per gli studenti”. Pordenone offrirà presto a tutti i cittadini il collegamento gratuito ad internet sul territorio del capoluogo. Quali le tempistiche e le ricadute per la popolazione universitaria? “L’obiettivo che persegue l’Amministrazione è finalizzato ad abbattere il digital divide (ovvero il divario digitale esistente tra l’accesso alle nuove tecnologie e chi non può farlo per motivi diversi, come reddito insufficiente, ignoranza, assenza di infrastrutture ndr). Questa iniziativa può essere tranquillamente assimilata ad un abbattimento delle imposte fiscali poiché, per capirci, “internet gratis” significa sollevare le famiglie da costi precisi, ma ancor di più mi preme significare che così si andrà a creare una parità di opportunità per tutti. Una politica culturale dell’uguaglianza che consentirà di abbattere le barriere culturali. Nel giro di un paio d’anni dovrebbe essere completata la rete cittadina e sarà proprio l’università la prima a beneficiarne”. Lo studio di una video-guida interattiva per palmare sul palazzo municipale e l’utilizzo della regia mobile per registrare alcuni eventi sono esempi della collaborazione avviata tra il polo multimediale di via Prasecco e il Comune. Come valuta queste iniziative? Pensa che potranno continuare, ad esempio con la realizzazione di servizi per la nascente tv d’ateneo? “È importante sottolineare che questa iniziativa ha avuto il riconoscimento a Innovaction, il Salone dell’Innovazione. Mi pare un ottimo “biglietto da visita” che schiude a nuove prospettive. Sono esperienze stimolanti che contribuiscono a creare i presupposti per formare condizioni ambientali ottimali, finalizzate ad affrontare con passione le sfide del futuro”. Quali sono secondo lei le esigenze del tessuto imprenditoriale locale relativamente all’impiego di neolaureati? “Qui c’è diversità di vedute con il mondo imprenditoriale. Infatti le imprese ritengono che non sia il caso di assumere neolaureati, noi invece pensiamo che vada sostenuta la cultura della managerialità. Va incrementata l’assunzione dei laureati poiché la preparazione teorica acquisita sostiene poi il comparto produttivo. La riprova sta nel fatto che i neolaureati, dopo tre mesi dal conseguimento del diploma, trovano già un impiego e le aziende, per continuare ad essere competitive, devono investire su personale altamente qualificato e professionalmente preparato. Va quindi sistematizzato questo rapporto e soprattutto sostenuto, se vogliamo continuare a mantenere le posizioni di eccellenza acquisite”. Recentemente il Comune ha predisposto un protocollo d’intesa con i presidi delle scuole superiori per aiutare degli studenti più meritevoli a proseguire l’iter formativo in istituti universitari d’eccellenza, tra cui la Scuola Superiore dell’Università di Udine. Qual è l’obiettivo di questa iniziativa? “Si tratta di facilitare l’inserimento degli studenti più dotati nelle scuole superiori universitarie, fra le quali appunto anche la Scuola Superiore dell’Università di Udine. Grazie all’accordo sottoscritto recentemente i presidi e i dirigenti scolastici saranno invitati a segnalare gli studenti migliori per indirizzarli poi verso appositi corsi, al fine di affrontare con maggior preparazione le dure e selettive prove di ammissione alle scuole superiori universitarie”. Il successo di eventi come Dedica, Pordenonelegge, il Festival del Cinema muto, testimoniano la grande vivacità culturale di Pordenone. In futuro potranno esserci maggiori occasioni di interazione con il mondo universitario? “Ritengo che non debba esserci separazione tra le istituzioni cittadine che “producono” cultura e l’università: entrambe sono agenzie culturali che devono convergere su obiettivi finalizzati alla crescita culturale generale che poi si traduce, immancabilmente, anche in sviluppo economico e progresso in campo sociale”. Se fosse un giovane che deve iscriversi all’università sceglierebbe Pordenone? Perchè? “Per il tipo di offerte formative, per gli stage nelle aziende locali, per il classamento sul mercato del lavoro, per il livello di preparazione del corpo docente e, non ultimo, anche per il contenimento dei costi di frequenza”.
Francesca Pelessoni