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Ecco i nuovi tesori di Aquileia. I risultati di tre anni di ricerche

Conclusa la campagnia di scavo. I lavori proseguiranno per rendere visitabile una parte delle Grandi Terme.
Tesori dell’antichità, preziose informazioni sull’impianto dell’imponente edificio delle terme di Aquileia, ma anche testimonianze finora inedite sull’occupazione della zona di epoca medievale sono il risultato del terzo anno di scavi archeologici nella zona delle Grandi Terme, frutto dell’accordo scientifico triennale congiunto fra l’ateneo di Udine e la Soprintendenza per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, siglato nel 2002, con l’impegnativo sostegno del Comitato promotore costituito dal comune di Aquileia, la Provincia di Udine, le Camere di Commercio di Gorizia e Udine e la Banca Popolare FriulAdria. Il 31 maggio 2004 l’ateneo friulano ha intrapreso la terza campagna di scavo ad Aquileia sul sito dell’edificio detto delle Grandi Terme, in località Braida Murada, sotto la direzione scientifica di Frederick Mario Fales, docente dell’ateneo di Udine, e di Franca Maselli Scotti, soprintendente reggente per i Beni archeologici. Gli scavi sono terminati il 31 luglio, ma i lavori ora proseguiranno per l’avvio delle opere necessarie a rendere visitabile una parte dell’esteso complesso termale. Un progetto, questo, in corso di studio da parte del Comitato promotore degli scavi, e di definizione da parte di Pietro Ruschi, docente di restauro all’università di Udine, e che rappresenta uno degli scopi principali del progetto originario. In questo senso, “più che un momento conclusivo – precisa Fales -, il 2004 rappresenta un nuovo inizio, la base per un’ulteriore sfida scientifica e didattica che richiederà lo sforzo costruttivo e coordinato di molte forze interne alla regione Friuli Venezia Giulia, interessate a valorizzare questo gioiello archeologico nell’ambito del già prezioso contesto di Aquileia, città posta sotto il patronato dell’Unesco”. Il progetto sarà avviato nella zona meridionale delle Grandi Terme. Esso comprenderà una serie di coperture modulari in materiali plastici trasparenti che consentiranno di proteggere i delicati pavimenti musivi. I mosaici saranno così leggibili, insieme alla pianta del salone e dei vani adiacenti, grazie a speciali passerelle percorribili dai visitatori. Pannelli e percorsi attrezzati completeranno la visita, ricostruendo virtualmente l’imponenza dell’elevato e il fasto delle decorazioni che caratterizzavano le Grandi Terme di Aquileia . La campagna di scavo 2004 conclude il primo ciclo di tre anni di ricerche, che hanno consentito di definire i limiti dell’ambiente orientale che conteneva la grande piscina scoperta. Gli strati che coprono il pavimento hanno restituito numerosi frammenti di statue anche di notevole livello qualitativo. La presenza di un colonnato sul lato occidentale dell’ambiente è testimoniato dai frammenti di enormi colonne crollate di circa un metro di diametro. Nel settore occidentale degli ambienti riscaldati si è invece individuata la pianta di un edificio o di un complesso di edifici di età medievale (VII-XI secolo), realizzati con materiali di reimpiego (frammenti di volte crollate e laterizi) e impostati sui crolli del Calidarium delle Terme. Le due fasi del crollo del Calidarium e dell’edificazione medievale furono probabilmente separate da un importante episodio alluvionale dovuto verosimilmente al degrado dei sistemi di canalizzazione delle acque di età romana e tardo-antica. “I dati finora raccolti – afferma Fales – permettono di gettare una luce inedita sull’occupazione della zona nelle epoche, finora assai oscure, successive all’abbandono della grande Aquileia” .