Rassegna stampa | qui.uniud | Uniud
Copertina numero 27
27
NUMERO 27
mar - apr 2008
Copertina numero 26
26
NUMERO 26
gen-feb 2008
Copertina numero 25
25
NUMERO 25
nov - dic 2007
Copertina numero 24
24
NUMERO 24
sett - ott 2007
Copertina numero 23
23
NUMERO 23
mag - giu 2007
Copertina numero 22
22
NUMERO 22
mar - apr 2007
Copertina numero 21
21
NUMERO 21
gen - feb 2007
Copertina numero 20
20
NUMERO 20
nov - dic 2006
Copertina numero 19
19
NUMERO 19
lug - ott 2006
Copertina numero 18
18
NUMERO 18
mag-giu 2006
Archivio di tutte le riviste Archivio di tutte le riviste
Ricerca nell'archivio Cerca

ufficio.stampa@amm.uniud.it

Hrabal: immagini di un tenero barbaro

Grande successo per la mostra fotografica che l’Università di Udine ha dedicato al maggior scrittore di lingua ceca. In occasione della pubblicazione della prima edizione italiana commentata di testi hrabaliani.
Aveva fatto mille mestieri, che forse mai nessuno potrà elencare con precisione. Il magazziniere, il preparatore di malto in una fabbrica di birra, il copista notarile, il ferroviere, l’assicuratore per la compagnia Sostegno della vecchiaia, il commesso viaggiatore di giocattoli, l’operaio in acciaieria, il telegrafista, l’imballatore di carta da macero di libri proibiti dal regime comunista, il macchinista, il cameriere, la comparsa teatrale. Gran bevitore, outsider per vocazione. Oggi viene ricordato come il maggior scrittore in lingua ceca, uno dei maestri della storia della letteratura europea del secolo appena trascorso. Bohumil Hrabal era nato a Brno-Zidenice, in Moravia, nel 1914. Morì a 82 anni, il 7 febbraio 1997. Strappato da un mondo i cui colori e varie-gate umanità aveva saputo racchiudere nelle sue geniali, folgoranti, aggressive, prive di senso, grottesche e irriverenti scritture. Un mondo che, soltanto due anni prima della tragica fine, sembrava ormai avergli dato tutto, quando, a Torino, per ricevere il premio Grizane Cavour, aveva detto: “Mi sto preparando, poco a poco e con certezza, alle ultime cose dell’uomo (…). Perché a ottantun’anni non ho più motivo di avere l’ispirazione. Non sento più il battito dell’esistenza. Quel che ho scritto, ho scritto, e non credo abbia senso ripetermi”. Hrabal finisce come un personaggio dei suoi. Cadendo dal quinto piano dell’ospedale Bulovka di Praga, dove era ricoverato per cure ortopediche. Si dice che si fosse arrampicato su un tavolino per dar da mangiare ai piccioni. Ai posteri i dubbi del caso. A chi lo ha amato e lo ama, un vuoto profondo. Una penna, quella di Hrabal, guidata da una mano e da un volto segnati, pregni e consapevoli dei mestieri e delle fatiche della vita. Storie e romanzi che sono anche autobiografie. Bagagli straordinari e ricchissimi di esperienze vissute. A Bohumil Hrabal, scrittore proibito dopo la sconfitta della Primavera di Parga nel 1968, che nella Cecoslovacchia comunista, pur circolando per canali clandestini, veniva considerato un maestro, mentre all’estero accresceva la sua fama, l’università di Udine ha dedicato una mostra fotografica, in occasione della presentazione del libro Hrabal: opere scelte. Pubblicato nella collana I Meridiani Mondadori, curato da Annalisa Cosentino e Sergio Corduas, docenti di lingua e letteratura ceca rispettivamente all’ateneo friulano e alla Ca’ Foscari di Venezia, il volume è, in assoluto, la prima edizione italiana commentata di testi hrabaliani, alcuni finora inediti nel nostro Paese. La mostra Immagini di un tenero barbaro, prodotta dall’università di Udine con Alpe Adria Cinema, progettata e realizzata da Marco De Anna e Andrea Lucatello, allestita da Federico Cautero, con testi e didascalie curati da Annalisa Cosentino e Ivana Oviszach, approderà in ottobre a Roma, e sarà a Trieste nell’autunno del 2005. La mostra è stata creata attingendo dalla collezione di Tomás¡ Mazal. La rassegna si articola attorno a tre nuclei tematici. La vita di Hrabal. I tratti della sua poetica e delle sue ispirazioni. Alcuni ritratti dello scrittore ceco, scatti di maestri della fotografia ceca del Novecento, accompagnati da saggi lirici con cui Hrabal tracciò il proprio autoritratto. Tra le ultime immagini proposte dal percorso della mostra, Hrabal in osteria. “Luogo – lo definisce Bohumil – che difende dagli stereotipi. È il luogo dove anche persone comunissime riescono a improvvisare (…). È anche il teatro collettivo, uno happening”. Hrabal alla Tigre d’oro. Al suo tavolo, in quell’osteria, Bohumil si impregnava di racconti e ricordi, fantastiche avventure, storie di altri e dell’umanità, in una lingua che è spettacolo, capace di osservare e dipingere la vita da angolature sempre comiche e striate di tragicità. In molti vorranno ricordarlo là, in quell’osteria. Bohumil Hrabal, sarcastico contestatore, anarchico, irritato e ridanciano.