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Teatro Nuovo Giovanni da Udine: tutte le proposte per la nuova stagione

Spettacoli per tutti i gusti: da “Quadri di una esposizione” a “Fame - Saranno famosi”, da Mariangela Melato a Franco Branciaroli, da David Byrne al Balanescu Quartet, dalla London Sinfonietta all’Eifman Ballet di San Pietroburgo
È stato lo spettacolo-evento “Quadri di una esposizio-ne” ad aprire ufficialmente la Stagione 2003-2004 del Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”. Uno spettacolo-evento che coinvolge, sotto il segno di Vassilij Kandinskij, l’Università delle Arti di Berlino, l’Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, il pianista Davide Franceschetti e l’ormai celebre direttore Micha Hame. Fino al 6 giugno 2004, quindi, attraverso la doppia traiettoria del Cartellone di Prosa (che porta la firma di Rodolfo Castiglione) e del Cartellone di Musica e Danza (che porta la firma di Carlo de Incontrera), il Teatro Nuovo ospiterà le grandi stelle del panorama nazionale e mondiale, affiancando ai 40 segmenti del programma una ricca serie di appuntamenti paralleli e di collaborazioni. Musica e Danza, tra arrivi e ritorni . Il felice ritorno di Micha Hamel farà preziosamente corona ad altri felici ritorni: Daniel Harding con la Mahler Chamber Orchestra, Helmuth Rilling con l’Internationale Bachakademie Stuttgart, Diego Masson con la London Sinfonietta, Peter Guth con la Strauss Festival Orchester, Pascal Rophé. Direttori, formazioni e solisti di enorme fama che, riconfermando la propria presenza a Udine, certificano l’ormai consolidata quotazione internazionale raggiunta dal Teatro Nuovo. La stessa quotazione che, assieme ai ritorni, caratterizza anche tutti gli arrivi: da un’icona planetaria dell’etno-pop come David Bryne, ex leader carismatico dei Talking eads, a una veneratissima ult-band come il Balanescu uartet, dalla giovane principessa el fado, Mariza, al pianista-enomeno Lars Vogt e al leggendario Krystian Zimerman, all’Orchestra Sinfonica azionale dell’Estonia ai giganti dello spiritual, Sue Conway & he Victory Singers, dall’irresistibile Palast Orchester di Max Raabe al travolgente Goran Bregovic, bloccato l’anno scorso dai postumi di un’operazione ma ora finalmente pronto a presentare l’opera gitana “Carmen". L’Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, ospite regolare del Cartellone, sarà presente con due concerti e prenderà parte all’evento d’apertura, mentre l’Orchestra Filarmonìca renderà ancora omaggio ai compositori della Regione. Se, infine, il mitico chitarrista spagnolo Manolo Sanlúcar chiuderà in bellezza la “Festa della Musica”, dopo le esibizioni dei migliori allievi del Conservatorio “ Tomadini” e dei super-talenti dell’Accademia di Imola, gli appassionati del mondo lirico potranno applaudire le due nuove produzioni del “Verdi” di Trieste, “Simon Boccanegra” e “Carmen”, mentre gli amanti della danza potranno applaudire un trittico davvero straordinario: quello che congiunge idealmente lo Stanislavskij Ballet di Mosca, l’Eifman di San Pietroburgo e la Martha Graham Dance Company di New Yo r k … Prosa, da Brecht alla Wertmuller. Toccherà alla strana coppia Giuliana De Sio-Elio (sì, proprio lui, il capo-banda delle Storie Tese!) il compito d’inaugurare il Cartellone di Prosa, con la celebre commedia della Wertmüller “Storia d’amore e d’anarchia”. Una commedia che, inizialmente pensata per il teatro, ha poi imboccato trionfalmente la via del grande schermo. L’esatto contrario di “Fame”, insomma, approdato a Broadway dopo l’immane successo cine-televisivo e ora finalmente giunto sui palcoscenici italiani! Derivazione cinematografica anche per “Full Monty”, ottimamente italianizzato da Gigi Proietti, mentre la grande letteratura fa da sorgente a due spettacoli come “Jacques il fatalista” e “La coscienza di Zeno”: Diderot e Svevo secondo la visione malandrina dell’eterno ragazzaccio Paolo Poli e il saporito umorismo di Massimo Dapporto. Discorso necessariamente a parte per Camus, con l’intenso “Caligola” cesellato da Franco Branciaroli, e, soprattutto, per i due titoli più attesi: “Napoli milionaria!” di De Filippo, interpretato dal figlio Luca e diretto da un maestro come Francesco Rosi, e il capolavoro di Brecht, “Madre Courage e i suoi figli”, interpretato da una gigantesca Mariangela Melato. Discorso necessariamente a parte, dicevamo, in termini d’impegno e in termini di analisi storico-sociale: fondamentali inquietudini che alimentano, diversamente, le tre opere… Se il pubblico potrà riab-bracciare uno dei protagonisti che gli sono sicuramente più cari, Carlo Giuffrè (formidabile mattatore di “Miseria e nobiltà”), potrà anche riapplaudire il regista Cesare Lievi, questa volta alle prese con “La brocca rotta” di von Kleist, e Paolo Bonacelli, alle prese invece con il migliore dei congegni brillanti di Feydeau (“La pulce nell’orecchio”). Senza, poi, dimenticare i prodigi poetici del “Cirque invisibile”, ricamati da Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierrée… Non mancherà, infine, un ampio sguardo dedicato alla drammaturgia contemporanea, aperto - ripetiamo - dalla Wertmüller e forte di autori come Arthur Miller (di cui vedremo “Uno sguardo dal ponte”) e Ugo Chiti (di cui vedremo “Nero Cardinale”). Sguardo che si tradurrà nella controlettura pirandelliana del “Berretto a sonagli” e nella controlettura shakespeariana della “Dodicesima notte” (firmate, rispettivamente, dalle Compagnie Diablogues/Le Belle Bandiere e da Antonio Latella), lasciando quindi spazio a una ricognizione sulle “Realtà del territorio”: il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, con “Pallido oggetto del desiderio” di Alfredo Arias, e il CSS-Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, con “La morte di Danton” di Aleksandar Popovski.
Gianmatteo Pellizzari