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Mercato del lavoro chiama Ingegneria risponde

Sarà per passione, sarà per prestigio, sarà per prospettive di lavoro, di certo la facoltà di Ingegneria mantiene la pole-position come gradimento da parte degli studenti. Da oltre vent’anni.
È la qualità il principio guida che caratterizza la facoltà di Ingegneria dell’università di Udine. «Se i nostri laureati sono bravi non devono aver paura di nessuno. La qualità consente di essere competitivi sul mercato globale». Il preside, Andrea Stella, ne è convinto. E i numeri, ma non solo quelli, lo confermano. Da alcuni anni, la facoltà friulana è costantemente fra le prime facoltà di Ingegneria in Italia in base all’indagine del Censis. A dodici mesi dal conseguimento del titolo, gli ingegneri udinesi, secondo Almalaurea, risultano occupati con una percentuale elevatissima, quasi il 90%; un dato nettamente superiore alla media nazionale. A tre anni dalla laurea guidano, con l’88.2% (fonte Istat), la classifica italiana degli ingegneri che hanno un lavoro continuativo. La facoltà è anche in testa alla classifica nazionale della mobilità studentesca con quasi cento giovani che nell’ultimo anno hanno usufruito del programma Erasmus per fare esperienze di studio in altre università europee. La facoltà di Ingegneria è nata con l’università, nel 1978. Ma già nel 1973 venne attivato il primo biennio, in convenzione con l’ateneo triestino. Dai primi due corsi di laurea in Ingegneria civile per la difesa del suolo e la pianificazione territoriale e Ingegneria delle tecnologie industriali a indirizzo economico-organizzativo, in pratica il primo corso di laurea di Ingegneria gestionale nel nostro Paese, la facoltà si è sviluppata fino ad arrivare agli attuali sette corsi di laurea triennale e sei corsi di laurea specialistica. Per numero di studenti, oggi più di 3100, è la prima facoltà dell’ateneo friulano. Essere competitivi significa anche prevedere le nuove esigenze degli studenti e della società, potenziare la didattica e la ricerca, consolidare i legami con il sistema economico. Per l’anno accademico 2006/2007 è in cantiere un corso di laurea specialistica in Design industriale, mentre a Pordenone si lavora per l’attivazione di una laurea specialistica in Ingegneria dell’innovazione industriale. Intanto, il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca ha approvato l’internazionalizzazione del dottorato di ricerca in Ingegneria industriale e dell’informazione con Grenoble. Ai dottorati di riferimento della facoltà, che comprendono anche Ingegneria civile e ambientale e Tecnologie chimiche ed energetiche, presto se ne potrebbe aggiungere un altro in Architettura. I rapporti con le imprese sono favoriti anche dalla nuova articolazione delle lauree e dal consolidamento dei successivi percorsi di alta formazione. «Il mondo produttivo – spiega il prof. Stella – contribuisce a rendere sempre più aggiornati i profili professionali dei nuovi ingegneri». Da una convenzione con la Camera di commercio di Udine e l’Assindustria friulana sono nati un master di primo livello in Metallurgia e delle iniziative didattiche e di ricerca nel stesso settore. «Il master – sottolinea il preside – è un potente strumento di collegamento con il mondo del lavoro». Grazie alla collaborazione instaurata con la Danieli di Buttrio, nel 2006 verrà organizzato un master di secondo livello in Progettazione dopo quello in Project management and system engineering già attivato in convenzione con l’azienda siderurgica friulana. L’accordo con la Danieli ha fatto sì, inoltre, che ogni anno alcuni neo ingegneri cinesi, russi, ucraini e, prossimamente, anche indiani, frequentino l’ultimo anno del corso di laurea specialistica in Ingegneria meccanica per poi ottenere la laurea magistrale effettuando contemporaneamente uno stage alla Danieli. Confermato anche il master di secondo livello “ Scuola di Ingegneria chimica ambientale: gestione e trattamenti industriali delle acque ”, realizzato in collaborazione con gli atenei di Trieste e del Veneto assieme ai quali è allo studio un nuovo master sul restauro. I laboratori, di didattica e di ricerca, costituiscono uno degli assi portanti della facoltà. Verrà potenziato quello di meccanica, mentre sono già molto avanzati quelli di elettromagnetismo applicato, elettronica, fluidodinamica, informatica