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Alcol e fumo

sotto la lente
L’Ateneo friulano scende in campo sul fronte della prevenzione sanitaria. Oggi, oltre centocinquanta medici di famiglia passati allo “scanner” dagli studenti del corso di laurea in Relazioni Pubbliche, nelle province di Udine e Gorizia, in un prossimo futuro, un’indagine a tappeto sulla popolazione generale e iniziative di promozione della salute nei Comuni e nelle aziende della provincia di Udine. L’obiettivo? Diffondere la conoscenza dei rischi dell’abuso di alcol e fumo. Si chiama “Oms fase IV”: un progetto che porta la “firma” dell’Organizzazione mondiale della sanità, diffuso in 20 nazioni in tutto il mondo e sostenuto in Italia dall’Istituto superiore della sanità e dal Ministero, che, in regione, ha visto la proficua collaborazione fra l’Università di Udine, con il corso di laurea in Relazioni Pubbliche della sede di Gorizia (con l’impegno di circa 35 tirocinanti, di cui 15 circa coinvolti nel primo anno appena concluso e 20 nell’anno che parte ora), il Centro di ricerca di comunità “Feruglio” del Comune di Martignacco, e il Comune di Martignacco. La prima fase si è già conclusa con l’indagine sui medici di famiglia friulani, che ha fornito una “fotografia” attendibile sul +rapporto fra i camici bianchi e i loro pazienti riguardo alla prevenzione dei rischi dell’abuso di alcol e fumo. Un contributo prezioso e qualificato (i dati sono stati presentati a marzo al convegno Oms di Parigi) che come ha sottolineato il rettore dell’Ateneo friulano Furio Honsell, “è la dimostrazione concreta di quanto il corso di laurea in Relazioni pubbliche sia un corso innovativo”. Gli undici tirocinanti del corso di laurea in Relazioni Pubbliche, capitanati da Beatrice Gianmoena, Matteo Nicoletti e Roberta Giallorenzi, hanno messo “sotto esame” 152 medici di medicina generale, 76 per il distretto sanitario di Udine e 76 nella provincia di Gorizia. I risultati? “I dati mettono in evidenza più alti livelli di conoscenza, atteggiamenti più positivi e maggiori propensioni all’uso di strumenti di prevenzione nel campione goriziano rispetto a quello udinese: l’atteggiamento “difensivo” degli udinesi è stato attribuito ad un possibile sovraccarico di comunicazione e training. Inoltre, i medici donne e quelli caratterizzati da un’esperienza professionale più consolidata appaiono più sensibili e più competenti nella gestione dei complessi interventi nei casi di rischio di dipendenza da alcol e fumo”, spiega Renata Kodilja, responsabile scientifico del progetto Oms per l’Ateneo, che si dice “particolarmente orgogliosa e soddisfatta dell’eccellente qualità del lavoro realizzato dagli studenti”, nella convinzione che “attraverso questa indagine il corso di laurea ha espresso pienamente la sua giovane vocazione di centro di ricerca”. A Udine oltre 7 medici su 10 (a Gorizia addirittura 4 su 5) ritengono utile informarsi sulle abitudini dei loro pazienti nell’uso di alcol e sigarette. Nessuna difficoltà ad affrontare l’argomento nel 70% dei casi (a Gorizia, invece, si parla del 50%), anche se poi, solo il 17% ottiene “buoni” o “ottimi” risultati nel convincere i pazienti a sottoporsi ad una terapia. Sotto esame anche le abitudini personali dei camici bianchi nostrani. Se il 65% degli udinesi dichiara di non fumare, uno su cinque (il 22%, contro il 18% dei colleghi goriziani) ammette il proprio legame con le “bionde” con filtro (il 13%, invece, ha smesso più di 6 mesi fa): due medici “fumatori” su dieci arrivano a consumare oltre 20 sigarette al giorno e il 33% si attesta fra le 10 e le 20. Più giudizioso il rapporto con l’alcol: il 77% dei maschi e il 79% delle femmine si accosta al calice di Bacco “nei limiti” consentiti (solo l’8% degli uomini e il 5% delle donne confessa di superarli) e l’80 per cento (addirittura l’89% a Gorizia) non beve mai più di sei bicchieri in una sola occasione, anche se un risicato 4% ammette di farlo ogni mese. Pronto al varo anche un secondo ciclo di collaborazione fra l’Ateneo e il Centro di Martignacco sotto l’egida dell’Oms. Entro l’estate partirà l’indagine sulla popolazione generale delle province di Udine e Gorizia. È stato avviato anche un progetto per la promozione della salute che coinvolgerà i Comuni e le aziende della provincia di Udine. Sotto la lente, questa volta, bar e ristoranti, ma anche fabbriche e imprese, oggetto di un’indagine sugli stili di vita sani. Come spiega il responsabile del progetto Oms Pierluigi Struzzo, “il nostro obiettivo è quello di sviluppare un modello economico per dimostrare che gli “investimenti” in salute portano un enorme guadagno economico”.
Camilla De Mori