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Immagini, pensieri e parole per raccontare Schnitzler

L'ateneo consacra lo scrittore austriaco con una mostra fotografica itinerante, un convegno internazionale e una retrospettiva sulle pellicole tratte dai suoi libri
La modernità e la “visionarietà” di Arthur Schnitzler in immagini, pensieri e parole. L’Ateneo friulano, in collaborazione con l’Associazione biblioteca austriaca, ha voluto consacrare l’indiscussa statura dello scrittore austriaco con la mostra itinerante “Arthur Schnitzler: da Vienna all’Europa” curata da Luigi Reitani (su progetto grafico di Marco De Anna del Centro comunicazione e stampa dell’ateneo), che, dopo il passaggio al Visionario di via Asquini, fino al 14 gennaio sarà esposta nell’atrio di Palazzo Antonini, per migrare quindi alla Biblioteca statale di Trieste fino al 15 gennaio.
In trenta pannelli, il racconto della vita e dell’opera dell’autore, che Reitani utilizza anche come “una sonda per penetrare in un’epoca assolutamente straordinaria”. Nelle otto sezioni esposte (la mostra completa ne conta 18, per un totale di 60 pannelli), viene così ripercorsa, in tutte le sue sfaccettature, la complessa immagine dello scrittore, dalla giovinezza a Vienna all’epoca della Ringstrasse, con le trasformazioni della capitale austriaca, dalla formazione medica all’apertura all’impressionismo con il gruppo di scrittori de “La giovane Vienna” che rinnovarono la letteratura austriaca (oltre allo stesso Schnitzler, anche Hofmannsthal, Beer-Hofmann e Bahr), dal rapporto con i grandi temi del suo tempo (la psicoanalisi, ma anche l’antisemitismo e il sionismo) al legame strettissimo di Schnitzler con il cinema. Un interesse molto forte, che spiega anche “lo statuto visivo di molti testi schnitzleriani” che ha sedotto così tanti registi di fama internazionale, ultimo fra tutti Stanley Kubrick con Eyes Wide Shut. “Fin dal 1911 – chiarisce Reitani, professore straordinario di Letteratura tedesca all’Università di Udine – Schnitzler iniziò ad occuparsi di cinema, anche collaborando alle sceneggiature tratte dalle sue opere o scrivendo dei soggetti originali, come quello, mai realizzato, per il regista tedesco Georg Wilhelm Pabst. La sua stessa scrittura è influenzata dalle tecniche cinematografiche. Con il cinema, insomma, ha un rapporto bi-direzionale. Schnitzler amava molto andare a vedere dei film in sala: nel suo diario ha annotato tutte le pellicole viste, che pare ammontino a 1.500. Inoltre, per un periodo, lavorò anche come consulente per una casa cinematografica di Vienna”.
Ma non solo di cinema si occupa l’esposizione, che mette in mostra foto provenienti dal Deutsches Literaturarchiv, dalla Marbach am Neckar Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna e dalla biblioteca universitaria di Cambridge: “Le sezioni di questa mostra sono finestre aperte sulla vita dello scrittore austriaco – prosegue Reitani -, sui rapporti con le correnti del suo tempo e con i problemi della sua epoca, dalla psicoanalisi all’antisemitismo e al sionismo. Schnitzler è un autore di grande modernità: di questa sua modernità è espressione, per esempio, l’interesse per la cultura di massa. Con questa mostra e le altre iniziative realizzate abbiamo voluto evidenziare l’attualità di questo scrittore. Il lavoro fatto è il risultato dell’impegno di più persone, che, in istituzioni diverse, si sono dedicate all’opera di Schnitzler: io stesso da tempo volevo lavorarci, a Trieste ci stava lavorando Clara Bonanno, che ha firmato la rassegna cinematografica assieme a Francesco Pitassio”.
A Schnitzler l’Università di Udine ha dedicato altre tre iniziative, oltre alla mostra documentaria promossa in collaborazione con il Cec e la Biblioteca statale di Trieste:  il convegno internazionale “Arthur Schnitzler e il suo doppio” promosso dal 14 al 17 novembre a Palazzo Antonini con l’Associazione biblioteca austriaca e dedicato alle opere narrative e teatrali dell’autore che hanno conosciuto una seconda vita cinematografica, la retrospettiva sulle pellicole tratte dai suoi libri “Girotondo. Arthur Schnitzler e il cinema” (organizzata con il Cec, Alpe Adria Cinema, Cinemazero, La cineteca del Friuli) e una mostra bibliografica in collaborazione con la Biblioteca civica Joppi di Udine.
Camilla De Mori