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I primi dieci anni di Scienze della formazione

La facoltà ha festeggiato il suo anniversario. Con le lauree ad honorem a Sgorlon e Naranjo e con il primato italiano sancito dal Censis
Il rettore Furio Honsell e il preside Franco Fabbro al taglio del nastro del polo pedagogico
«Serenità» e «laboriosità»: due parole chiave della personalità di un buon insegnante, che devono caratterizzare anche la “scuola” dove quella personalità si costruisce. E proprio a queste due parole chiave si devono i risultati ottenuti negli ultimi anni dalla facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Udine, che ha appena festeggiato il suo decennale con una serie di eventi dal 10 al 15 settembre. I numeri. Nata nel 1997, con il corso di laurea in Scienze della formazione primaria, oggi, annovera sei corsi (due dei quali a Pordenone), tre sedi fra il capoluogo friulano e quello della Destra Tagliamento, 28 docenti (venti dei quali assunti negli ultimi quattro anni) e una trentina di tutor e che fonda le sue basi su un polo pedagogico da 6mila 500 metri quadri in via Marghret, ma porta le sue competenze in tutto il territorio friulano, grazie alle convenzioni strette con 150 scuole materne ed elementari della provincia e un centinaio di istituti sul fronte dell’educazione professionale. Ma, come ha ribadito il preside, Franco Fabbro, i numeri contano fino ad un certo punto. «Ciò che mi sembra importante – ha sottolineato il preside di Scienze della formazione – è il clima che si è sviluppato in facoltà. Fra gli studenti e i colleghi si respira una sensazione di pace unita ad un senso di laboriosità». Primato Censis. Due caratteristiche che hanno aiutato sicuramente il raggiungimento dell’eccellenza: quest’anno, infatti, il Censis ha classificato la facoltà udinese al primo posto. Con il decennale, Scienze della formazione ha aggiunto altri fiori al suo occhiello, incoronando con la laurea honoris causa due “dottori” d’eccezione: lo scrittore Carlo Sgorlon, che Fabiana di Brazzà, nella laudatio, ha definito con una sintesi efficace «interprete e custode dei valori e delle tradizioni più profonde e autentiche, dei “segreti” del Friuli», e lo psichiatra cileno Claudio Naranjo, «uno dei massimi esperti al mondo» nel campo della psicologia della personalità secondo Fabbro, che ha chiamato il medico sudamericano a tenere dei laboratori in facoltà. Il polo pedagogico. A conferire ancor più solidità alla facoltà è il polo pedagogico di via Marghret, inaugurato proprio in occasione dell’anniversario dal rettore Furio Honsell, assieme al preside Fabbro, al presidente della Provincia di Udine (ed ex rettore) Marzio Strassoldo, al primo preside della facoltà Pierluigi Rigo e al neo-dottore ad honorem Naranjo. Articolato su tre edifici, il complesso delle ex scuole Blanchini e Marghret, che sorge su un’area di 6.500 metri quadri (acquisita nel ’99 dall’ateneo), conta una superficie coperta di 2.050 metri quadri e un volume di 25mila metri cubi. Con il primo lotto di lavori, concluso nel 2002 e costato 1 milione e 575mila euro, è stato recuperato il corpo A dell’ex Blanchini, che oggi ospita l’appartamento del custode, diverse aule (per un totale di 670 posti), gli uffici dei tutor, quattro laboratori e la biblioteca Bernardinis, che raccoglie oltre 5mila volumi, 220 riviste e oltre 250 supporti multimediali. Con il secondo intervento, ultimato nei mesi scorsi, dopo tre anni di lavori e un investimento di 2 milioni e 427mila euro, finanziati con contributo regionale, il polo pedagogico è divenuto realtà. Oggi, nel secondo edificio dell’ex Blanchini studenti e docenti della facoltà possono contare su tre piani di aule, laboratori e uffici che si sviluppano su 1.720 metri quadri e 6.213 metri cubi. Al piano terra, quattro aule da 25 posti, due da 70, una sala studio con 40 postazioni e uno spazio-pausa, al primo livello altre due aule da 70 posti, due da 50 e una da 20, oltre alla presidenza, alla segreteria di facoltà e alla direzione della Ssis. Il secondo piano accoglie, invece, gli 11 studi per docenti, due aule da 70 posti e un laboratorio didattico con 60 postazioni. L’ultimo passo sarà la realizzazione dell’aula magna da 290 posti: l’ateneo prevede di appaltare i lavori entro l’inizio del 2008 per concluderli nel 2010. Il futuro. Ma ora altre sfide attendono la facoltà. «Uno degli obiettivi principali – dice Fabbro - è quello di realizzare uno spazio educativo, con carattere di eccellenza, dove i docenti e il personale amministrativo siano contenti di svolgere il loro lavoro e dove gli studenti – insieme ai compiti di apprendimento – possano trascorrere alcuni anni fondamentali della loro vita in un clima sereno. E possibilmente felici».
Camilla De Mori