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Studenti attori e registi. Per imparare e migliorare l'italiano

Documentari sulla città, giochi di ruolo davanti alla telecamera e laboratori teatrali. Anche così si insegna agli universitari stranieri a Udine grazie al progetto Socrates-Erasmus
Un momento del Laboratorio teatrale
All’università di Udine gli studenti stranieri possono imparare l’italiano anche facendo teatro o utilizzando la cinepresa in qualità di registi e attori. Il Centro linguistico e audiovisivi, con la collaborazione e il sostegno del Centro rapporti internazionali dell’ateneo friulano, ha ideato e portato a conclusione due progetti per un apprendimento efficace e coinvolgente della lingua italiana. Si tratta, in particolare, di un laboratorio teatrale in lingua italiana e di un percorso didattico che prevede l’uso della videocamera per la realizzazione di materiali audiovisivi. I due progetti didattici si sono rivolti agli universitari stranieri che studiano all’ateneo di Udine grazie al programma europeo Socrates-Erasmus, che permette di trascorrere un periodo di studio presso le università europee convenzionate. Dal video alla soap-opera. Il progetto di uso della videocamera nei corsi di italiano è stato finalizzato alla produzione di materiali diversi a seconda dei quattro livelli linguistici di corso ed è stato portato a termine da 34 studenti dei vari livelli di corso nel primo semestre e da 40 nel secondo semestre, provenienti da Austria, Belgio, Bielorussia, Brasile, Cina, Germania, Inghilterra, Irlanda, Macedonia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Thailandia, Ungheria. Durante le attività gli studenti hanno realizzato tre tipi di materiali audiovisivi. Documentari su Udine vista attraverso gli occhi degli studenti, con riprese e commento su monumenti artistici e luoghi di svago della città. Giochi di ruolo, role play, che permettono agli allievi di esprimersi in situazioni comunicative, che, riprese dalla telecamera, possono essere riviste al fine di stimolare l’accuratezza della preparazione dei dialoghi e una maggiore consapevolezza negli studenti. Gli allievi dei corsi più avanzati, infine, hanno prodotto una puntata di soap-opera, sceneggiata dopo un lavoro più ampio di analisi di diverse tipologie testuali e di studio delle diverse trasmissioni televisive italiane e delle problematiche relative all’uso del mezzo televisivo. Corsi con videocamera. «L’utilizzo della videocamera nei corsi – dice la coordinatrice del progetto, Marina Sbrizzai – è stato accolto con entusiasmo dagli studenti, anche i più timidi, ed è servito a renderli più consapevoli della loro produzione linguistica, oltre a migliorare l’aggregazione del gruppo classe e a sollecitare la cooperazione». L’idea iniziale del progetto è nata da tre considerazioni, come spiega Sbrizzai: La centralità dell’allievo nel processo di insegnamento-apprendimento e il suo diritto, quindi, a diventare protagonista e non soltanto passivo fruitore del materiale proposto, il conseguente aumento della motivazione che si crea passando da davanti a dentro lo schermo, la realizzazione di un prodotto concreto, il Dvd, di quanto svolto nel corso delle lezioni, da poter mostrare ai propri docenti nelle università di provenienza e come ricordo dell’esperienza vissuta. Laboratorio teatrale. Il laboratorio teatrale in lingua italiana ha visto in atto la pratica della lingua italiana attraverso l’improvvisazione su temi diversi. All’attività hanno partecipato 15 studenti provenienti da Canada, Germania, India, Lituania, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Ungheria. Sono prevalentemente due i percorsi che sono stati affrontati, uno dialogico e uno narrativo. Individuato l’argomento della “storia”, essa veniva suddivisa in diversi episodi dei quali gli studenti sono stati attori, narratori e anche autori, perché ogni storia ad ogni incontro si arricchiva di nuovi particolari. Il progetto «dà allo studente  – spiega la coordinatrice Nicoletta De Boni - la possibilità di “fare in lingua” e di indagare alcuni aspetti caratterizzanti l’incontro con l’altro». Diversi linguaggi. Lo sviluppo delle competenze linguistiche si accompagna così allo sviluppo di una comunicazione di tipo interculturale. «Le attività del laboratorio – dice De Boni -, che si sono realizzate attraverso esercizi sul linguaggio non verbale del corpo, nel racconto orale autobiografico e nel discorso in interazione dei momenti dialogici, operano inoltre positivamente sul piano affettivo, motivazionale e comportamentale del processo di apprendimento, agevolando in tal modo l’acquisizione semantica, fonetica, sintattica e grammaticale della lingua straniera». «Il verbo italiano per descrivere lo scambio delle battute su di un palcoscenico oppure una improvvisazione teatrale – ricorda Andrea Collavino, attore professionista che segue gli studenti nell’attività - è “recitare”. In altre lingue invece queste attività sono espresse da un verbo che corrisponderebbe al nostro “giocare”. Questa diversità ha a che vedere con la storia della lingua e con la storia sociale, ma quello che a noi maggiormente interessa in questo contesto è giocare con la lingua, mettere in gioco la lingua in situazioni più o meno realistiche, dove le relazioni rappresentano il motore dell'azione mossa dai conflitti scenici».
Silvia Pusiol