Gli studenti diventano tutor: nasce un ponte tra ragazzi e accademia
Innovativa opportunità per 61 iscritti ai corsi di laurea specialistica, dottorandi e specializzandi della Scuola per insegnanti dell'ateneo friulano. Assegni fino a 4 mila euro annui.
C’è un’opportunità di lavoro in più per gli studenti dell’università di Udine. Oltre alle tradizionali collaborazioni che gli iscritti all’ateneo possono svolgere negli uffici dell’amministrazione centrale, al Centro di servizi informatici e telematici, al Centro linguistico e audiovisivi e nelle biblioteche dell’università, da quest’anno gli studenti potranno anche diventare tutor. I destinatari, in realtà, non sono tutti gli iscritti, ma soltanto alcune precise categorie: gli studenti dei corsi di laurea specialistica, i dottorandi e gli specializzandi della Scuola di specializzazione per gli insegnanti della scuola secondaria (Ssis).
All’inizio dell’anno l’università di Udine ha pubblicato il bando per l’assegnazione, tramite selezione per titoli, di 61 assegni di valore variabile a seconda della durata dell’incarico fino ad un massimo di 4 mila euro annui, per un compenso di 10 euro all’ora lordi, per lo svolgimento di attività di tutorato. L’obiettivo è il miglioramento della qualità della didattica e dei percorsi di studio universitari, alla luce della normativa sull’autonomia didattica degli atenei, in particolare del decreto ministeriale 270/04, che prevede le modifiche al regolamento sull’autonomia didattica degli atenei 509/99 che ha anche modificato i cicli didattici, introducendo il cosiddetto 3+2.
Ma che cosa faranno gli studenti-tutor? Collaboreranno con il preside di ogni singola facoltà, con i membri della Commissione interna per il tutorato, con i presidenti dei corsi di laurea, e, in generale, con i responsabili delle strutture in cui opereranno. E soprattutto fungeranno da ponte tra gli studenti e la componente accademica, svolgendo un’attività di monitoraggio didattico che sfocerà in momenti di confronto diretto tra studenti e docenti per la messa a punto dei percorsi didattici.
La figura dello studente tutor retribuito deriva dall’applicazione del decreto legislativo 105/03 che, all’articolo 1, parla delle “Iniziative di sostegno per gli studenti universitari e per favorirne la mobilità”, che prevede assegni per l’incentivazione delle attività di tutorato agli studenti meritevoli, e del decreto ministeriale 198/03 “Fondo per il sostegno dei giovani e per favorirne al mobilità”, che, all’articolo 2, assegna i fondi per l’attuazione del decreto legislativo del 9 maggio 2003.
All’inizio dell’anno l’università di Udine ha pubblicato il bando per l’assegnazione, tramite selezione per titoli, di 61 assegni di valore variabile a seconda della durata dell’incarico fino ad un massimo di 4 mila euro annui, per un compenso di 10 euro all’ora lordi, per lo svolgimento di attività di tutorato. L’obiettivo è il miglioramento della qualità della didattica e dei percorsi di studio universitari, alla luce della normativa sull’autonomia didattica degli atenei, in particolare del decreto ministeriale 270/04, che prevede le modifiche al regolamento sull’autonomia didattica degli atenei 509/99 che ha anche modificato i cicli didattici, introducendo il cosiddetto 3+2.
Ma che cosa faranno gli studenti-tutor? Collaboreranno con il preside di ogni singola facoltà, con i membri della Commissione interna per il tutorato, con i presidenti dei corsi di laurea, e, in generale, con i responsabili delle strutture in cui opereranno. E soprattutto fungeranno da ponte tra gli studenti e la componente accademica, svolgendo un’attività di monitoraggio didattico che sfocerà in momenti di confronto diretto tra studenti e docenti per la messa a punto dei percorsi didattici.
La figura dello studente tutor retribuito deriva dall’applicazione del decreto legislativo 105/03 che, all’articolo 1, parla delle “Iniziative di sostegno per gli studenti universitari e per favorirne la mobilità”, che prevede assegni per l’incentivazione delle attività di tutorato agli studenti meritevoli, e del decreto ministeriale 198/03 “Fondo per il sostegno dei giovani e per favorirne al mobilità”, che, all’articolo 2, assegna i fondi per l’attuazione del decreto legislativo del 9 maggio 2003.