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Stage in Finlandia: non solo renne e Babbo Natale

L’esperienza di lavoro all’estero di uno studente friulano. Alla scoperta di altre dimensioni culturali e personali.
“Finlandia? Ma stai scherzando?!? Cosa ci vai a fare lassù?” Questa è la domanda che mi sono sentito ripetere da molti miei amici e conoscenti alla notizia che avrei svolto uno stage nel paese nordico. Sei mesi, poi, in un paese sconosciuto. Tale è infatti il periodo di tempo previsto dal contratto del Leonardo, progetto finanziato dall’Unione Europea per favorire la mobilità lavorativa degli studenti. Esso offre una vera “chiave per l’Europa” agli studenti e ai laureati che fanno domanda e che passano le selezioni. Credo che il Leonardo sia un’ottima opportunità per mettersi alla prova con  uno stage in un paese straniero, un modo per crescere davvero a livello personale e professionale. La mia scelta era ricaduta su un progetto molto interessante per i suoi contenuti: studio dell’immagine della Finlandia in Italia, analisi di questionari e indagini sul marketing nel turismo, supporto a progetti di sviluppo turistico e così via. Tuttavia si trattava di un periodo lungo fuori dall’Italia, cosa che da un lato mi attraeva e dall’altro mi spaventava. In altre parole, il dubbio che i miei amici avevano manifestato mi assalì poche settimane prima della partenza. Ma non potevo sapere che i mesi successivi avrebbero smentito totalmente quel dubbio. Non sapevo nulla del luogo e di come fosse la Finlandia, ma solo di andare “da qualche parte a nord”, nulla di preciso. Non avevo neanche voluto crearmi aspettative prima di arrivarci, anche se mi ero fatto qualche idea sulla destinazione grazie alla brochure che l’ente presso cui avrei lavorato mi aveva spedito, ma erano solo immagini sparse in un mare di pensieri. Arrivai in un piccolo aeroporto immerso nella foresta. Dall’oblò dell’aereo spiai il paesaggio che mi attendeva: pini e abeti ovunque, tante piccole isole, golfi, insenature. L’acqua era l’elemento prevalente non solo per i laghi, ma anche perché pioveva e tanto. Splendido inizio, pensai. D’altronde ero in Finlandia e non mi potevo aspettare il sole e il caldo della mia terra. Quello arrivò dopo alcuni giorni, perché l’estate finlandese non è molto diversa da quella “nostrana”. Primo grande stereotipo abbattuto: Finlandia non è solo renne e Babbo Natale (quelli si trovano a circa 8 ore da Savonlinna, in Lapponia), freddo e orsi polari. Qua di orsi non se ne vedono e non sono certamente quelli polari che popolano le immense distese alberate. Il freddo arriva, ma d’inverno, quando è “normale” che a certe latitudini ci siano temperature molto basse. Insomma la Finlandia è stato per me un paese tutto da scoprire e da vivere.  
Marco Bardus