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ENERGIA CON L'IDROGENO

Per "ripulire" l'ambiente
Una città meno inquinata, dove la vita è più salubre e le polveri sottili sono un lontano ricordo. Quello che oggi è soltanto un sogno, potrebbe trasformasi in realtà fra qualche decina d’anni. Anche grazie all’impegno dell’Università di Udine, ateneo pilota nella ricerca dell’energia con l ’ i d r o g e n o . Questo è stato il tema del convegno “Energia con l’idrogeno”, che si è tenuto presso il Centro Polifunzionale di Pordenone, promosso da CampusOne e dall’Associazione termotecnica italiana e che ha richiamato una folta platea di giovani, ricercatori e industriali. Tra trent’anni, hanno spiegato gli esperti che sono intervenuti all’incontro nella Destra Ta g l i a m e n t o , potrebbero realisticamente circolare auto con motori alimentati ad idroge-no, anche se fare un’esatta stima di quando ci sarà questo importante cambiamento è assai difficile. L’ I t a l i a e l’Europa stanno investendo notevolmente nella ricerca dell’energia con l’idrogeno.   Solo per il progetto Fisr il ministero ha messo a disposizione 100 milioni di euro per lo studio dell’idrogeno. “Con l’idrogeno – ha indicato il direttore del Centro polifunzionale, Pier Carlo Craighero – si concorrerà a risolvere problemi energetici, ambientali e di tipo geopolitico. Cambieranno così gli equilibri internazionali, come la filosofia della distribuzione energetica”. Sarà più facile accedere al nuovo tipo di energia, dato che sarà meno soggetta di quella finora monopolizzata dalla grande distribuzione. La tecnologia vincente, assicura il responsabile della didattica del Centro polifunzionale dell’ateneo friulano, Piero Pinamonti, sarà quella delle celle a combustibile, che sono in grado di combinare elettrochimicamente idrogeno e ossigeno, producendo energia elettrica e calore in modo diretto e senza combustione, e rilasciando nell’ambiente solo acqua. “In questo modo – ha esordito Pinamonti – sarà possibile dare un notevole contributo alla riduzione delle emissioni inquinanti dovute all’uso dei combustibili fossili, con un significativo miglioramento per quanto riguarda l’ e ffetto serra”. La vera rivoluzione inizierà dalle autovetture. “Ottenere direttamente idrogeno dal gas naturale o dalla benzina all’interno di un’autovettura, equivale ad avere una piccola raffineria nel cofano”, ha fatto sapere Alessandro Trovarelli, docente di chimica industriale dell’Università di Udine. Se si iniziasse a pensare seriamente all’utilizzo dell’idrogeno, potrebbe iniziare il count down per l’inquinamento atmosferico. Purtroppo però siamo ancora distanti da questa fase. “Si tratta di un problema di costi – ha precisato Trovarelli – in quanto l’energia ad idrogeno costa quattro-cinque volte di più di quella tradizionale”. Un altro nodo critico è segnato dalle infrastrutture che sono ancora tutte da creare. “Per cambiare le infrastrutture – ha spiegato il docente di chimica industriale dell’ateneo friulano – sono necessari circa 300 miliardi di dollari, 60 mila miliardi di vecchie lire, che equivale ad una nostra Finanziaria”. Ma se l’Italia ancora scricchiola sul versante idrogeno, la Germania pare avere il vento in poppa. “A fine 2006 – ha indicato Fabiano Bet, l’ingegnere consulente della Bmw di Monaco di Baviera – verranno consegnate delle Bmw serie 7”. Automobili che hanno esteriormente l’aspetto delle vetture che conosciamo, ma che al loro interno, al posto della benzina, utilizzano idrogeno sotto forma liquida che viene contenuto in un serbatoio”. E per il rifornimento? “In Germania – ha spiegato Bet – ci saranno tre stazioni con accesso pubblico, a Berlino, Amburgo e Monaco”.  
Sara Carnelos