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Didattica, le sette mosse della riforma Mussi

In dirittura d’arrivo il cosiddetto “modello ad Y” che sostituirà il 3+2. La rivoluzione targata Mussi prevede al massimo 20 esami per la laurea triennale, non più di 12 per la magistrale.
Ha promesso che non si tratterà di una rivoluzione, ma soltanto “aggiustamento”. Per questo motivo – per inserire le richieste di studenti e docenti – il ministro per l’Università e la Ricerca, Fabio Mussi, la scorsa estate ha ritirato i decreti della Moratti, fra i quali c’era anche quello delle classi di laurea che dovrà sostituire il sistema del 3 + 2 con il cosiddetto “modello ad Y”. Ora ha licenziato i nuovi documenti, che sono al vaglio della Conferenza dei Rettori (Crui), del Comitato universitario nazionale (Cun) e del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (Cnvsu). Sette le principali novità. Il modello a Y. Per ogni corso di laurea sarà prevista una base comune (60 crediti) e poi una separazione: il percorso professionalizzante, che conduce alla laurea triennale (1 + 2, 60 + 120 crediti) e il percorso metodologico che prepara al biennio successivo e porta fino al quinto anno con la laurea magistrale (1 + 2 + 2, 60 + 120 + 120). Il numero degli esami. Non più di 20 esami per arrivare alla laurea triennale, al posto degli oltre 30 attuali, e non più di 12 per ottenere quella magistrale. Più moduli dovranno essere aggregati per raggiungere uniche prove finali. Il tetto previsto precedentemente, infatti, rischiava di scandire l’anno accademico con una serie infinita di esami. Il numero delle classi di laurea non cambierà molto: 43 sono quelle di primo livello, mentre le magistrali scendono da 104 a 94. Almeno 12 crediti devono essere riservati alle attività di formazione autonoma e 18 alle discipline integrative. I trasferimenti. Nel caso di trasferimento degli studenti in un altro ateneo o in un altro corso, le università devono riconoscere il maggior numero possibile di crediti, ma il riconoscimento è condizionato dai regolamenti didattici delle università interessate. Quando il trasferimento avviene nell’ambito di una stessa classe, la quota di crediti deve essere pari al 50% di quelli maturati. Questo limite non si applica nel caso di studenti provenienti dalle università telematiche. Il riconoscimento dei crediti. Le università potranno riconoscere agli studenti conoscenze e abilità professionali certificate, attraverso convenzioni con enti pubblici per laureare l’esperienza, fino ad un massimo di 60 crediti per la laurea triennale e 40 per quella magistrale. L’ateneo friulano, finora, ha attuato la convenzione con l’Ordine dei giornalisti, che già rispetta questi parametri. Meno corsi. Viene messo un freno alla proliferazione dei corsi di laurea, che oggi in Italia sono 5.400. Per entrare nei nuovi ordinamenti, i corsi dovranno garantire che almeno metà degli insegnamenti, 90 su 180 crediti complessivi, siano tenuti da professori di ruolo. La tempistica. Ci saranno tre anni di tempo per modificare gli attuali regolamenti a partire dall’anno accademico 2007-2008.