Rassegna stampa | qui.uniud | Uniud
Copertina numero 27
27
NUMERO 27
mar - apr 2008
Copertina numero 26
26
NUMERO 26
gen-feb 2008
Copertina numero 25
25
NUMERO 25
nov - dic 2007
Copertina numero 24
24
NUMERO 24
sett - ott 2007
Copertina numero 23
23
NUMERO 23
mag - giu 2007
Copertina numero 22
22
NUMERO 22
mar - apr 2007
Copertina numero 21
21
NUMERO 21
gen - feb 2007
Copertina numero 20
20
NUMERO 20
nov - dic 2006
Copertina numero 19
19
NUMERO 19
lug - ott 2006
Copertina numero 18
18
NUMERO 18
mag-giu 2006
Archivio di tutte le riviste Archivio di tutte le riviste
Ricerca nell'archivio Cerca

ufficio.stampa@amm.uniud.it

Lauree ad honorem

La consegna della laurea ad honorem a Volcic
Volcic testimone della grande storia     Da giornalista “di razza”, ci ha raccontato il crepuscolo e il disfacimento di una superpotenza, il crollo dei vecchi equilibri. Da parlamentare Ue, ha contribuito a rinsaldarne di nuovi. «I fatti più importanti del secolo scorso sono stati mediati per noi dagli occhi e dall’intelligenza di Demetrio Volcic. La nuova Europa che qui a Gorizia si sta costruendo parte anche da come Volcic ha saputo insegnarci a leggere la storia e la cultura recente dell’Europa centro-orientale». Nelle parole del rettore dell’Università di Udine, Furio Honsell, i motivi che hanno spinto l’ateneo friulano ad attribuire al celebre giornalista, impareggiabile testimone degli eventi che sconvolsero gli equilibri mondiali, la laurea magistrale honoris causa in Relazioni Pubbliche delle Istituzioni, assegnata oggi, 6 novembre, al Castello di Gorizia. Come ha sottolineato il preside della Facoltà di Lingue Vincenzo Orioles, «la laurea honoris causa non è un episodio, ma l’inizio di un percorso comune fra Volcic e l’Università di Udine». Dopo il suo coinvolgimento nel corso di perfezionamento “Notizie dal mondo” del polo goriziano, di cui è stato vicedirettore e organizzatore, infatti, Volcic presto sarà protagonista di nuovi progetti assieme all’ateneo friulano In quel ventesimo secolo che «ha visto più finali che albe», come ha detto lui stesso durante la sua lectio da neo-dottore magistrale, Demetrio Volcic ha assistito in presa diretta all’«implosione dell’Urss», caduta sotto il peso di «un logorio accumulato nei decenni». E, non a caso, proprio quella pagina di storia ha voluto raccontare alla platea del Castello goriziano, ma parlando della “Ricerca dei nuovi equilibri”. Protagonista della sua lectio Mihail Gorbaciov, l’uomo della perestrojka, che «ha voluto rovesciare tutto: così entrò nella storia, come personaggio decisivo nello scombussolamento dei vecchi e nella ricerca dei nuovi equilibri, ed è uscito troppo presto dalla cronaca». Il Gorbaciov che nella notte prima della sua elezione, con la moglie, nel parco della sua villa, convenne che «bisognava cambiare». Che, con «il solito movimento di due passi indietro e uno avanti», cercò «la terza via, oggetto ancor oggi misterioso», con il piano dei cinquecento giorni, lottando contro «il valzer dell’orso davanti ad un uditorio di non vedenti» della burocrazia da tre milioni di funzionari e dirigenti. Il Gorbaciov che fece la battaglia della vodka e che proprio nei fumi dell’alcol vide naufragare nel ’91 il tentativo di golpe, che cercò di detronizzarlo mentre si trovava nella dacia di Foros in Crimea: i marescialli, ha raccontato Volcic, bevvero così tanto da finire all’ospedale, ma non furono in grado di agire. Guardando alla Russia di oggi, patria dei «lupenmilionari», il neo-dottore magistrale in Relazioni Pubbliche delle Istituzioni ha chiuso la narrazione «della parabola di un impero e di uno statista che cercava di riformare l’irriformabile. Mosca volta velocemente pagina. Si avverte tuttavia una sensazione molto russa: la perdita di un padre, un padre incapace di riempire i negozi, ma pur sempre un padre».   Nonino, imprenditrice di cultura   Ha trasformato la grappa da cenerentola a regina delle acquaviti lavorando sulla qualità e sull’immagine. «La prima finalità del nostro impegno, in un’epoca in cui il profitto sembra essere la misura dominante di ogni successo, non è mai stato il guadagno, ma l’impegno per il miglioramento continuo, per la ricerca esasperata della qualità, per l’innovazione, per la produzione della migliore grappa del mondo». L’artefice di questo successo tutto friulano, Giannola Nonino, amministratore delegato della Nonino Distillatori Spa di Percoto (Udine), ha ricevuto oggi dall’Università di Udine la laurea honoris causa in Economia aziendale nel corso della cerimonia svoltasi nel Salone del Parlamento del Castello di Udine. È la prima volta che l’ateneo friulano assegna una laurea honoris causa a una donna. «Un’occasione – ha detto il rettore, Furio Honsell – per rompere una tradizione e contribuire a raggiungere anche in questo campo le pari opportunità». Honsell ha spiegato come Giannola Nonino «ha saputo coniugare tradizione e innovazione, le grandi sfide di quest’epoca, con rigore, serietà, umiltà, impegno ed energia. È un’imprenditrice di cultura che ci ha fatto conoscere la globalità nella sua valenza universale». Alla cerimonia, nel Salone del Parlamento del Castello di Udine, erano presenti, fra gli altri, Cesare Romiti e Carlo Sgorlon il presidente della Regione, Riccardo Illy, l’assessore regionale alle Attività produttive, Enrico Bertossi, il presidente dell’Assindustria di Udine, Giovanni Fantoni, il presidente della Camera di commercio di Udine, Adalberto Valduga . “Imprenditrice di cultura”, spiega la motivazione, Giannola Nonino “valorizza, nobilita e fa conoscere in tutto il mondo la grappa friulana, anche mediante una straordinaria leva di marketing: il Premio Nonino. Un’operazione di mecenatismo culturale di elevatissimo profilo e grande rilevanza internazionale di cui è stata ideatrice e per trent’anni infaticabile animatrice”.