e progettazione. Verranno inoltre sviluppati quelli di architettura. «I laboratori – ribadisce Stella – svolgono un ruolo strategico per la formazione degli studenti e per potenziare una ricerca di qualità capace di soddisfare anche le richieste del territorio». Le attività dei laboratori infatti si articolano anche attraverso numerose collaborazioni con aziende italiane ed estere. Con il nuovo ordinamento la mortalità studentesca va progressivamente diminuendo anche ad Ingegneria. «La laurea triennale – spiega il preside – consente di evitare una fuoriuscita anticipata di molti studenti». Un miglioramento frutto anche di una serie di azioni mirate, a partire dalle scuole superiori, che preparano i giovani all’impatto non sempre facile con l’università. Per uniformare nel minor tempo possibile le competenze delle matricole nelle materie scientifiche la facoltà ha istituito ormai da tempo i corsi di matematica di base all’inizio del primo anno di corso. Un’azione che verrà ora anticipata anche durante l’ultimo anno delle scuole superiori. Grazie al sostegno della Provincia di Udine, negli istituti superiori del capoluogo friulano sono stati organizzati dei corsi di Matematica in collaborazione con i docenti di Ingegneria. Al termine, gli allievi che lo vorranno potranno sostenere un test che, se superato, consentirà loro di iscriversi direttamente alla facoltà dopo l’esame di maturità senza dover passare attraverso la prova di ammissione. In Italia i laureati nelle materie scientifiche sono ancora troppo pochi e, soprattutto, molto meno di quelli degli altri Paesi occidentali. Un’ulteriore anomalia è l’esigua percentuale di donne che scelgono di iscriversi a facoltà come Ingegneria. Anche su questo versante la facoltà ha deciso di impegnarsi a fondo e già nell’ultimo anno c’è stato un aumento del 20% delle studentesse iscritte. In più, ha sviluppato assieme alla Regione un progetto che incentiva, attraverso borse di studio, l’immatricolazione delle donne alle facoltà scientifiche. L’obiettivo, nel medio periodo, è però ancora più ambizioso: il riequilibrio. «Le donne hanno già dimostrato di essere mediamente più brave e più determinate degli uomini – afferma il prof. Andrea Stella – e non c’è nessun valido motivo perché non diventino ingegnere, anzi».       Consulente in multinazionale con il titolo di ingegnere   È un consulente aziendale nei settori finanziario, industriale, pubblico e dei beni di consumo. Subito dopo la laurea in Ingegneria gestionale infatti è entrato a far parte della Kpmg advisory s.p.a., società internazionale di consulenza manageriale. Marco Giuseppini, venticinquenne di Martignacco, in provincia di Udine, ha sempre voluto essere e diventare un ingegnere. L’iscrizione alla facoltà di Ingegneria dell’università di Udine «è stata una scelta dettata dal crescente prestigio che l’ateneo friulano si è guadagnato non solo nel Nord-Est – spiega Giuseppini –, ma ormai in tutto il territorio nazionale». Fatto piuttosto raro nel panorama universitario italiano, a Udine Marco ha trovato una facoltà a misura d’uomo: «Ben organizzata, dinamica, contraddistinta da un’offerta didattica in continua evoluzione, da docenti di elevata caratura, indiscutibile professionalità e costante presenza a fianco degli studenti». L’aver completato l’iter accademico e, contemporaneamente, aver lavorato in diversi settori, soprattutto in quello della meccanica-carpenteria, ha dato un valore aggiunto considerevole al suo curriculum. Terminati gli esami ha trascorso alcuni mesi a Londra per perfezionare la conoscenza, ormai essenziale, della lingua inglese. La costante attenzione prestata nell’innestare sulla base teorica l’esperienza diretta in azienda si è concretizzata lavorando alla tesi di laurea con il professor Alberto Felice De Toni e con il Laboratorio di ingegneria gestionale. Un’esperienza che gli ha dato la possibilità di collaborare con un gruppo internazionale di ricerca e con una importante industria elettronica. Poi, l’ingresso nella Kpmg. «All’interno di questo contesto multinazionale – spiega Marco Giuseppini – sto comprendendo quanto il metodo olistico-sintetico imparato all’università di Udine permetta di conseguire un’efficace approccio gestionale, maggiore proattività nell’affrontare gli eventi, capacità di guardare al futuro e di relazionarsi con l’esterno».
Stefano Govetto