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Lingue, tre dottori su cinque lavorano ad un anno dalla laurea

Dall’indagine Almalaurea emerge che il 15,4% abbina all’occupazione anche la frequenza del corso di laurea specialistica.
Ad un anno dalla laurea di primo livello conseguita all’ateneo friulano nel 2005, quasi tre “dottori” di Lingue su cinque lavorano, come risulta dall’indagine Almalaurea. Non solo: di questo 57,7%, se il 42,3% ha trovato un impiego, il 15,4% abbina al lavoro anche la frequenza del corso di laurea specialistica. C’è poi chi ha scelto di proseguire gli studi senza sobbarcarsi anche l’impegno di un’occupazione: il 32% dei casi.
Le più attive sono le donne, che, nel 58,5% dei casi ad un anno dalla discussione della tesi del corso triennale, hanno un’occupazione, contro il 53,8% dei loro colleghi maschi. Dati nettamente superiori alla media italiana, che rendono giustamente orgogliosa la preside della facoltà di Lingue dell’Università di Udine, Antonella Riem. Lei d’altronde è la migliore testimonial del successo occupazionale dei “dottori” in Lingue dell’ateneo friulano, dal momento che, come ricorda lei stessa, «io sono un “prodotto” di questa facoltà: sono stata la prima laureata del mio corso e della neonata facoltà nel 1981».
«I nostri laureati di primo livello che lavorano – sottolinea Riem – hanno, in molti casi un impiego di quadro medio-alto». Come conferma Almalaurea, fra gli occupati, i dipendenti sono il 57,8%: il 2,2% è già in posizione dirigenziale o di quadro, il 26,7% è impiegato di alta o media qualificazione. E, quel lavoro, l’hanno trovato in fretta: in media, a poco più di 4 mesi dalla laurea. Nel 39,5% dei casi si sono dati da fare da soli, cercandosi e trovandosi i contatti, mentre nel 23,7% hanno guardato gli annunci in bacheca o sui giornali. Merito della loro intraprendenza, ma anche della preparazione, che li ha visti conquistare un voto medio di 101,9 su 110 e arrivare alla tesi in tempi canonici (la media è 23,8 anni).
«L’aspetto più importante della facoltà di Lingue dell’Università di Udine – nota Riem – è che dà una visione multiprospettica, favorendo una maggiore curiosità intellettuale, duttilità mentale, spirito critico, flessibilità e apertura al nuovo nella consapevolezza della tradizione. La nostra facoltà è da molti anni prima nelle statistiche del Censis». La maggior parte dei laureati occupati lavora nel settore privato (97,8%). Secondo Riem, «questo è dovuto all’intelligenza delle aziende del territorio, che spesso hanno forti rapporti con l’estero». L’83,5% dei laureati intervistati per l’indagine Almalaurea (in totale i laureati 2005 di primo livello furono 91, ma gli intervistati sono stati 78) è rappresentato da donne.