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Serve un piano di sviluppo

Il rettore Furio Honsell ha dato ufficialmente il via al dodicesimo anno accademico a Pordenone, all’insegna della concretezza.
La cerimonia non è stata un semplice rito, ma un momento per lanciare delle proposte alle istituzioni del territorio e per fare un bilancio dell’attività dell’ateneo. Una concretezza che si è potuta fin da subito toccare con mano assi-stendo alla performance del laureando pordenonese Teho Teardo, diventato famoso per la sua attività di compositore in tutto il mondo, che nell’occasione ha eseguito dal vivo, la colonna sonora da lui composta per il film muto di Georges Méliès, “ Viaggio attraverso l’impossibile”. Molti lo ricorderanno come l’autore della colonna sonora del film “Denti” di Gabriele Salvatores, per il quale ha ricevuto il premio “Qualità” dal Consiglio dei ministri. Il là al nuovo anno è stato dato pure dalla prolusione “Il corpo, la psiche e la comunicazione”, di Andrea Csillaghy, docente di Psicologia del linguaggio e della comunicazione alla Facoltà di Scienze della formazione. Il dodicesimo anno accademico vuole essere una volta per tutti con-siderato quello della svolta: più spazi per dare l’opportunità all’ateneo friulano di crescere e svilupparsi come è sua naturale vocazione, pena un brusco arresto. La proposta. “ Voglio essere subito proattivo e proporre, come Università di Udine – ha dichiarato il rettore – a partire dal gennaio 2004 un tavolo di confronto, aperto a tutte le istituzioni e attori locali: il Comune, la Provincia, la Regione, la Camera di Commercio, la Fondazione Crup, le associazioni imprenditoriali, il Consorzio universitario per definire un piano strategico di medio periodo per l’alta formazione nel Friuli occidentale. Partendo da un’analisi dei punti di forza e delle debolezze del territorio e dell’attuale assetto universitario, e individuando opportunità da cogliere e rischi da evitare, sono certo che si potrà indicare una rotta precisa per giungere all’obiettivo strategico di costruire qui un polo universitario fortemente caratterizzato”. Una proposta accettata dal presidente della Provincia di Pordenone Elio De Anna e dal sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello. De Anna avrebbe individuato come possibili altri siti dell’Università di Udine, l’ex cotonificio Cantoni a Cordenons o la villa Dolfin a Porcia, mentre Bolzonello punta a mantenere in città la sede dell’ateneo, ampliando gli esistenti locali di via Prasecco, estendendo poi le strutture a quelle adiacenti dell’Arpa o del seminario. Ipotesi questa, condivisa anche dal presidente del Consorzio universitario, Oliviano Spadotto. Consolidamento prima ed espansione poi. Prima di un’ulteriore espansione dell’offerta dev’essere consolidata e il completata quella avviata, soprattutto sotto il profilo delle strutture di ricerca, offrendo in questo modo opportunità fresche al costituendo parco Scientifico Tecnologico. I docenti. Sono 14 i docenti dedicati   esclusivamente all’attività didattica nella sede di Pordenone, molti dei quali svolgono qui, superando notevoli difficoltà logistiche, ma con intatta dedizione, la loro attività di ricerca. Nel prossimo futuro arriveranno cinque ulteriori docenti. Gli allievi. A Pordenone gli iscritti all’ateneo udinese superano le 950 unità e supereranno alcune decine di migliaio se proiettiamo i dati al 31 gennaio 2004. Questo vuol dire che due studenti su tre in via Prasecco sono iscritti all’Università di Udine. Inoltre 611 studenti, dall’inizio della storia dell’Università di Udine a Pordenone hanno completato l’anno accademico, di cui solo 141 nel 2002-2003. La strigliatina al Consorzio universitario. Il rettore dell’ateneo udinese ha voluto con forza chiedere al presidente del Consorzio universitario, Oliviano Spadotto, un maggiore dialogo affinché possano nascere iniziative insieme di un certo spessore per la comunità, ad esempio costituire una rete di eccellenza in regione nell’ambito delle tecnologie del legno. “Caro presidente, ci coinvolga di più, l’Università di Udine e del Friuli condivide i suoi stessi ideali, non la riduca ad un mero fornitore di servizi sul mercato dell’alta formazione. Come ho già detto il Friuli occidentale è anche nostro Friuli!”. La Finanziaria. L’Università di Udine, come è rilevabile dai dati del Ministero stesso, è sottofinanziata del 10% rispetto alla media nazionale. E dato che il futuro dell’Università è quello delle reti di atenei medio piccoli, l’Università del Friuli spera di poter contare sull’alleanza delle autonomie e trovare la disponibilità della Regione, a portare in discussione sul tavolo Stato-Regioni, la questione del riequilibrio dei finanziamenti delle università. La ricerca. Le università sono le vere sedi della ricerca in Italia ed è per questo che è necessario favorire il trasferimento dell’innovazione tecnologica nel tessuto locale. “ L’Università – ha precisato il rettore– può e deve essere percepita come interlocutore importante nel processo di innovazione del sistema produttivo e non impiegata solamente per rispondere a una domanda di formazione superiore tradizionale generalista”. Nuovi spazi? Per il prossimo anno accademico è prevista la consegna degli spazi relativi al primo lotto in via Prasecco. “Ancorché questi siano già insufficienti per i docenti attualmente incardinati, e non si pre vedano ancora adeguati spazi per laboratori, né grandi aule – ha affermato Honsell – valutiamo positivamente l’avvenimento, limitandoci solo a questionare il criterio paritetico di suddivisione con l’altra Università regionale, che ha dimensioni di impegno inferiori alla metà del nostro”. Una posizione non condivisa dal presidente del Consorzio universitario, Oliviano Spadotto che ha assicurato che entro il 2006 saranno a disposizione strutture su 810.750 metri quadrati per la didattica, laboratori e biblioteche in grado di ospitare tremila studenti e da lì in avanti l’obiettivo è quello di trovare altre aree per ospitare altri duemila allievi.  
Sara Carnelos