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Il rettore Honsell: “Il Friuli deve prepararsi all’allargamento di Schengen”

L’ateneo promuove un convegno ad aprile 2008 perché quello con la provincia di Udine non resti un “confine dimenticato”.
Il 21 dicembre 2007, nove dei dieci Paesi entrati nell’Ue nel 2004 (Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria), sono entrati a far parte dello spazio Schengen di libera circolazione delle persone. Questo evento avrà un impatto più significativo sulle dinamiche quotidiane di quello che ha avuto la loro entrata istituzionale. La possibilità di viaggiare senza limiti all’interno dell’area permetterà ai cittadini dell’UE di esercitare più facilmente le loro attività professionali, ma anche di divertirsi e studiare in Paesi diversi. È chiaro che oltre ai benefici ci sono anche delle responsabilità che rappresentano un test molto importante per la capacità di azione e il livello di integrazione. “Per questo motivo – ha detto il rettore Furio Honsell - è fondamentale che il Friuli non si trovi impreparato e si interroghi sulle opportunità di integrazione, in particolare con la Slovenia”. Durante l’incontro dello scorso dicembre, sollecitato da numerosi intellettuali friulani, è nata l’idea di realizzare un summit entro il mese di aprile, in coincidenza con il semestre della presidenza slovena dell’Ue, in cui mondo accademico e rappresentanti della società civile si possano confrontare con i partner sloveni per capire quali nuove opportunità possono nascere in seguito all’allargamento di Schengen. Tutti gli intervenuti hanno concordato con quanto ha sottolineato il rettore Furio Honsell, secondo il quale la caduta del confine con la Slovenia “è un evento epocale per il Friuli, più ancora dell’adesione all’Unione Europea nel 2004. Spesso infatti ci si dimentica che la provincia di Udine ha la porzione più lunga di confine con la Slovenia, oltre che una consolidata tradizione di rapporti. Questo, però, rischia di rimanere un confine “dimenticato” con il rischio per la provincia di Udine rischia di arrivare impreparata all’appuntamento, che invece può diventare una straordinaria opportunità per trovare nuovi spunti e slanci”. Il convegno ospiterà tre sessioni. Il momento istituzionale accoglierà anche rappresentanti sloveni per dare loro l’opportunità di conoscere il capoluogo friulano, la seconda sessione sarà dedicata alle opportunità offerte dai progetti europei, a cui Italia e Slovenia possono partecipare congiuntamente, la terza, infine, farà un bilancio dei progetti realizzati insieme dai due Paesi fino ad oggi e raccoglierà le proposte per il futuro.