Ado Furlan, una (ri)scoperta
Tra le iniziative promosse dal dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali si segnala la recente pubblicazione del volume Ado Furlan nella scultura italiana del Novecento, curato da Flavio Fergonzi, docente di Storia dell’arte contemporanea e Caterina Furlan, preside della facoltà di Lettere e filosofia, con la collaborazione di Massimo De Sabbata. Il testo, edito da Forum, accoglie gli atti del convegno di studio svolto a Pordenone nel dicembre 2004 e dedicato allo scultore Ado Furlan (1905-1971), a celebrare la ricorrenza del centenario della nascita. In quell’occasione, un nutrito gruppo di studiosi era stato chiamato dai curatori a confrontarsi e a portare il proprio contributo alla ricostruzione critica della figura e dell’opera dell’artista pordenonese, che attendeva ancora un’adeguata rivalutazione in ambito storiografico. Lo scopo era quello di approfondire la conoscenza della complessa vicenda artistica dello scultore in rapporto con quanto, all’epoca, avveniva a livello locale e nazionale. Si trattava, in altre parole, di collocare l’attività di Furlan nella sua corretta dimensione storica ricostruendo la sua personalità, frutto di una formazione compiuta inizialmente all’Accademia di Venezia e, successivamente, nei contatti instaurati con l’ambiente figurativo romano tra gli anni Trenta e i Quaranta dove l’artista ebbe modo di operare. Le sessioni del convegno hanno permesso di ripercorrere l’operato artistico dello scultore, valutando le esperienze di studio, i rapporti di lavoro e di amicizia, gli suoi interessi culturali. I contributi hanno inoltre offerto uno spaccato significativo dei dibattiti critici dell’epoca, dell’accesso alle fonti visive, dei rapporti degli artisti con le istituzioni e il potere da esse rappresentato, nonché con i sistemi di promozione artistica, la committenza pubblica e il mercato privato. La problematicità e la ricchezza di spunti e di riferimenti che emergono dai ventisei saggi racchiusi nel volume stanno a dimostrare quanto fruttuosi siano stati questi stimoli nell’indirizzare ed arricchire la prospettiva di una ricerca condotta con competenza e serietà d’intenti. Il volume costituisce un modello metodologico valido per affrontare lo studio di un passato che, nella sua infinita complessità, richiede ponderazione, volontà di approfondimento critico e continuo confronto con l’intreccio spesso inestricabile di variabili culturali, sociali e politiche.
FLAVIO FERGONZI, CATERINA FURLAN (A CURA DI)
“ADO FURLAN NELLA SCULTURA ITALIANA DEL NOVECENTO”
PAGG. 495, FORUM, UDINE
DICEMBRE 2005